Dracula (V.M. 14)

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Dracula (V.M. 14)

Messaggiodi SeanMacMalcom » 25/08/2010, 8:59

Data l'invasione vampiresca di questi ultimi anni, ho deciso di dimostrare che anche il sottoscritto aveva avuto occasione, in passato, di scrivere sui canini in una vecchia fan fiction risalente addirittura al 2003/4/5. :)

All'epoca mi firmavo con il nickname di Owayodata, un personaggio dei fumetti...
Questa è l'intro alla (breve) serie che scrissi in quegli anni.

Il primo fumetto Marvel che ho letto da adolescente è stato "Raccolta Dracula n. 1" editoriale Corno (ovviamente).
Da quel giorno le storie di Marv Wolfman e Gene Colan del signore della notte mi hanno preso completamente.

Ritengo Gene Colan il migliore disegnatore che la Casa delle Idee abbia mai visto nella propria schiera (lo so... altri farebbero altri nomi... per me è lui) e, se qualcuno ha modo di apprezzarne l'operato puro, senza la presenza di colore, potrà forse condividere questa mia idea.
Marv Wolfman, d'altra parte, è stato in grado di prendere un personaggio abusato qual è Dracula e crearne il protagonista "negativo" perfetto: carismatico e forte ma in eterna lotta contro chi lo desidera distrutto.

La mia prima serie di Fan Fiction, quindi, non poteva non essere dedicata proprio a questa storica ed immortale opera!
Purtroppo non ebbi mai modo di proseguire con la lettura degli albi al di fuori della serie A.S.E. e di quella Raccolta Dracula n. 1: per questa ragione ciò che ho scritto appare molto distaccato dal reale evolversi degli eventi.

Buona lettura... e spero di riuscire a trasmettere solo un'infinitesima parte di ciò che tali storie hanno trasmesso a me.


Per i temi trattati si sconsiglia la lettura ai bambini al di sotto dei 14 anni.

Egli VIVE!

Il tempo...
... cosa è il tempo?
Un fiume che passa trascinando con se tutti i sassi che non sanno resistere alla sua forza... ma io non sono un semplice ciottolo: io sono una pietra, conficcata nel terreno da epoca remota, contro cui neanche la forza della piena torrenziale può nulla!
... cosa è il tempo?
Una strada da percorrere a senso unico, senza possibilità di fermarsi... ma io ho smesso da tempo di camminare e, fermo, osservo il resto dell'umanità dirigersi verso il proprio destino!
... cosa è il tempo?
Una misura che serve ai mortali per decidere quanto ancora possano attendersi dalla propria esistenza... ma io non sono mortale e la mia esistenza è eterna!

LONDRA

"Le strade erano ancora piene di quell'allegra aria di festa che accompagna sempre questo periodo dell'anno... e quest'anno non era come gli altri: la fine di un'era, l'inizio di un nuovo corso storico.
L'umanità si è sempre attesa grandi tragedie o grandi rivoluzioni nel passaggio da un millennio ad un altro: si festeggia... per cosa?! Per salutare i problemi che si allontanano? Per accogliere le speranze di un futuro migliore?
Ma questo nuovo millennio, francamente, non mi diceva nulla!
Chi cazzo ha deciso che da oggi tutto deve cambiare?
Nel calendario cinese il terzo millennio è stato... quando è stato? Bah... non importa... un sacco di tempo fa...
Nel calendario arabo mancano ancora più di sei secoli...
Nel calendario azteco? Ah ah ah... a loro non fotte nulla del nuovo millennio... sono stati spazzati via da tempo...
Tempo...
Grande cosa il tempo... il tempo che passa... che ti fa sentire più vecchio ogni giorno... che ti fa alzare la mattina e guardarti allo specchio dicendo: 'Merda... sto invecchiando...'
La speranza nel nuovo millennio? Ma vaff...
Che diavolo me ne fregava del nuovo millennio, quando l'unica persona su cui avevo riposto ogni sogno mi aveva mollato l'ultimo giorno del precedente?
Eh eh eh... grazie al cielo era stato inventato l'alcool... non il tempo, ma l'alcool è il mezzo giusto per lenire ogni dolore..."

Jonathan levò gli occhi dal foglio e guardò il suo strano interlocutore: la pelle color ebano risplendeva sul suo volto, mentre i suoi occhi lo squadravano attentamente, come quelli di un predatore, attento a cogliere ogni reazione; il lungo spolverino che indossava non lasciava trasparire altro che un corpo vigoroso, temprato dal tempo e non da qualche corso in palestra.
« Mister... ehm... non credo di aver capito il suo nome... » iniziò a dire.
« Per ora non ha importanza » la voce era profonda e decisa, e il tono era di chi non è abituato a ripetere le proprie parole.
Jonathan sorrise, cercando di alleviare la tensione: « Comunque sia, non capisco cosa in questo testo mi potrebbe interessare... sembrano delle semplici farneticazioni di qualche poveraccio... »
« Continui a leggere... »
Il giovane fissò il misterioso ospite e, dopo un attimo di indecisione, decise che fosse meglio proseguire la lettura, con la speranza di liberarsi presto da quell'assurda situazione.

"Cosa non può fare un ubriaco, specialmente se arrabbiato con il mondo intero, non credo che sia ancora stato definito... la mente, perdendo ogni inibizione, arriva a concepire le azioni più assurde.
Io, quella sera, ero nauseato dalla vita, dall'allegria che sembrava aver preso possesso del mondo intero... odiavo ogni uomo o donna di questo mondo... e, guidato dall'unico amico rimastomi - Jack Daniels - arrivai in un vecchio cimitero di periferia. Se non potevo sopportare i vivi, almeno i morti mi avrebbero dato ospitalità...
Effettivamente nessuno lì dentro mi diede fastidio... l'oscurità e il silenzio, in opposizione all'allegro vociare e al turbinio di colori e luci del centro, mi offriva riparo e protezione..."

Alzando nuovamente lo sguardo da quella tediosa lettura, Jonathan riuscì ad intravedere per un istante lo sguardo dell'uomo fisso sulla foto della sua famiglia incorniciata e ordinatamente sistemata sulla scrivania. Si era forse sbagliato, scorgendo una luce nostalgica in quello sguardo? Era stata una sua sensazione o...
Ma l'uomo rialzò rapidamente gli occhi verso di lui e, onde evitare discussioni, riprese la storia.

"Entro breve, però, il cimitero mi parve un vero mortorio... eh eh eh... e così iniziai a cercare qualcosa che occupasse la mia mente e lasciasse il mio corpo libero di sfogarsi...
Cominciai a saltare da una tomba all'altra, calpestando senza riguardo la terra sotto la quale qualcuno marciva lentamente... ed, entro breve, mi ritrovai nella zona delle cappelle private.
Stronzi maledetti... altro che 'Riposate in pace'... e per gente come voi che quella puttana della mia ex mi ha piantato... voi che con i vostri fottuti soldi vi potete permettere non una semplice fossa, ma un edificio a memoria di quattro ossa putrefatte...
Senza accorgermi di cosa stava accadendo, mi ritrovai ad inveire in ogni modo contro tutte quelle tombe: gli bestemmiai contro, lanciai sputi, piscia e merda su quei muri, sassi contro quelle finestre...
Maledetti voi e tutti quelli della vostra razza..."

Jonathan cambiò posizione sulla poltrona: fortunatamente non sembrava poi mancare molto al termine del manoscritto. Notò, però, con un po' di curiosità, che la calligrafia si stava facendo sempre più sottile, come se la fretta di poter concludere la narrazione fosse stata anche nell'animo dell'autore sconosciuto...

"Iniziai a tirare calci contro i cancelletti di metallo che chiudevano gli ingressi a tutte quelle cappelle, continuando ad inveire contro i morti che in esse risiedevano... fino a quando, che io sia dannato per quel momento, uno di quei cancelli non cedette...
Trovando libero accesso, decisi di entrare, per poter vedere come anche chi nella vita si crede un dio, nella morte diventi una merda al pari degli altri...
La morte... io pensavo che almeno essa fosse imparziale... ma non è così...
L'intero spazio era dedicato ad un unico sarcofago, sistemato in centro e accerchiato da centinaia di crocifissi... cazzo, quanti erano... non credo di averne mai visti così tanti in vita mia... iniziando a tirare calci per aprirmi la strada verso il sarcofago, ruppi diverse decine di quei simboli sacri...
Quando giunsi al sarcofago, mi impegnai con tutte le mie energie per estrarre i fermi e spostare la pietra che copriva la tomba: fu un lavoro lungo e faticoso, ma l'alcool e la rabbia non mi fecero avvertire la stanchezza... ormai non ragionavo più... tutto il mondo intorno non contava: eravamo solo io e quel cadavere... io e quel fottutissimo morto... volevo vederlo, sputargli addosso, profanare quel luogo...
Mi ferii alle mani e il sangue iniziò a macchiare la pietra... ma io non volevo cedere... dovevo assolutamente compiere la mia assurda vendetta..."

Jonathan si era finalmente interessato al testo: ciò che sembrava un racconto banale, stava diventando qualcosa di speciale.

"Alla fine la pietra cedette e con un improvviso scatto scivolò di lato, lasciando scoperchiato il sepolcro. Una piccola nuvola di polvere si alzò e io mi feci per non tossire...
Con gioia mi avvicinai al bordo del sarcofago e, sfruttando la poca luce lunare che entrava da fuori, cercai di guardare all'interno: niente bara!
Maledizione... non c'era bara... niente bara, niente corpo... e tutta quella fatica per nulla...
Altre decine di crocifissi occupavano tutto l'interno del sepolcro, quasi sommergendo una piccola urna funeraria... dannato figlio di puttana: si era fatto cremare...
Con rabbia estrassi il contenitore dal sarcofago e lo portai fuori dalla cappella: ormai quel luogo mi era diventato insopportabile per tutti gli sforzi inutilmente sprecati....
Gridando di rabbia come un pazzo mi gettai per la strada, maledicendo nuovamente tutto il mondo, sia dei vivi, sia dei morti, perché né dall'uno né dall'altro riuscivo ad ottenere soddisfazione. Come spesso succede, iniziai a piangere, ricordando tutti i momenti peggiori di quei giorni. Traballando, mi sorreggevo contro i muri, mentre senza accorgermi di nulla continuavo a trasportare con me quell'urna maledetta. Solo dopo non so quanto tempo iniziai ad avvertire il dolore delle mani ferite, in cui il sangue si mescolava alla polvere e alla sporcizia...
Con ira gettai il contenitore a terra, sporco di sangue, ed esso non si ruppe, scatenando ancora una volta la rabbia cieca... lo ripresi e iniziai a picchiarlo contro i muri, contro i sassi, per terra... doveva aprirsi, quel fottuto vasetto... dovevo spargere nella merda quelle ceneri... dovevo concludere quello che avevo iniziato.
Non mi accorsi di cosa successe... vidi solo che improvvisamente una nuvola iniziò ad uscire dall'urna, mentre una risata infernale riempiva l'aria... un turbinio di polvere e sangue, il mio sangue, si creò davanti ai miei occhi... le ceneri, lasciando l'urna, sembravano ricostruire il corpo davanti a me: lo scheletro, gli organi, i muscoli, la pelle...
Dio mio... che cosa ho fatto?
Iniziai a scappare... correndo all'impazzata: l'effetto del Daniels era stato azzerato dalla paura, la paura allo stato puro...
Sentivo su di me uno sguardo malvagio... uno sguardo che stava decidendo il mio destino... mentre quella risata maledetta riempiva l'aria..."

Jonathan guardò il suo interlocutore, senza parlare.

"Sono ormai due giorni che sto viaggiando... ho speso fino al mio ultimo centesimo per mettere più strada possibile tra me e quell'orrore... ma lo sento ancora... sento che mi sta seguendo... che attende il momento giusto...
Scrivo queste poche righe confuse nella speranza che chiunque le leggerà non pensi a dei vaneggiamenti di un ubriaco, ma trovi il modo di salvare la propria anima... forse la mia è già perduta..."

Il manoscritto era terminato. Il giovane, stupito, alzò lo sguardo verso il proprio ospite e, dopo qualche istante, trovò nuovamente la parola: « Beh... mister... non so chi sia, ma questo racconto vale qualcosa! »
« Forse lei non capisce... »
« No... aspetti... » si sistemò bene sulla propria poltrona, assumendo un'aria professionale « E' vero... all'inizio è un po' banale, ma il clima che si crea dopo, con questa sfumatura imprecisa del pericolo e una ambientazione contemporanea, crea qualcosa di veramente interessante... direi che ci baster... »
« Silenzio! » tuonò l'uomo, fissando Jonathan con uno sguardo che non ammetteva repliche « Questo non è un racconto. Era nelle tasche di un cadavere, morto per completo dissanguamento, che due giorni fa è stato condotto all'obitorio! »
Jonathan restò impressionato dal tono serio del proprio interlocutore, credendo per un istante che stesse parlando sul serio: « Senta... questa idea è buona... anche quella del cadavere ritrovato... potremmo aggiungerla come postfazione... »
L'uomo, con uno scatto felino, raccolse la cornice dal tavolo e la piantò a pochi centimetri dal volto del giovane editore « Loro... loro saprebbero esattamente di cosa sto parlando! Ma sono morti prima di poterti istruire adeguatamente... loro sono morti ed tu sei cresciuto con una mente legata alla razionalità della vita... » il tono era severo, ma con una nota di dispiacere nella voce « Io non sarei mai entrato nella tua esistenza se LUI non fosse ritornato: purtroppo non conoscevo il luogo dove i tuoi genitori lo avevano sepolto e non ho potuto fare nulla per evitare questo. Ora lui ti cercherà... ti cercherà per avere la sua vendetta... e tu puoi restare qui, seduto nel tuo bell'ufficio da editore di racconti horror o venire con me ed apprendere ciò che ti occorre per combattere la maledizione della tua famiglia da tre generazioni... »
Jonathan non riusciva a capire nulla di cosa stava dicendo quell'individuo, ma di certo non doveva essere completamente sano di mente: « Mi scusi... ma io non la conosco... non l'ho mai vista in vita mia e lei spunta all'improvviso con un racconto di serie B, degli accenni al mio passato e una minaccia per il mio futuro... Ma chi diavolo crede di essere? »
« Io so chi sono... ma tu no! » disse, raddrizzando la schiena e fissando con guardo severo il giovane « Jonathan... tua madre, Rachele Van Helsing era la nipote di Abraham Van Helsing... lui e la sua famiglia vennero sterminati... e solo tua madre si salvò grazie all'intervento di Quincy Harker... » l'indice indicò un uomo su una sedia a rotelle, riguardo alla cui identità Jonathan si era sempre interrogato « Tuo padre, Frank Drake, aveva origini baltiche... i suoi antenati avevano modificato il proprio cognome trasferendosi negli Stati Uniti... Drake, infatti, è l'americanizzazione di Dracula... »
Jonathan fissò l'uomo con occhi spalancati: era difficile dar credito a tale storia, ma la voce di quell'individuo non era quella di chi mente... era la voce di chi ha visto l'Inferno ed è sopravvissuto per raccontarlo... « Cosa sta cercando di dirmi? »
« Tu sei l'ultimo discendente del signore dei vampiri... di Dracula... nonché l'ultimo discendente della famiglia che da sempre si è opposta a lui... »
« Non posso credere a quello che sta dicendo... Dracula non esiste... è solo un personaggio inventato da Bram Stoker... »
« Purtroppo per te, ragazzo, Dracula esiste... ed è ritornato dall'Inferno per riprendere la sua crociata... egli VIVE!»
« Ma chi è lei? »
« Sono l'unica speranza che hai per salvare la tua anima e il tuo futuro: puoi chiamarmi... Blade! »

Eredità maledette - parte prima -

Morire... addormentarsi: nulla più.
E con un sonno dirsi di por fine
alle doglie del cuore e ai mille mali
che da natura eredita la carne.
Questa è la conclusione
che dovremmo augurarci a mani giunte.


GUILDFORD

Quanto tempo sarà passato?
I ricordi sono ancora confusi in me: solo vaghe forme appena stilizzate su un grande foglio macchiato... mi ricordo di quando guidavo le mie truppe contro il nemico turco... ma è passato tanto tempo da allora... da quando il sangue scorreva vivo nelle mie vene, da quando ero mortale... Ero il signore incontrastato di Transylvania... poi... poi... venni ferito a morte... nessuno poteva salvarmi: solo una speranza... una vecchia strega...!
Quella vecchia!
Lei conosceva il segreto della vita... la vita oltre la morte...
... divenni vampiro!
Ritornato al mio castello uccisi i miei nemici e chiunque osasse mettere in discussione il mio potere... nessuno venne iniziato alla vita eterna... se un vampiro sgozza un mortale non gli offre il "dono"... e molti miei nemici furono squartati, sgozzati, impalati....
Ma il tempo passava... il tempo passava e io restavo sempre... immortale... incontrastato e incontrastabile... il mio spirito è quello di un condottiero, e non potevo restare fermo a vedere il mondo in mutamento davanti ai miei occhi, mentre il mio nome a poco a poco cadeva nel mito... io sono nato per dominare sugli uomini e sono rinato vampiro per dominare sul mondo!... iniziai la mia crociata... la mia nera crociata... tutti si sarebbero inchinati davanti a me: Dracula... il signore dei vampiri!
Altri nemici comparvero, per ostacolare i miei piani...
Abraham Val Helsing fu il più tenace... mi uccise una volta, ma io ritornai dall'Inferno e sterminai lui e tutta la sua famiglia... che gioia fu per me tale momento...
Ma...
... ora mi inizio a ricordare... un bambina... una bambina, l'ultima discendente dei Van Helsing riuscì a salvarsi grazie a quel dannato Harker... figlio di suo padre... lui riuscì a strappare la piccola Rachele alle mani della vendetta... e lei... lei crebbe...
Nella mia mente sta iniziando a tornare l'ordine...
L'ordine... e il desiderio di vendetta...

LONDRA

L'uomo chiamato Blade guardò il giovane Drake: assomigliava parecchio al padre ma nei suoi occhi rivedeva la luce conosciuta nello sguardo della madre... quegli occhi, però, lo fissavano senza nessun segnale di comprensione... stupore, misto a timore e incredulità si potevano leggere chiaramente su quel volto.
« Ragazzo... so che può essere difficile da credere, ma questa è la verità » disse, senza distogliere lo sguardo « Oltre al mondo che conosci tu esiste una realtà completamente diversa... una realtà oscura, in cui demoni come i vampiri esistono e prosperano! »
Jonathan mise a fuoco il volto dell'uomo: quanti anni poteva avere? Il suo aspetto era energico, vitale, forte e temprato... vissuto sì, ma non vecchio... ma quelle parole lo facevano apparire come chi da troppo tempo cammina su questo mondo e che ormai, scoperto ogni orrore della vita, non può più emozionarsi per nulla...
« Tuo padre conobbe tua madre in un momento tragico della sua esistenza... aveva dovuto uccidere la donna che amava, risorta sotto il segno di Dracula... il suo unico amico, Clifton Graves, aveva appena riportato in vita, involontariamente, il signore dei non-morti e ne aveva anche pagate le conseguenze... »
Jonathan seguiva quelle parole attentamente: la sua mente razionale rifiutava di dare credito a quel racconto, ma il suo cuore capiva che, per quanto assurdo, era tutto vero...
« Non sopportando il peso dell'orrore in cui si era ritrovato, stava per suicidarsi, gettandosi da un ponte proprio in questa città: Londra... ma tua madre intervenne in tempo e gli offrì una nuova via, la via della vendetta... »
Mentre le parole scorrevano, lo sguardo del giovane si posò sulla foto di famiglia... suo padre: un volto severo, felice in quel momento, ma pieno di tristi memorie... un volto marmoreo, quasi non più abituato a sorridere... ma nei suoi occhi, accanto ad una grande malinconia, splendeva lucente un immenso amore...
« Tua madre, Rachele, era uno dei vertici di una grande organizzazione segreta, fondata da Quincy Harker per liberare il mondo dalla piaga del vampirismo... aveva visto la propria famiglia dilaniata da Dracula e, tale ricordo, aveva segnato il suo destino, votato alla distruzione di Dracula e di tutta la sua stirpe... »
Sua madre... appariva così dolce, così buona... ma anche forte e decisa... una cicatrice le segnava il volto, ma non sembrava una ragione di vergogna... anzi, quasi un amaro ricordo, di quelli che non si vogliono scordare per evitare di ripetere certi errori in futuro...
« Insieme iniziarono a condurre una guerra segreta contro il signore dei vampiri... una guerra priva di regole e di onore... una guerra dove vincere significa sopravvivere per poter combattere un nuovo giorno... »
I suoi genitori erano morti quando lui aveva tredici anni: la versione ufficiale era stata un incidente automobilistico, ma ora Jonathan iniziava a sospettare che tutto ciò in cui aveva sempre creduto non fosse vero... Un cospicuo patrimonio di famiglia gli aveva permesso di studiare fino ad una laurea in Lettere, per poi dedicarsi alla scrittura ed aprire una piccola casa editrice, specializzata principalmente in romanzi dell'orrore.
« Io li conobbi allora... ero parte di quell'organizzazione, ma poi mi separai pur mantenendo sempre i contatti... »
Quando quell'uomo era arrivato con quel manoscritto pensava che potesse essere il solito scrittore dilettante in cerca di un punto di lancio: ma la realtà supera talvolta l'immaginazione...
« Loro erano cacciatori di vampiri... ed ora che Dracula è tornato, tu dovrai assumerti questa parte di eredità! » concluse Blade « Io sono cui per guidarti... per offrirti quell'istruzione e quell'addestramento che essi non hanno potuto darti... per darti una possibilità contro Dracula! »

GUILDFORD

Il sole... il sole sta tramontando... dopo secoli di non-vita diventa istintivo sapere quando la notte sorge, quando il mondo si trasforma nel mio dominio...
Per tutto il giorno ho riposato in un rifugio predisposto molti anni fa: è incredibile che gli uomini di Harker non lo abbiano individuato durante la mia "assenza"... ma non è la sola cosa strana: come è possibile che quell'uomo, l'uomo che mi ha fatto risorgere offrendomi il proprio sangue, sia entrato in possesso delle mie ceneri?... che sia trascorso così tanto tempo dall'ultima volta che il signore dei vampiri ha camminato su questo mondo, tanto che anche la memoria delle sue azioni è andata dimenticata?...
Ricordi confusi... non riesco ancora a mettere a fuoco gli eventi accaduti prima della mia morte...
Il sole è ormai scomparso e la notte è la mia amante preferita... mortali, se mi avete dimenticato, presto tornerete a tremare sentendo il mio nome: Dracula!...
Sete... la sete di sangue... il bisogno di ripristinare la propria energia vitale... non è certo che Harker e i suoi siano morti... devo stare attento a non attirare eccessivamente l'attenzione: sono ancora troppo debole per poterli affrontare...

LONDRA

Blade si alzò di scatto: Jonathan doveva avere una prova... doveva vedere per credere... altrimenti non sarebbe mai riuscito ad accettare il suo destino...
« Vieni, ragazzo... » disse con tono fermo « Voglio mostrarti la conferma di ciò che ho detto... »
Jonathan, quasi senza pensare, si alzò e lo seguì fino alla porta.
Poi, fermandosi di scatto, disse: « Dove diavolo mi vuole portare? »
« Ad osservare il volto della morte... » sorrise ironico l'uomo « Non sei curioso di avere delle prove sull'esistenza dei vampiri? »
Il giovane lo guardò alzando un sopracciglio: cosa stata pensando di mostrargli?
« Avevo previsto questa tua reazione e mi sono premunito... » concluse dirigendosi verso l'ingresso, senza aspettare che avesse la possibilità di replicare.
Jonathan si girò nuovamente verso la scrivania: quel manoscritto... quella storia assurda... i suoi genitori... i vampiri... Dracula... ma che diavolo stava succedendo? Improvvisamente il mondo aveva forse preso a girare in senso contrario? Blade, se quello era il suo nome, gli aveva prova: cosa poteva avere in mente? Era affascinato da quella strana figura... sembrava un personaggio uscito da qualcuno dei libri che pubblicava... ma quella storia era pazzesca... sarebbe stato come dire che le opere di Kim Newman o Paul Wilson potrebbero essere solo previsioni di un terribile futuro... chissà poi cosa avrebbe pensato il suo amico Brian Stableford? Un sorriso comparve sul volto di Jonathan al pensiero dell'espressione stupita di Brian nello scoprire che i protagonisti delle sue opere esistono... Cosa aveva da perdere, dopotutto?... Dannazione... si vive una sola volta, in fondo...
Prendendo in fretta la giacca, corse dietro a Blade.

GUILDFORD

Sangue... dolce nettare vitale...
Chi può essere una degna vittima del signore dei vampiri?
Eccola... il destino mi assiste... giovane, bella, piena di vita, calda di sangue... e sola! Come può una simile creatura girare sola nella notte? Forse gli uomini sono divenuti insensibili ad una sì dolce presenza?
Mia gentile dama, stai per essere iniziata ad una vita in cui la notte diventerà la tua migliore amica, l'oscurità la tua luce e la luce la tua morte... stai per essere iniziata ad una nuova esistenza, dove non esisteranno più regole, non ci sarà più bene o male, vita o morte... il dono che ti offro ti permetterà di mostrare intatta la tua beltà fra secoli... mia gentile dama, tra poco incontrerai il tuo destino...

Roxanne Brown stava ritornando a casa. Era stata certamente una giornata da dimenticare: all'inizio di gennaio, chiusa per quattordici ore in un ufficio a sistemare numeri in un database... mentre il resto del mondo era ancora in vacanza, lei era già ritornata al lavoro, dovendosi fermare anche per gli straordinari: dopotutto quei soldi in più le facevano comodo... l'università le continuava a prosciugare ogni centesimo e di certo non voleva intraprendere la "facile" strada scelta da molte sue compagne: grande paese il Regno Unito, con il più alto numero percentuale di prostituzione fra le studentesse... complimenti al progresso! Il freddo gelido le stava torturando le ossa: accelerò il passo pensando ad una buona cioccolata calda e a Mickey, il suo micio nero, che di certo si sarebbe lamentato per il ritardo.
Ma quella sera, in quella strada, Roxanne Brown non era sola.
Due uomini, qualche decina di metri più indietro, la stavano studiando attentamente da un paio di isolati. Sarà stato per il troppo alcool, sarà stata l'eccitazione generale che sembra colpire molti all'inizio del nuovo anno: i due compari stavano pianificando di fare un regalo all'ignara ragazza...
Ad un certo punto, in cui l'oscurità nella strada sembrava essere aumentata, anche grazie alla complicità di alcuni lampioni rotti, uno dei due gridò: « Ehy... buonasera... ti sei forse persa? »

Cosa succede?
Perché la mia preda ha iniziato a gridare e a correre? Ah... ecco... due stolti, spinti da primordiali istinti sessuali... forse, in un'altra notte, i loro volgari desideri avrebbero potuto trovare appagazione in tale dolce fiore: ma questa notte è la mia notte... la notte di Dracula!
Vili creature... il vostro destino è stato segnato nel momento stesso in cui avete posato gli occhi su quella donna: lei è ormai consacrata a me e nulla potrà impedirmi di avere la sua anima... Vi credete forti nel vostro stato fisico: adesso conoscerete il vero potere!

Roxanne, pur continuando a urlare e correre, era stata presto raggiunta dai suoi inseguitori e, sfortuna vuole, era finita involontariamente in un vicolo cieco... se non fosse stata la sua vita, quella in gioco, avrebbe pensato ad un pessimo cliché da B-Movie. Purtroppo, però, il fato può riservare sorprese peggiori...
I due predatori, ignari di essere divenuti prede, si erano avvicinati lentamente: uno alto, biondo, con la classica espressione di chi è abituato ad avere tutto ciò che vuole... l'altro un po' più basso, ma robusto, scolpito nel fisico che si riusciva ad intuire anche attraverso i pesanti abiti. La corsa li aveva leggermente affaticati, ma il pensiero di ciò che li attendeva, li rendeva energici e decisi.
« Lasciatemi stare... » gridò, quasi implorando con le lacrime agli occhi, la ragazza.
« Dai... non fare così... ti potresti anche divertire... »
« Sì... cosa c'è di meglio di una serata tra amici? »
Una voce, bassa e potente, tuonò nell'aria: « Forse... la morte! »
I due si voltarono: un uomo, alto, magro, pallido in volto, vestito con vecchi abiti ed un lungo mantello li stava osservando, con uno sguardo sicuro e sprezzante.
« Che cazzo vuoi? »
Ma l'uomo non disse altro: con un movimento rapido come il vento si portò di fronte alle due prede, fissandole intensamente con uno sguardo magnetico.
« Non meritate oltre la mia attenzione... andate e sfogate tutta la vostra forza su voi stessi! Il nuovo giorno dovrà vedere le vostre ossa risplendere sotto il sole... »

Morire... dormire, e poi sognare, forse...
Già, ma qui si dismaga l'intelletto:
perché dentro quel sonno della morte
quali sogni ci possono venire,
quando ci fossimo scrollati via
da questo nostro fastidioso involucro?


Il brano in corsivo è tratto da "Amleto" di William Shakespeare

Eredità maledette - parte seconda -

Aspetto qui ai confini del sogno,
avvolto nelle ombre. L'aria buia sa di notte,
così fredda e rigida, e aspetto il mio amore.
La luna ha sbiancato la sua lapide.
Lei verrà e allora ci aggireremo in questo sciocco mondo
tornati alle tenebre e al richiamo del sangue.

E' un gioco solitario, la ricerca del sangue,
ma un corpo giovane ha il diritto di sognare
e io non vi rinuncerei per nulla al mondo.
La luna ha sbiancato l'oscurità della notte.
Resto nell'ombra a fissare la sua lapide:
Risorgi, mio amore... Oh! Risorgi?
Ti ho sognata mentre dormivo e l'amore
mi è più caro della vita... del sangue stesso!
Il sole mi ha cercato nelle profondità della tomba,
più morto di un cadavere eppure sognante;
poi mi sono svegliato ai vapori della notte
e il tramonto mi ha spinto ad uscire nel mondo.


LONDRA

« Diavolo dannato... » sussurrò con voce strozzata Jonathan Drake.
« Puoi dirlo, ragazzo! » confermo Blade, mentre con noncuranza piantava il picchetto nel cuore del vampiro, mettendo fine alla sua non-esistenza.

Erano da poco passate le ventitré quando due figure solitarie vagavano nelle strade nebbiose di Londra. Anche nel nuovo millennio, una città come la capitale britannica, resta sempre avvolta in un certo "manto spettrale"... al giovane Drake ricordava molto l'ambientazione adottata da Les Daniels in "Nebbia gialla": ottimo racconto... peccato che non era stato lui a pubblicarlo!
Il freddo di gennaio si faceva sentire e mentre l'uomo chiamato Blade camminava sicuro e silenzioso come un'ombra nella notte, l'ultimo erede dei Van Helsing restava a stento al suo fianco, battendo rumorosamente i piedi per terra nel vano tentativo di riscaldarli.
« Posso sapere dove mi sta portando? » chiese ad alta voce, ad un certo punto, iniziando a stancarsi « Qua fuori c'è un fottutissimo freddo e stiamo attraversando mezza città a piedi! »
« La notte è il loro regno... la sorpresa è la chiave della nostra vittoria... Non sopravviverai a lungo se renderai sempre così nota la tua presenza! »
"Ma questo quanto è sciroccato da uno a dieci? Forse undici..." pensò Jonathan, alzando lievemente un sopracciglio "Ed io che lo seguo? Mmmm... probabilmente venti!"
Cercando di ridurre il rumore delle scarpe sull'asfalto, riprese con tono più moderato: « Mr. Blade... non può pretendere di farmi girare alle undici di notte a "caccia di vampiri" senza spiegarmi nulla... non le pare? »
Senza neanche voltarsi a guardarlo, l'uomo rispose con tono secco: « Ti sto per offrire un vampiro... ed ora taci! »
A stento Jonathan trattenne l'istinto di replicare, contando diverse volte fino a dieci e maledicendo chi ha messo in giro la voce che tale metodo calma la rabbia. Per tutti i diavoli dell'Inferno: ma chi pensava di poter essere quell'uomo per parlargli come se fosse un bambino?
Cercando di sbollire la rabbia, riconobbe l'edificio verso cui si stava dirigendo convinto Blade... meraviglioso! Proprio l'atmosfera adatta per una caccia al vampiro... se quel tizio era fuso, certamente manteneva una certa coerenza di pensiero!
Vedere quel palazzo quasi a mezzanotte, immerso nella nebbia, non era certo rassicurante... anzi... ogni istante che passava comprendeva il perché spesso Londra era usata come capitale dei vampiri nella narrativa mondiale: e dire che era vissuto per in quella città per venticinque lunghi anni...
Con aria interrogativa cercò lo sguardo della sua guida, che non si voltò e si diresse a passo sicuro verso il retro dell'obitorio.
Arrivati davanti ad una finestrella che dava nel seminterrato, Blade rivolse uno sguardo glaciale verso il suo giovane protetto e portandosi un dito davanti alla bocca impose con autorità il silenzio, bloccando le decine di domande che stavano per uscire dalla bocca di Jonathan. Con un colpo secco e relativamente silenzioso, ruppe la serratura che bloccava la finestra e si lasciò scivolare nell'oscurità dell'edificio.
"Merda... e questo vuole che lo segua lì dentro?" pensò il giovane Drake, colto improvvisamente dall'atavica e umana paura per la morte "Non è che abbia paura..." si mentì inutilmente "... ma perché dovrei andare là dentro? E se quel tizio fosse una specie di psicopatico serial killer?"
Ripensò alla storia che aveva letto e a ciò che gli era stato rivelato riguardo ai genitori: possibile che fosse tutto vero? Che un vampiro... non un vampiro qualsiasi, anzi... il signore dei vampiri, Dracula, sia reale e possa cercalo per ucciderlo?!
Era tutto così stramaledettamente assurdo, ma dentro di se non poteva escludere a priori il pericolo rappresentato da un essere demoniaco in cerca della sua testa!
"Cazzo, Jon... che diavolo vuoi che ti succeda? Non sarà più pericoloso di restare solo per questi vicoli in piena notte!" cercò di calmarsi "Dopotutto i morti non possono farti del mal..." ma il pensiero non si concluse: loro erano lì proprio per dimostrare il contrario!
Sapendo che a continuare in quel modo non avrebbe concluso nulla, il giovane si infilò nel pertugio, lasciandosi cadere nell'oscurità dell'obitorio di Londra.

GUILDFORD

Ah... nessuna sensazione può essere paragonata all'inebriante sapore dolce del sangue caldo di una giovane donna. Solo un lieve grido si era levato, per pochi istanti, dalla mia fragile vittima... per poi cedere all'abbraccio della morte sotto l'effetto del mio "bacio". La mia gola, bagnata da quel nettare di vita, è quasi impazzita di gioia, mentre le mie membra fremevano rivitalizzate.
Ora essa giace al sicuro da sguardi e profanazioni mortali, in attesa del risveglio a nuova vita...

Grazie a questo nuovo sangue la mia memoria sta lentamente riaffiorando...
Ora riesco a ricordare chiaramente due volti accanto a quello di Harker: Rachele, nipote del maledetto Van Helsing, la bambina che il vecchio paralitico aveva salvato dalla mia ira e cresciuta nel desiderio di vendetta... e Frank, Frank Drake, il mio indegno discendente, che oltre a rifiutare la mia eredità e il posto che gli avevo offerto accanto a me, si era ribellato, schierandosi dalla parte dei miei nemici e cercando la mia distruzione...
Quei due volti sono stati perennemente presenti nella mia ultima vita!
Sempre pronti per cogliermi impreparato, aspettando un momento di debolezza per distruggermi!
Ricordo ancora di quando erano riusciti a raggiungere il loro scopo... dovendomi poi riportare in vita per combattere contro una minaccia peggiore di me: il dottor Sun! La mia memoria è ancora offuscata e non rimembro con esattezza che fine possa aver avuto quel cervello pazzo... ci certo è stato un avversario temibile, fin dal nostro primo incontro. Ma una cosa renderà sempre diverso me da quell'essere: anche se sono morto più volte, io vivo! Io cammino ancora su questa terra... pronto a riprendere nuovamente la mia crociata si sangue...
Harker... Rachele... Frank... Sun... che fine avranno fatto tutti?
Che siano morti?
Che mi sia negato il piacere di piegarli alla mia volontà?

LONDRA

Blade proseguì silenzioso, accendendo una piccola torcia per illuminare la via nel buio dei corridoi dell'obitorio, anche se sembrò che lo facesse soprattutto a vantaggio del giovane, come se a lui non servisse affatto.
Jonathan gli restò incollato alle spalle come carta moschicida, iniziando a provare una stranissima sensazione all'altezza del basso torace: paura, ansia o eccitazione?
Nell'oscurità interrotta solo dal piccolo fascio di luce, le ombre danzavano incerte, riflettendosi su ogni oggetto di metallo e dando vita ad assurde e spettrali figure. Di certo quell'atmosfera non era accogliente né rassicurante... ed il pensiero di essere in un obitorio non aiutava l'animo del giovane: dopotutto era un editore, specializzato nel ramo dell'orrore, e le storie raccapriccianti erano il suo pane quotidiano.... il pensiero di poter essere finito all'interno di una delle storie che pubblicava lo terrorizzava: oltretutto, in una storia horror, il lieto fine non è assicurato!
Blade, simile ad un felino, una gigantesca pantera umana, si muoveva leggero come un fantasma, facendosi strada verso la sala delle celle frigorifere: quando Jonathan si accorse del luogo dove era giunto, cercò di farsi coraggio... qualsiasi cosa doveva succedere, sarebbe presto avvenuta e, poi, lui sarebbe stato libero di tornare a casa! Solo quello era il suo pensiero: tornare a casa... vivo...
E pensare che Katie lo aveva invitato ad un tetè-a-tetè e lui aveva rifiutato per sbrigare del lavoro arretrato: la giovane donna quasi non aveva creduto alla sua risposta, non riusciva a concepire che un essere di sesso maschile potesse dirle di no... e francamente Jonathan non poteva darle torto: nessun maschio sano di mente avrebbe preferito trascorrere una notte in un obitorio piuttosto che a casa di una rossa ventenne con fisico da modella e idee piccanti in testa! L'ultima volta che lei lo aveva invitato a casa propria, tre settimane prima, avevano incominciato con il gioco del tequila-sale-limone ed avevano finito completamente ubriachi, risvegliandosi il pomeriggio successivo nudi nell'idromassaggio: non si ricordava molto di quanto era accaduto, ma di certo era stato soddisfacente per entrambi...
"Spirito d'avventura?... Tsk..." sentenziò mentalmente, insultandosi per quello che stava facendo.
Improvvisamente, mentre Jonathan ripassava le curve del corpo di Katie per non pensare a dove era finito, Blade gli si bloccò davanti, e lui, per poco, non gli finì addosso.
Uno sguardo secco da parte del cacciatore impose il silenzio e con un gesto rapido estrasse un lungo arnese in legno: un punteruolo!
Jonathan arretrò leggermente, intuendo quello che stava per accadere... era un cliché: Blade avrebbe aperto una delle celle frigorifere da cui un non-morto assetato di sangue sarebbe sbucato fuori e definitivamente distrutto da quel picchetto.
In effetti, come il giovane Drake aveva pensato, il cacciatore allungò la mano destra verso la maniglia di una delle celle frigorifere, mentre con l'altra teneva il picchetto... abbassato?! A Jonathan la cosa non quadrava: in ogni racconto classico l'arma deve essere tenuta alta, pronta per colpire: perché, invece, Blade non sembrava importarsi di tale particolare?
Mentre, dopo un attimo di resistenza, lo sportello cedette e il piano metallico iniziò a scivolare lungo i rulli su cui era adagiato, Jonathan Drake si ritrovò con il fiato mozzato e gli occhi spalancati, in attesa dell'evento che avrebbe mutato la sua visione del mondo.
In attesa...
In attesa...
Il piano di metallo lucido venne estratto per metà, mentre una sagoma rigida si denotava sopra di esso: un cadavere... morto!
« Ma cosa...? » non poté fare a meno di esclamare « Che scherzo è questo, mister? »
Era terrorizzato dall'idea di vedere un morto vivente, ma il pensiero di aver passato quel quarto d'ora di terrore per nulla lo lasciava amareggiato.
« Sei un pivello, ragazzo... » sussurrò sorridendo Blade « Su... avvicinati e guarda... »
Vedere un cadavere congelato nella semioscurità creata da una piccola torcia elettrica non era di certo un'attrattiva, ma Jonathan decise di avvicinarsi.
« Guarda... »
Il dito del cacciatore indicava due piccoli fori alla base del collo del cadavere. Un uomo, sulla trentina, bianco, con capelli in parte brizzolati prematuramente e una rasatura vecchia di alcuni giorni... nulla in lui faceva pensare ad un terribile vampiro.
« Ti presento l'autore delle pagine che hai letto... o, meglio, ciò che resta di lui dopo l'incontro con il tuo avo! »
« Cosa? Non diciamo fesserie... questo cadavere è più inanimato di un sasso! » ormai la paura era scomparsa, lasciando spazio ad una certa spavalderia gratuita.
« Ragazzo... hai ancora tante cose da imparare... » aggiunse Blade, spingendo con una mano il giovane dietro di se « Sai quanti giorni ci voglio perché il processo di vampirizzazione si completi? »
Jonathan richiamò facilmente a se simili nozioni: « Dipende dall'autore... gli scrittori moderni tendono a velocizzare tale processo anche a pochi minuti, specie nella speranza di trarne un film in cui i tempi "morti", scusa il gioco di parole, sono da evitare. I vecchi autori, invece, restavano in un tempo variabile da due a quattro giorni... »
« Tre! » concluse il cacciatore « Tre sono i giorni necessari per completare la rinascita alla non-vita... e lo sai da quanti giorni è morto il nostro amico? »
Improvvisamente il sangue del giovane si bloccò nelle vene, mentre la paura iniziava a farsi nuovamente strada nella sua mente: se tutte quelle erano fandonie, di certo Blade era un ottimo attore...
« Tre! »
Con un fremito, il corpo morto sembrò quasi rispondere all'affermazione del cacciatore, mentre le palpebre si aprivano lentamente. Prima che il ragazzo potesse pensare a qualsiasi cosa, la mano del cadavere era già scattata rapida verso il collo del cacciatore, mentre una bocca spalancata mostrava lunghe zanne al posto dei canini.
« Diavolo dannato... » sussurrò con voce strozzata Jonathan Drake.
« Puoi dirlo, ragazzo! » confermo Blade, mentre con non curanza piantava il picchetto nel cuore del vampiro, mettendo fine alla sua non-esistenza.

Da secoli vago solitario nel mondo
dispensando un sembiante dell'amore...
un bacio rubato, poi di nuovo nella notte
pago della vita e del sangue,
E al mattino sono soltanto un sogno
un corpo freddo che gela sotto una pietra.

Ti ho detto che non avrei fatto del male. Sono fatto di pietra,
per lasciarti in pasto al tempo e al mondo?
Ti ho offerto una verità al di là dei tuoi sogni
mentre tu potevi offrirmi solo il tuo amore.
Ti ho detto che andava tutto bene, e che il sangue
ha un sapore più dolciastro sulle ali della notte.

A volte i miei amori si alzano e camminano nella notte...
A volte giacciono per sempre sotto un pietra
senza mai conoscere i piaceri del letto e del sangue,
o la dolcezza di una passeggiata tra le ombre del mondo;
e marciscono, invece, in mezzo ai vermi. Oh! Amore mio,
sussurravano che eri risorta, nel mio sogno.

Ti ho aspettata tutta la notte vicino alla tua tomba
ma tu non vuoi lasciare il tuo sogno per cercare il sangue.
Buonanotte, amore mio. Ti avevo offerto il mondo.


Il brano in corsivo è "La sestina del Vampiro" scritta da Neil Gaiman

Eredità maledette - parte terza -

I'm a vampire, babe,
suckin' blood
from the earth
I'm a vampire, baby,
suckin' blood
from the earth.
Well, I'm a vampire, babe,
sell you
twenty barrels worth.

I'm a black bat, babe,
bangin' on
your window pane
I'm a black bat, baby,
bangin' on
your window pane.
Well, I'm a black bat, babe,
I need my high octane.


LONDRA

« Forza, ragazzo... non è niente... » disse, con intento forse consolatorio, Blade.
« Cosa?! » rispose Jonathan Drake « Ho appena visto il pet... » ma la frase non venne terminata, mentre un nuovo conato di vomito ricoprì il marciapiede.
Blade non si scompose e porse al giovane un fazzoletto: « Per essere un editore di romanzi horror, hai lo stomaco debole... »
Il tono ironico era ben chiaro.
« Ho appena visto il petto di un uomo... » cercò di ripetere pulendosi con il fazzoletto « ... squarciato da un punteruolo di legno... e tu... » continuò alzando lo sguardo verso gli occhi gelidi dell'uccisore di vampiri « ... tu mi dici che "non è niente"? »
Blade lasciò il ragazzo libero di sfogarsi e poi disse con voce dura: « Che tu lo voglia o no, Jonathan Dracula, questa è la tua eredità e il tuo retaggio... e, ora che Vlad è tornato alla vita, hai solo due possibilità... »
Al giovane gelò il sangue nelle vene: ormai era chiaro dove Blade voleva arrivare... specialmente dopo l'uso del suo cognome nella forma originale.
« O riprendi la vita che hai sempre vissuto... dimenticando ciò che hai visto e sentito questa sera... »
"Mmmm... alternativa interessante... ora arriverà di certo un 'ma'..."
« Ma Dracula ti troverà e la non-morte potrebbe essere il destino meno doloroso per te... »
"O..." continuò a pensare in silenzio, ragionando sull'assurdità di ciò che stava accadendo.
« O puoi scegliere la via di tuo padre e di tua madre... combattere contro Dracula... contro i vampiri... e contro il tuo destino! »

GUILDFORD

Vita... Morte...
Concetti così simili...
Perché si teme la morte? Perché anela con instancabile affanno la vita?
Folle è questa ricerca... stolta questa fuga...
Come si può fuggire dal destino?
Come si può sconfiggere la morte?

Ma è così diversa la mia esistenza?
È ugualmente vana la mia missione?
Io che voglio donare al mondo intero una nuova vita oltre la morte, una nuova fede sopra ogni credo, un nuovo ordine al di là del caos...
Forse sono effimeri i miei sogni al pari di quelli di ogni uomo su questa terra?

NO!

Non può essere... io sono Dracula, nato sovrano figlio di sovrani, guerriero discendente di guerrieri...
Ogni errore della mia vita è divenuto trionfo... ogni sconfitta è stata trasformata in vittoria...
Sono morto molte volte, ma neanche la morte mi ha fermato... In molti hanno provato a fermarmi: nessuno ci è riuscito...

La mia crociata, invero, ha avuto molti fieri opponenti: Van Helsing, i due Harker, Blade... e il mio stesso discendente...

Devo sapere se i miei nemici esistono ancora... devo sapere chi può opporsi a me... a Dracula, signore dei non-morti.

LONDRA

Jonathan Drake sedeva di fronte all'uomo chiamato Blade all'interno del "White rabbit", l'unico pub che frequentava con una certa regolarità anche grazie agli orari estremamente flessibili che gli venivano concessi.
Come la maggior parte degli editori amava la lettura più di ogni altra cosa... e spesso si dilettava anche nella scrittura: non aveva mai, però, avuto la forza sufficiente per pubblicare le proprie opere... non se la sentiva di affrontare la critica ed il parere del pubblico, nonostante il suo grande amico Brian Stableford lo continuasse ad assicurare riguardo la buona qualità delle sue opere.
Al "White Rabbit" era solito passare diverse ore almeno una o due volte alla settimana: i gestori erano suoi amici e gli tenevano sempre un tavolo riservato. Jonathan amava stare lì, immerso nella folla londinese ed, allo stesso tempo, staccato da essa: quell'atmosfera particolare lo ispirava e gli permetteva di scrivere quelli che considerava i suoi pezzi migliori.
Dopo aver osservato l'ultimo discendente dei Van Helsing tracannare il quinto bicchiere di whisky, Blade intervenne.
« Ragazzo... ora basta... »
Jonathan lo guardò con occhi appannati dall'effetto dell'alcool.
« Ma che cazzo vuoi? »
« Voglio salvarti la vita... »
« Perché?! Non ti ho mai visto prima di oggi... »
Per la seconda volta, nello sguardo freddo di Blade comparve una luce nostalgica.
« Non c'ero quando Dracula uccise Harker... non c'ero quando i tuoi genitori fermarono Dracula... » nella voce forte c'era un'intonazione malinconica... era la voce di un uomo con troppo passato « ... non c'ero quando la Legione uccise i tuoi genitori... »
"La Legione?"
« ... ora non voglio dover dare la caccia anche a te: lo devo a Quincy... lo devo a Rachele... lo devo a Frank... »
Il silenzio calò prepotente fra i due uomini: il locale era quasi vuoto e le uniche persone ormai presenti erano tutte in mondi a parte, ognuno vittima dei propri problemi.
« Che cosa è la Legione? »

GUILDFORD

Cosa è accaduto durante il mio ultimo sonno?
Anni... decenni: tutto perduto...
Un tempo dominatore di uomini... poi dominatore di vampiri... ed ora?

Chi sono ora?

Ho bisogno di altro sangue... e di riposo nella terra del mio regno, terra di Transylvania: devo sapere dove sono ora... devo ritrovare uno dei miei rifugi... una delle mie bare...

Creature della notte: il vostro signore è tornato e domani esigerà il posto che è suo di diritto!

Uomini mortali: ricordatevi il sapore della paura... questa notte Dracula prenderà un'altra delle vostre donne!

LONDRA

« Dracula non è un vampiro come altri... la sua forza e il suo carisma sono fuori dal comune: suo è da sempre il controllo sui figli di Lilith. Ma quando, vent'anni fa lui scomparve, i vampiri si ritrovarono senza guida e senza controllo: ucciderli divenne semplice ed in centinaia trovarono la pace del sonno della morte... »
Jonathan ascoltava in silenzio le parole di Blade: la sua famiglia non era morta in un incidente... i suoi genitori erano stati uccisi!
« Le armate di Dracula non esistevano più... ma i pochi vampiri ancora in circolazione non tardarono a comprendere la necessità della collaborazione al fine della sopravvivenza: nacque così la Legione... »
« Vuoi forse dire che sta nascendo uno stato di vampiri? » domandò stupito Jonathan, che in quelle parole stava vedendo realizzarsi l'orrore narrato in molti racconti.
« No... non uno stato... ma un'organizzazione capillare nella quale i non-morti si sono spartiti territori di caccia... » continuò l'uomo « Dalla parte opposta, invece, l'organizzazione di Harker iniziò a sfaldarsi, considerando finalmente scomparso il pericolo... e questa leggerezza li condannò! »
« La Legione, forte nel numero e nella rinnovata compattezza, diede la caccia ai cacciatori... » ipotizzò il giovane.
« Esattamente... » commentò Blade, serrando i denti per la rabbia « Furono tutti catturati... e mentre i più fortunati vennero uccisi, altri furono iniziati alla non-morte... »
« Ed i miei genitori? »
L'uomo, per la prima volta, abbassò lo sguardo.
« In un momento di coscienza, lottando contro la sete di sangue, mi rintracciarono... » narrò con voce cupa « ... in nome della nostra antica amicizia mi chiesero due cose: il loro primo pensiero fu per te... loro interesse era che tu fossi protetto, nell'ignoranza del lato oscuro di questo mondo... ma se il destino ti avesse posto in pericolo, mio dovere sarebbe stato quello di istruirti... »
Dopo un attimo di silenzio, durante il quale Jonathan cercò di assimilare le la rivelazione che aveva appena avuto sulla fine dei propri genitori, domandò: « Istruirmi? »
« Addestrarti... fare di te un cacciatore... la tua è un'eredità maledetta, ma ora che Dracula è tornato nulla gli impedirà di chiedere vendetta! »
Ancora silenzio.
Jonathan sentì impellente il bisogno di nicotina: estrasse il pacchetto di sigarette e con mano tremante ne prese una e l'accese... Solo dopo due intense boccate di fumo si sentì meglio...
« Diventare un cacciatore di vampiri per riprendere l'eterna lotta contro Dracula? »
« Sì... »
« Uccidere per non essere ucciso? »
« I vampiri sono creature dannate... sono già morti... »
Con un gesto lento Jonathan si alzò.
« Dammi qualche ora per riflettere... credo di averne diritto... »
« Sarò a casa tua alle nove... »
Jonathan non rispose... non si oppose... non salutò...
In silenzio uscì dal "White Rabbit".

Katherine Wycliff si era addormentata sul divano, lasciando cadere a terra il terzo martini della serata.
Era furiosa con Jon... ad una come lei nessuno aveva mai detto di no: ed, in effetti, solo un folle avrebbe preferito una notte di lavoro, chiuso nel proprio studio a leggere romanzi horror, ad una notte con lei.
Il suono del batacchio sulla porta la ridestò...
Con i capelli di fuoco stupendamente disordinati, la ventenne si trascinò semi-addormentata fino alla porta.
« Sì?! » domandò senza aprire gli occhi per controllare attraverso lo spioncino.
« Katie... »
Spalancando gli occhi di colpo, la ragazza aprì la porta... era proprio Jon.
« Che cosa vuoi? » chiese, cercando di restare più fredda possibile.
« Solo un po' di compagnia... »
« Beh... l'invito è ormai scaduto... » sorrise maliziosamente, stiracchiandosi come un gatto « Dovrai fare qualcosa per farmi cambiare idea... »
Jonathan la guardò: ogni centimetro di quella candida pelle traspirava sensualità... in lui rapida si accese la passione.
« Ok... farò del mio meglio... » sorrise, abbracciandola ed iniziando a baciarla, mentre con il piede chiudeva la porta dietro di sé.

GUILDFORD

Alle sei del mattino, il giovane Harry Jones stava iniziando il suo giro di consegne.
Il diciottenne era felice di quel posto di lavoro: la paga non era pessima, il lavoro non era eccessivo e dopo aver portato tutti i giornali a destinazione aveva tutto il tempo di recarsi a scuola...
Il suo percorso lo faceva passare tutti i giorni attraverso una viuzza abbandonata nella vecchia zona industriale: avrebbe benissimo potuto seguire la via principale, ma il percorso sarebbe risultato allungato di almeno dieci minuti... e non poteva permetterselo... avrebbe fatto tardi a scuola!
Mentre proseguiva sul proprio tragitto vide la sacca anteriore sbilanciarsi e, con una mossa azzardata, cercò di recuperare il carico prima che potesse cadere. La manovra fu portata a termine con successo ma, non appena rialzò la testa, ebbe giusto il tempo per accorgersi della presenza di un ostacolo davanti a lui... ma non riuscì a fare in tempo ad evitarlo...
Quando si rialzò da terra si girò per constatare il danno: i giornali erano sparsi per tutta la strada.
« Merda... » commentò Harry.
Poi il suo sguardo cercò l'ostacolo contro cui era andato... e ciò che vide gli congelò il sangue nelle vene...

LONDRA

Jonathan Drake lasciò l'abitazione di Katie poco dopo le 8.
Le ore trascorse con lei gli avevano concesso una tregua dagli orrori della notte: non aveva mai pensato al loro rapporto come qualcosa di più di semplice e disimpegnato sesso... ed era certo che anche per la ventenne non fosse nulla di più: entrambi erano più che soddisfatti da quello stato di cose e non c'era interesse a cercare qualcosa di diverso...
Praticamente non dormiva da più di ventiquattro ore, ma non si era mai sentito lucido come in quel momento: era pronto ad affrontare Blade!

L'ultimo discendente dei Van Helsing giunse a casa in tempo, trovando l'uccisore di vampiri ad attenderlo.
Senza saluti i due uomini entrarono silenziosamente ed, in eguale silenzio si diressero verso lo studio.
Si sedettero e Blade restò immobile, fissando con occhi decisi il giovane.

« Quante possibilità avrò di liberarmi di Dracula? »
« Non so se esiste un modo per fermare definitivamente Dracula... »
« Quante possibilità ho ora di sopravvivere? »
« Praticamente nessuna... »
« E se tu mi addestrassi? »
« Nessuno può dirlo... »

Silenzio.

« Ti prego... fai del tuo meglio... »

Blade, per la prima volta, sorrise apertamente.

TELEGIORNALE

"Notte di violenza a Guildford, XXX.
I corpi di due uomini, Peter K. e Roger H., sono stati ritrovati nella vecchia zona industriale da un giovane di passaggio, deceduti in seguito ad una violenta colluttazione: da una prima analisi del medico legale l'ipotesi più attendibile resta quella di una sanguinosa lite, in seguito ad un consumo eccessivo di alcool, conclusa con la morte dei due compagni.
In altre due zone completamente diverse, Roxanne B. e Carol T., sono state ritrovate morte in circostanze misteriose: indiscrezioni non confermate parlano di perdita totale di sangue. Questo particolare potrebbe ricollegare i due decessi all'assassinio di Brandon W., ritrovato ieri mattina in identiche condizioni..."

LONDRA

Ora ricordo...
... ricordo ogni cosa...
... ricordo di come uccisi Harker...
... ricordo di essere stato fermato da Rachele Van Helsing e dal mio discendente, Frank Drake...

... e ricordo un infante... figlio dei miei nemici...

... ricordo...

... Jonathan!

Good times are comin',
I hear it everywhere I go
Good times are comin',
I hear it everywhere I go.
Good times are comin',
but they sure comin' slow.

I'm a vampire, babe,
suckin' blood
from the earth
I'm a vampire, baby,
suckin' blood
from the earth.
Well, I'm a vampire, babe,
sell you
twenty barrels worth.

Good times are comin'.


Il brano in corsivo è "Vampire Blues" di Neil Young
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Re: Dracula (V.M. 14)

Messaggiodi SeanMacMalcom » 25/08/2010, 9:09

La Legione - parte prima -

Tu che t'insinuasti come una lama
Nel mio cuore gemente; tu che forte
Come un branco di demoni venisti
A fare folle e ornata, del mio spirito
Umiliato il tuo letto e il regno-infame
A cui, come il forzato alla catena,
Sono legato: come alla bottiglia
L'ubriacone; come alla carogna
I vermi; come al gioco l'ostinato
Giocatore - che sia maledetta.


LONDRA

Ancora una volta è notte... la sesta notte dal mio ritorno alla vita...
Ormai la memoria è stata restaurata... i ricordi mi appartengono nuovamente...

Questa non sarà una notte di caccia... non ho bisogno di nuovo sangue...
Questa sarà una notte di ricerca... devo sapere se le mie schiere sono state distrutte... se l'organizzazione di Harker esiste ancora...

Io, signore dei vampiri, questa notte ristabilirò il controllo sui non morti... E domani sul mondo intero...

LONDRA

« Sei lento! » rimproverò con voce profonda Blade « Sei lento ed flaccido... »
Jonathan Drake, ultimo discendente di Dracula e di Abraham Van Helsing, si rialzò da terra, sputando sangue.
« Merda... » imprecò « ... ma vuoi uccidermi? »
Blade gli girò intorno, con movenze da pantera ed occhi gelidi: il torso nudo mostrava una muscolatura potente, scolpita in un corpo d'ebano.
« Non stai allenandoti per un torneo... io ti sto addestrando per farti salvare la pelle... »
Jonathan si raddrizzò lentamente, scuotendo la testa nel tentativo di recuperare coscienza: il suo corpo, anch'esso mezzo nudo, mostrava un fisico virile con una muscolatura agile, dovuta ad anni di nuoto... ma certamente il paragone con Blade non era proponibile.
« Ok... ok... dammi un minuto per riprendere fiato... »
L'uomo non rispose e il giovane si diresse verso una sedia su cui erano appoggiati i suoi abiti e un asciugamano. Dopo essersi terso dal sudore, Jonathan allungò le mani nelle tasche della giacca e le ritirò trattenendo un pacchetto di sigarette e l'accendino. Con un movimento abitudinale si portò una sigaretta alla bocca e l'accese...
... o meglio era ciò che avrebbe voluto fare, se solo la sigaretta fosse restata al suo posto!
Senza neanche accorgersi, si ritrovò con le labbra vuote e la fiamma che brillara nell'aria senza scopo. Girandosi stupito, vide Blade gettare a terra un mucchietto di tabacco... quello proveniente da tutte le sigarette del pacchetto.
« Ma che diavolo...?! »
« Interessante il tuo concetto di "riprendere il fiato"... » il tono dell'uomo era severo e non ammetteva repliche « ... da oggi puoi pure dire addio a fumo e alcool... il tuo fisico deve essere in forma perfetta per sopravvivere! »
"Ma porca p..."
« Da quanti anni fumi? »
« Tredici... »
« Bene... potrai vantarti di aver smesso dopo tredici anni... »
"Smettere di fumare? Ma questo si è totalmente bevuto il cervello... come se fosse possibile smettere dopo aver fumato per più della metà della tua vita..."
« Non pensarlo... »
« Cosa? » chiese stupito Jonathan.
« Quello che stai pensando... »
« E cosa starei pensando? » lo guardò, divertito.
« Che "non puoi"... » lo ammonì Blade « Volere è potere: se inizi a rifugiarti dietro "io non posso" o "io non ci riesco" non riuscirai mai a far nulla nella vita... e, in questo particolare caso, non riuscirai a sopravvivere! »

MAIDSTONE

« CHI E' STATO? » tuonò « Voglio sapere chi è stato e lo voglio sapere ORA! »
« Non lo sappiamo, signore... »
« Per Lilith! Ma siete degli idioti!!! »
« Jason e Katie non hanno visto nulla, signore... »
« "Jason e Katie non hanno visto nulla, signore..." » ripetè in falsetto « E che cazzo stavano facendo per non vedere nulla?! »
« Beh... »
« Beh?! »
« Ecco, signore... »
« Ahhhh... comprendo... così mentre loro se la spassavano in chissà quale topaia, qualcuno ha ucciso ben cinque persone nella nostra zona! Ottimo esempio di come anche un non-morto possa ragionare con gli organi sbagliati! »
« Sì, signore... »
« Banditeli! »
« Cosa?! »
« BANDITELI! »
« Signore... sono ancora nuovi... »
« Per quello che mi riguarda sono fortunati che non vada io stesso a piantare loro un picchetto nel cuore! Ed ora vai... o potrei pensare che tu voglia contrastare un mio ordine! »
« Sì signore... No, signore... »
« Idioti... sono circondato da idioti! »

LONDRA

« Blade... » richiamò l'attenzione del suo mentore, con tono pacato.
« Dimmi... »
La prima notte di allenamento era appena conclusa: Jonathan non credeva di avere qualche punto del corpo sano... probabilmente se anche avesse avuto qualche possibilità di sopravvivere a Dracula, non ne aveva di sopravvivere a Blade!
Raffreddando con del ghiaccio un grosso livido sulla gamba, l'ultimo discendente dei Van Helsing pensava silenzioso a tutto ciò che stava accadendo... a tutto ciò che aveva appreso e a tutto quello che ancora aveva da apprendere... soprattutto riguardo a se stesso e alla propria origine.
« Puoi parlarmi dei miei genitori, per favore? » quasi in un sussurro.
Il cacciatore di vampiri girò lo sguardo verso di lui: e quello sguardo, solitamente gelido, parve velarsi per un istante di nostalgia... malinconia... o, forse, rimpianto...
« Cosa vuoi sapere? » domandò, ponendosi a sedere e rivolgendo l'attenzione a lui.
« Non so... » ammise semplicemente Jonathan « Sono così tante le cose che ho scoperto ignorare riguardo a loro... riguardo a me stesso... »
Il silenzio calò fra loro... il ricordo della famiglia perduta, in un certo senso da entrambi, inibiva la conversazione...
« Come sono morti? » sussurrò ad un certo punto il giovane Drake.
A quella domanda Blade non riuscì a conservare la posizione seduta: il ricordo di quello che aveva dovuto fare non lo riusciva ancora a lasciare, pur sapendo che era stato per la loro salvezza.
« Sono stati iniziati alla non-morte dalla Legione... » sussurra il predatore nero « ... e, poi, ho donato io stesso loro la pace eterna. »
Jonathan fissò l'uomo: con il possente fisico scolpito ed ancora in parte sudato per l'allenamento, appariva quasi circondato da un'aurea di invulnerabilità... ma il sentimento nascosto in quelle parole era più che evidente.
« Come accadde? » non potè fare a meno di domandare.
« La dinamica degli eventi non sono riuscito a ricostruirla precisamente... » riprese Blade dopo un attimo di silenzio « Da quello che sono riuscito a comprendere, i tuoi genitori stavano facendo ritorno a casa dall'ennesimo funerale di un membro dell'organizzazione di Harker: non mancavano mai, sia per rispetto della memoria del defunto, sia per assicurarsi che il defunto restasse tale... »
Jonathan seguì in silenzio le parole dell'uomo: si ricordava bene di come i genitori molto spesso erano costretti a viaggiare "per lavoro"... ma di certo non si era mai potuto immaginare quale genere di assurdo "lavoro" dovessero condurre.
« Quella sera, però, la Legione tese loro un'imboscata... » continuò il cacciatore « ... e per quanto i tuoi genitori fossero abili, non poterono nulla contro un esercito di non-morti... »
Blade si mosse a passi lenti verso la finestra, a perdere lo sguardo nel buio cielo londinese: in lui una domanda non trovò mai risposta "... e se io fossi stato lì?"...
« Non passarono neanche sette giorni che essi riuscirono a rintracciarmi, sfruttando le informazioni della Legione stessa: la sete di sangue li stava dilaniando, ma non volevano cedere... e non volevano neanche cercare la pace prima di poterti affidare a me. » parlava ora senza guardarlo « L'ultimo atto che mi chiesero era un atto di misericordia: donare loro il riposo della morte... ed io non potei rifiutarlo. »
Jonathan fissava il nulla avanti a sé, soppesando la gravità di ognuna di quelle parole.
« Decisi, però, di evitare ogni contatto con te... la Legione stava ancora sorgendo e le loro informazioni erano incomplete e parziali: c'era la possibilità che loro non sapessero di te... e così era in effetti... » si girò, nuovamente verso di lui « Speravo di poterti risparmiare l'orrore della conoscenza: ma questo, a quanto pare, non è possibile... non ora che Dracula è tornato in vita... non ora che lui cercherà di compiere su di te la vendetta che non ha potuto avere sui tuoi genitori. » concluse, fissandolo per un istante prima di voltare le spalle e dirigersi verso un'altra stanza.
Jonathan lo fissò in silenzio... e poi improvvisamente lo chiamò: « Blade... »
L'uomo si bloccò sulla porta: « Dimmi... »
« Non è stata colpa tua... »
Blade sembrò incerto a quelle parole... e prima di scomparire oltre la porta aggiunse quasi sottovoce: « Non potremo mai saperlo... »

LONDRA

« Sei molto bella... »
Roy T. Greyson: studente universitario, figlio di famiglia benestante e cresciuto in maniera più che viziata... ciò che voleva lo prendeva, senza troppi complimenti.
« E tu mi vuoi... »
Sarah Lake: studentessa universitaria, come molte con non poche difficoltà economiche... come molte conduceva un'attività "discutibile" per procurarsi ciò che le serviva per mantenersi gli studi. Roy, in particolare, era una buona fonte di reddito... con poche carezze diventava completamente malleabile: il sesso l'aveva reso praticamente dipendente... e Sarah era diventata molto brava in quello che faceva.
« E cosa senti? » sorrise malizioso... estasiato dai movimenti sensuali di lei contro di sé.
« Sento che ho fame... ho fame di te... » sussurrò lei.
La scena non offriva apparentemente nulla di nuovo: un vicolo dietro ad un cinema, due giovani in calore... con quello che ne poteva conseguire.
Ma un piccolo e non banale particolare cambiava completamente le carte in tavola: il cuore di Sarah Lake aveva smesso di battere da più di un mese...

Odore di morte...
Odore di sangue...
Carne morta... sangue vivo...
Qualcuno dei miei figli si sta nutrendo... ma dove?
Gli uomini di Harker non hanno distrutto tutte le mie schiere, allora...
Ecco... eccola: una figlia delle tenebre...
Attraente quanto abbasta per poter trovare di che nutrirsi utilizzando il proprio corpo come trappola per giovani colmi di ormoni.
Ma, che lei sia dannata di più di quanto non lo sia già, che cosa sta facendo?

Sarah Lake aveva scelto con cura la sua nuova preda ed il momento per nutrirsene: Roy si era fatto coinvolgere in un brutto giro nelle ultime settimane... e questo lo avrebbe di certo portato all'espulsione dall'università. Un colpo che, un ragazzo psicologicamente fragile, non avrebbe incassato volentieri...
Un colpo che poteva giustificarne la scomparsa...

Lo sta facendo a pezzi...
Lo sta facendo a pezzi e lo sta nascondendo in un sacco...
Che senso ha tutto questo?!
Che senso ha distruggere un nuovo non-morto prima che possa rinascere?!
Come può la mia crociata compiersi con questi presupposti?!
No!
Non posso permettere che questo scempio prosegua...

« Fermati... »
Una voce... una voce sconosciuta a Sarah: una voce profonda e fredda... una voce che la bloccò.
« Fermati tu che sprechi il dono che ti è stato concesso! »
Girandosi lentamente la vampira vide una figura materializzarsi dal nulla... dove prima era una leggera nebbia compare un uomo... alto, apparentemente esile... portamento nobile e fiero... uno sguardo difficile da sostenere... se ne sentì succube.
« Chi... sei?... » sussurrò appena: per la prima volta intimorita da qualcosa da quando è stata iniziata alla non-vita dalla Legione.
« Sono il tuo signore e padrone... »
« Il mio... signore... è Klein... » sussurrò, mentre non riuscendo più a reggersi in piedi di fronte a quell'uomo, crollava sulle ginocchia.
« Io sono il signore di ogni vampiro... io sono il padrone del regno della notte... io sono Dracula! »
« Dracula... » gemette la non-morta, sempre più oppressa dalla forza di lui.

Io sono il signore dei vampiri...
Nato per essere condottiero... sovrano...
Dominatore incontrastato di Transylvania...
Rinato per conquistare il mondo, un mondo in cui il vampirismo sarà la sola realtà...
Io sono Dracula...

« Dracula è una leggenda... » una voce inattesa squarciò la notte alle spalle del signore della morte.
« Chi osa? » la voce del conte trattenne a stento l'ira nel sentire qualcuno contrastare la sua parola... e voltandosi di scatto vide il vicolo chiuso da un gruppo di uomini... di vampiri « Come osate voi, indegni eredi del mio dono, opporvi a colui che vi è padre... che vi è dio?! »
« Noi siamo la Legione... e tu, folle, sei nel territorio sbagliato! » rise uno di essi, lo stesso che aveva parlato poco prima « ... ed ora MORIRAI! »

Ho chiesto alla fulminea spada, allora,
Di conquistare la mia libertà;
Ed il veleno perfido ho pregato
Di soccorrer me vile. Ahimè, la spada
Ed il veleno, pieni di disprezzo,
M'han detto: " Non sei degno che alla tua
Schiavitù maledetta ti si tolga,
Imbecille! - una volta liberato
Dal suo dominio, per i nostri sforzi,
tu faresti rivivere il cadaver
del tuo vampiro, con i baci tuoi!"


Il brano in corsivo è "Il Vampiro" di Charles Baudelaire

La Legione - parte seconda -

Come into these arms again
And lay your body down
The rhythm of this trembling heart
Is beating like a drum

It beats for you - It bleeds for you
It knows not how it sounds
For it is the drum of drums
It is the song of songs...

Once I had the rarest rose
That ever deigned to bloom.
Cruel winter chilled the bud
And stole my flower too soon.

Oh loneliness - oh hopelessness
To search the ends of time
For there is in all the world
No greater love than mine.


LONDRA

Io sono il signore dei vampiri...
Nato per essere condottiero... sovrano...
Dominatore incontrastato di Transylvania...
Rinato per conquistare il mondo, un mondo in cui il vampirismo sarà la sola realtà...
Io sono Dracula...

« Dracula è una leggenda... » una voce inattesa squarciò la notte alle spalle del signore della morte.
« Chi osa? » la voce del conte trattenne a stento l'ira nel sentire qualcuno contrastare la sua parola... e voltandosi di scatto vide il vicolo chiuso da un gruppo di uomini... di vampiri « Come osate voi, indegni eredi del mio dono, opporvi a colui che vi è padre... che vi è dio?! »
« Noi siamo la Legione... e tu, folle, sei nel territorio sbagliato! » rise uno di essi, lo stesso che aveva parlato poco prima « ... ed ora MORIRAI! »
« Folli voi! » con disprezzo il signore dei non-morti osservava quei vampiri privi apparentemente di ogni rispetto « Folli voi che tentate di opporvi a me... folle è il vampiro che si oppone al signore di ogni vampiro... a Dracula! »
« Parole farneticanti... » sorrise il capo di quel branco « Questo è territorio di Klein... Klein comanda e domina incontrastato... e tu devi essere il pazzo che ha osato opporsi alle regole della Legione... creando due nuovi vampiri senza permesso alcuno... »

Vampiri che distruggono i cadaveri delle proprie vittime...
Vampiri che si oppongono a me...
Vampiri che chiedono permesso per infoltire le mie schiere...
In che razza di assurdo mondo mi sono ridestato?!

« Su di te vi è una taglia... » continuò il non-morto « ... e noi intendiamo riscuoterla... a costo di staccarti la testa dal resto del corpo... »
Dracula, spirito condottiero e spirito guerriero, sovrano di Transylvania, sterminatore di turchi un tempo e signore dei non-morti forse ora, guardò con disprezzo quelli che non voleva riconoscere come suoi discendenti... coloro che osavano mancargli di rispetto...
« Vi credete forti... » sussurrò il conte.
« Lo siamo... e siamo più numerosi di te... »
« Nessuno ha mai sconfitto Dracula... »
« E smettila con questa menata... tu non sei Dracula! Dracula non esiste... »
Ma, prima ancora che il vampiro potesse concludere la frase, laddove vi era un attimo prima il sovrano della notte, solo una leggera nebbia restava...
« Cosa è successo?! »
» FOLLI! « la voce di Dracula sembrava rimbombare nel cunicolo » Così boriosi ed arroganti... così sicuri nella vostra forza e nelle vostre leggi tanto da dimenticare la vostra stessa natura... «
Il gruppo di vampiri si guardava attorno, cercando di comprendere dove fosse finito il loro avversario.
« Dove sei?! » gridò il capo del branco.
» Proprio dietro di te... « sussurrò la voce di Dracula... provenendo veramente da dietro al non-morto, seppur nulla vi era visibile » ... io sono il sovrano dei non-morti... e chi si oppone a me, morirà! «

« AAAAAAAAAAAARGHHHHHHHH... »

MAIDSTONE

Klein: un tempo aveva anche un nome... forse... ma è passato troppo perchè potesse ricordarselo.
Fu iniziato alla non-vita dalla sua ragazza, Juliette, molti, molti anni prima...

All'epoca era un giovane come altri, tanti sogni in testa, nulla fra le mani... passione per la vita... passione per la sua donna.
Una notte ella non ritornò a casa dal lavoro come commessa in una drogheria...
Klein, folle per la preoccupazione, rivoltò senza successo l'intera città: ma di Juliette non vi era traccia.
Dopo tre interminabili giorni di ricerche, tornò a casa distrutto... non poteva immaginare cosa lo stava attendendo: la donna con cui aveva scoperto l'amore... la donna a cui più di ogni altra cosa teneva... la donna che tanto aveva cercato da tre giorni era lì sul loro letto!
Nuda, divina, stupenda, sensuale ed eccitante... lo guardava, invitandolo a lei...
I due amanti si abbracciarono, con desiderio reciproco...

Nessuno sà se Klein si accorse di quanto era fredda lei in quella sera...
Nessuno sà se Klein si accorse di quanto stava accadendo nel culmine della loro passione...
Nessuno sà se Klein si accorse di star morendo...

Ciò che è certo che a Klein la non-morte non fu mai scomoda... non divenne mai stretta...
Era con Juliette... null'altro contava...

Questo però non era destinato a durare...

Un giorno gli uomini di Harker li trovarono...
Diedero loro la caccia, quasi come se fossero animali...
Juliette non "sopravvisse" alla fuga...

Molte volte, da quel giorno, Klein aveva pensato al suicidio...
Ciò che credeva essere un sogno stupendo, una vita eterna ed immortale accanto a chi amava, divenne il suo incubo...
Gli anni passavano... e Klein rifiutava ogni nutrimento... rifiutava ogni contatto con il resto del mondo...
Questo fino alla fine di Dracula...

Lui era forse uno dei pochi a ricordarsi dell'esistenza reale di Dracula... uno dei pochi ad essere sopravvissuto allo sterminio a cura dell'organizzazione di Harker.
E quando seppe della morte di Harker e della fine del signore dei vampiri... quando comprese che entrambe le fazioni erano prive di un vero leader... in quel momento esplose forte in lui il desiderio di vendetta!
Avrebbe preso il controllo del popolo della notte...
Avrebbe distrutto coloro che avevano distrutto la sua non-esistenza...
Sarebbe diventato il nuovo signore dei vampiri... lo avrebbe fatto solo per Juliette...

MAIDSTONE

« Signore... »
Klein cercava di contenere l'ira coprendosi il viso con una mano.
« Signore... non si sente bene? »
« Secondo te... » sussurrò con un filo di voce « ... come dovrei, come potrei sentirmi?! »
Gli occhi decisi di colui che aveva fondato la divisione britannica della Legione, nonchè la prima fra tutte le Legioni, fissarono con disprezzo il non-morto latore di così pessime notizie.
« Mi hai appena detto che cinque... ripeto cinque dei miei sottoposti stanziati a Londra sono stati distrutti senza pietà... mi hai appena detto che la matrice di tale attacco è del tutto sconosciuta, al di fuori di ciò che potevamo prevederci da qualche residuo del gruppo di Harker o da Blade... senza contare che un vampiro gira nel mio territorio infrangendo ogni regola della Legione... » le parole erano appena sussurrate, scandite lentamente sulle labbra di Klein, ma sembravano risuonare in maniera maggiore che se fossero mai state gridate.
« Ed ora dimmi, razza di deficiente... » sussurrò ancora mentre si alzava avvicinandosi all'interlocutore « ... COME CAZZO DOVREI SENTIRMI?! »
Potente risuonò la voce di Klein per i lunghi corridoi... ogni movimento si interruppe a quel grido di rimprovero: nessuno osava opporsi a colui che per loro era signore e padrone.
E, d'altra parte, lo sventurato vampiro che in questo momento si trovava a consegnare simili notizie, tratteneva a stento il tremore davanti a quell'ira.
« Hai ventiquattro ore per portarmi una... UNA SOLA buona notizia... poi diverrai cibo per i topi... » concluse Klein, rigirandosi e dirigendosi di nuovo verso ciò che per lui era quasi un trono.
« S-s-s-sì... S-s-s-signore... »

LONDRA

« Punto primo: scordati gran parte di ciò che credi di sapere riguardo ai vampiri... »
Jonathan Drake, ultimo discendente dei Van Helsing e della stirpe di Dracula, ascoltava stancamente Blade: quell'uomo sembrava un Terminator... si erano allenati per tutta la notte e gli aveva concesso un'unica ora di riposo prima di sbatterlo di nuovo giù dal letto, senza mai apparire stanco o affaticato al contrario del giovane editore che a malapena riusciva a sorreggere la testa.
« Ma scuuuuuuuuuhhhsa... » un lungo sbadiglio gli scappo mentre stava per parlare « Non potevamo rimandare questa lezione a più tardi? »
L'occhio cadde sull'orologio: erano le 6.02.
« Sbaglio o hai detto di avere degli impegni improrogabili per oggi? » rispose con una fredda ironia il suo mentore.
« Merda... » sussurrò d'istinto Drake « ... quasi mi scordavo la riunione con i sindacati... »
Alzandosi a fatica dalla scrivania ove era seduto, si diresse alla macchina per il caffé: volente o nolente doveva svegliarsi.
« Che fai? » domandò Blade.
« Mi hai proibito fumo ed alcool... almeno un caffé me lo concedi?! » rispose un poco acidamente il giovane.
« D'accordo... ma non esagerare: niente dipendenze di alcun genere... »
Jonathan alzò per un istante lo sguardo al Cielo: « Signorsì, Signore... » rispose sussurrando.
Il colosso d'ebano era accomodato sulla stessa sedia dove era al loro primo incontro: sua intenzione per quella mattina era quella di iniziare la formazione culturale di Jonathan oltre a quella fisica per cui già si allenavano di notte.
« Dimentica tutto ciò che pubblichi... e dimentica tutti i film che vedi in televisione o al cinema... » commentò riprendendo il discorso « Certi concetti sono in parte veritieri... ma altri sono così distorti o così falsi che ti potrebbero costare la vita... »
Jonathan ascoltava Blade parlare quasi come se stesse ascoltando uno dei suoi soliti scrittori, mentre osservava il liquido nerastro che osava chiamare caffé espresso scendere nella tazzina.
« La maledizione dei vampiri esiste dall'origine dei tempi... non abbiamo notizie certe su come si sia sviluppata questa dannazione ma una cosa è certa: i vampiri non sono una razza a parte... I vampiri sono umani al cento per cento... sono non-morti! »
« E ovviamente "nascono" quando un vampiro uccide una persona, no? » commentò il giovane Van Helsing per dimostrare la sua attenzione.
« Solo se si viene completamente dissanguati e solo se il corpo resta integro nei tre giorni di "incubazione"... ma questo non è l'unico iter accertato. »
« Mmm? »
« Rare volte... rarissime volte può capitare che sia proprio l'eccessivo attaccamento alla vita di una persona, morta per cause violente, a creare lo status di vampiro... »
« Come un fantasma?! »
« Come un vampiro... » commentò seccamente Blade « Ragazzo: non sono qui a raccontarti una storiellina... quello che ti sto raccontando è qualcosa che uccide... ricordatelo bene! »
Jonathan tacque a quel rimprovero: in effetti, anche per il sonno che aveva addosso, stava prendendo troppo alla leggera quella spiegazione.
« In ogni caso, proprio per tale condizione di dannazione, i vampiri temono ciò che contrasta con il loro essere... ossia il simbolo della croce... » riprese l'uomo « Ma questo non ti porti a credere che basti un crocifisso per vedere un vampiro rantolare a terra o scappare: l'influenza della croce dipende da ogni singolo soggetto... Dracula, in particolare, teme in maniera folle la croce... altri ne risultano debilitati, ma riuscirebbero ugualmente ad ucciderti prima che tu possa gioire di tale successo... »
Il giovane annuì in silenzio mentre con la tazza in mano si riportava alla scrivania.
« Gli unici modo per uccidere un vampiro, comunque, restano due: un paletto di legno piantato nel cuore o la luce del sole... Ricordati, però, che il paletto da solo non abbasta: è necessario tagliare la testa del cadavere e bruciarlo per assicurarsi che non torni in vita... ed il tuo avo maledetto ne sa qualcosa... »
« Cosa intendi? » seriamente interessato ora.
« Ti ricordi chi era Clifton Graves? »
« Sì... l'amico di mio padre che liberò Dracula... »
« Dracula giaceva sepolto con un picchetto nel cuore: Clifton Graves tolse quel picchetto... ed in pochi istanti ciò che era solo ossa e polvere riprese "vita"... » lo sguardo di Blade era freddo e determinato, non lasciava spazio a dubbi sulla veridicità di tali parole « Altre due volte Dracula è stato annientato e ridotto in cenere: la prima volta fu riportato in vita dalle lacrime di una vergine, allo scopo di contrastare la potenza di una minaccia forse peggiore di lui, il dottor Sun... la seconda volta avvenne nel modo di cui tu stesso sei stato testimone attraverso le parole dello sciagurato che ha segnato la fine della tua vita tranquilla... »
« Ma come è possibile che Dracula non riesca ad essere annientato? »
« Dracula non è un vampiro qualsiasi: la sua forza di volontà è superiore a quella di qualsiasi vampiro, di qualsiasi essere vivente e di qualsiasi dannazione... Sinceramente non so se esiste un modo per distruggerlo definitivamente: la tua famiglia ha provato a farlo per tre generazioni prima di te... ed egli vive ancora... »
Jonathan fissò Blade mentre ascoltava quelle terribili parole: l'ombra di Dracula non lo avrebbe mai abbandonato, quindi...
« Cosa vuole Dracula? » sussurrò il giovane con un filo di voce.
« Dominare... dominare incontrastato: questo è ciò che lo guidò in vita... questo è ciò che lo regge in morte... »

Love, oh love, oh love...
Still falls the rain...
Love, oh love, oh, love...
Still falls the night...
Love, oh love, oh love...
Be mine forever....
Love, oh love, oh love....

Let me be the only one
To keep you from the cold
Now the floor of heaven's lain
With stars of brightest gold

They shine for you - they shine for you
They burn for all to see
Come into these arms again
And set this spirit free


Il brano in corsivo è "Love Song For A Vampire" di Annie Lennox

La Legione - parte terza -

Come to my world, child of the night,
Come out of your darkness and into my light,
Looking for you all of your life,
Don't be afraid - it'll be all right...

God grant you serenity,
You bring out the best in me,
Let my love take you higher,
Guess what... I'm a vampire!

Baby get ready - I'm coming for you,
I'm a vampire!
I want you - nothing you can do,
I'm a vampire!
Watch me do my dance for you,
I want you - nothing you can do,
Baby get ready - I'm coming for you,
I'm a vampire!


LONDRA

« Chi è Klein? »
La voce di Dracula era fredda, calma, controllata: l'alba stava per sorgere ma il signore dei non-morti non la temeva: non almeno quanto la sua preda... la giovane vampira Sarah Lake.
Sarah, dopo aver assistito ad una scena senza precedenti né nella propria vita, né nella propria non-morte, restava rantolante nell'angolo in cui era stata sbattuta dal proprio carceriere... guardava Dracula con folle paura negli occhi, attendendo timorosa l'orrenda fine che egli le avrebbe riservato: aveva visto i suoi cinque "protettori" venir scuoiati, smembrati e fatti a pezzi dal nulla... grida orrende che mai avrebbe potuto immaginare ancora le risuonavano nelle orecchie.
Se Dracula non aveva mai avuto rispetto per la vita, non né aveva certamente per dei non-morti ribelli...
« Chi è Klein? »
« E' il nostro maestro... » sussurrò la vampira, quasi in lacrime.
« E' lui che vi ha reso così deboli? »
« Lui ci ha insegnato come essere immortali... »
« Perchè hai fatto a pezzi quell'uomo dopo averlo ucciso? » sussurrò chinandosi su di lei, guardandola con disprezzo per quell'atto incomprensibile agli occhi di colui che voleva vampirizzare il mondo intero.
« Perché sarebbe rinato come vampiro... ed è sbagliato... » cercò di rispondere lei, nella più totale disperazione.
« Perché è sbagliato? »
« Perché solo Klein può decidere se un vampiro deve vivere o no... »
« Io sono Dracula... » affermò duro, alzandosi sopra di lei « Io sono il solo signore dei non-morti... »
Sarah Lake si gettò disperata ai piedi del proprio carnefice: « Ti prego... risparmia la mia vita... posso esserti utile... »
« E' tardi, mia piccola figlia della notte... » sussurrò il signore dei vampiri, iniziando a mutare in nebbia « ... troppo tardi... »
« No... no... ti prego... » gridò lei, terrorizzata cercando di trattenerlo « No... ti posso servire... posso amarti... »
« Addio... »
« Nooooooooooooooooooooooo... » raggomitolandosi impaurita, restò tremante attendendo il proprio destino.
I minuti passavano rapidi e per Sarah la fine sembrava non voler arrivare...
Solo alla fine, alzando lo sguardo con timore, la vampira si accorse di essere sola.
« ... è... andato... » sussurrò ancora tremando, guardandosi attorno « ... è andato... sono ancora "viva"... »
Ma la condanna del signore dei non-morti era su di lei... e quando se ne accorse fu tardi...
L'alba era giunta...

LONDRA

Come è possibile che le mie legioni abbiamo scordato ogni mio volere?
Come è possibile che dei folli abbiano sprecato il mio dono per porre in essere qualcosa di così abominevole?
Come è possiblle che dei vampiri non riconoscano più la mia autorità?
E' passato così tanto da quando il mio nome faceva gelare il sangue nelle vene dei vivi e chinare rispettosi i capi del morti?
E' passato così tanto da quando la mia ombra incuteva il terrore nelle notti e i miei vampiri erano forti guerrieri capaci di grandi imprese?
Per Lilith... come è possibile che esistano ancora i vampiri se essi sono così deboli? Come è possibile che non siano stati tutti sterminati?
Che l'organizzazione di Harker possa essere stata completamente distrutta?
Ma che fine è stata riservata al mio discendente? Che fine è stata riservata all'ultima dei Van Helsing? Che cosa è successo a Blade?
Ed il piccolo Jonathan Drake?
Che mi sia stata tolta ogni possibilità di vendetta?

LONDRA

« Confidiamo quindi che la nuova politica editoriale della società... »
Jonathan Drake, ignaro di essere così presente nei pensieri del suo avo, assisteva distratto all'incontro tra gli editori e gli autori: erano sempre i soliti problemi... gli editori volevano concedere meno e gli autori pretendevano di più. Lui, personalmente, era nella categoria degli editori minori e non aveva di quei problemi contrattuali: purtroppo, però, non poteva evitarsi quella noia tremenda e restava, sbadigliante, nel suo angolino.
La sua mente, in ogni caso, non avrebbe potuto ben seguire l'evolversi della discussione: troppi pensieri lo distraevano...
Dracula, Blade, i vampiri, i suoi genitori, Harker...
Stava accadendo tutto troppo rapidamente.
E' vero: non aveva mai ignorato il cognome della madre... Van Helsing... ma immaginare che ella potesse essere nipote di Abraham Van Helsing era troppo, anche per un appassionato della letteratura dell'orrore come lui. E Drake? Americanizzazione di Dracula... terribile pensarlo.
Stava accadendo tutto troppo rapidamente.

LONDRA

« Miss Wycliff? »
Katherine Wycliff sbirciò attraverso lo spioncino della porta per vedere chi avesse suonato a quell'ora: sorpresa nel bel mezzo di un bagno si era legata un asciugamano sopra i seni e si era mossa gocciolando con passi leggeri fino alla porta.
« Dipende... » rispose, mentre notava un giovane uomo di bella presenza che aveva tutta l'aria di un avvocato o qualcosa del genere: vestito scuro e camicia bianca impeccabile, viso perfettamente rasato, capelli non troppo corti tirati all'indietro, sorriso praticamente scolpito.
« Miss Katherine Wycliff? » ripetè l'uomo leggendo il nome da un bigliettino « Devo notificarle una donazione. »
Katie sorrise alla parola "donazione", mentre scorrendo rapida le mani sulla porta girava la chiave aprendola, senza preoccuparsi minimamente della propria "presentabilità": in effetti nessun essere di sesso maschile si sarebbe mai "preoccupato" nel vederla offrirsi così allo sguardo... un corpo che riesaltava in maniera naturale ogni forma, traspirando sensualità dalla morbida pelle vellutata.
« Piacere... Katherine... » sorrise tendendo la mano verso l'uomo.
Sul viso dell'avvocato, perchè ormai di certo tale doveva essere, si aprì un sorriso certamente più sincero del precedente, mentre gli occhi, seppur con discrezione, percorsero rapidi quella visione.
« Terence Devon... incantato... » rispose prendendo la mano di lei e chinandosi per un lieve baciamano.
Katie sorrise per quella galanteria non prevista: « Allora è vero che la cavalleria non è ancora morta... » poi, ritraendo sensualmente la mano, si fece da parte « Prego... si accomodi... »
Mister Devon avanzò così all'interno dell'abitazione, mentre lo sguardo gli confermava tutto ciò che le informazioni dei suoi "superiori" gli avevano anticipato.
« Davvero uno splendido appartamento... indice di gusto raffinato ed eleganza. » commentò con tono mellifluo.
« Trova davvero? » rispose con entusiasmo la donna: se c'era qualcosa a cui Katie non aveva mai saputo rinunciare erano i complimenti maschili, soprattutto quando i maschietti in questione apparivano forti, belli e con un buon conto in banca... ed un avvocato ha sempre un buon conto in banca!
« Certo... » annuì lui, poi portando una mano alla ventiquattrore « Ci sono alcune carte che prima dovrebbe leggere... »
« Sì... » rispose lei, leggermente dispiaciuta di quel ritorno alla professionalità « il tavolo è da quella parte... »

Mentre i due si allontanavano così dall'ingresso e dalla porta, due nuove figure si presentarono fuori dall'appartamento... chinandosi ad armeggiare silenziose e rapide con la serratura.

Katherine si era, nel frattempo, seduta tranquilla, ancora gocciolande, su una sedia a leggere i documenti che l'avvocato le stava mostrando: sembravano i soliti fogli pieni di tante parole inutili... ma lei notò con piacere che l'uomo, dall'alto della sua posizione, la stava guardando con fare molto poco formale.
« Mi perdoni... » sorrise lui, ad un certo punto, portandosi alle spalle di lei ed appoggiando delicato le mani sulla pelle che lentamente si stava asciugando nel calore dell'appartamento « Ma forse dovrebbe asciugarsi e coprirsi... » lente e dolci le mani iniziarono a muoversi sulle spalle di lei, in un leggero massaggio « ... non è giusto che la sua pelle, così morbida e vellutata possa raffreddarsi... »
Katie trattenne un sussulto a tanta, improvvisa, apertura da parte dell'uomo: era ovvio che l'aveva avvinghiato con il proprio fascino e le proprie forme, ma non si aspettava qualcosa di talmente diretto in così poco tempo. Le mani dell'avvocato, però, si muovevano come per magia sulle sue spalle, donandole una splendida sensazione di piacere.
« Tratta sempre così ogni sua cliente? » sussurrò socchiudendo gli occhi e lasciandosi andare al piacere che quei gesti le concedevano.
« Solo le quelle speciali... » sorrise continuando ed ora lasciando lentamente scivolare le mani più in avanti, sul petto di lei, a sfiorarle i seni coperti.
« Ed io sono speciale? » malizia pura in quella voce, mentre nella mente della donna già venivano pregustate piacevoli ore in compagnia di quell'estraneo.

« Per Jonathan Drake sì... »
Una voce più dura e quasi graffiante ruppe l'incantesimo del momento, facendo sobbalzare Katie che si voltò di scatto impaurita.
« Ahhhh... »
Dietro all'avvocato due uomini erano comparsi guardandola con sorrisi minacciosi.
« C-chi siete? » sussurrò Katie portandosi una mano alla bocca, spaventata, sentendosi indifesa « Cosa volete? »
« Siamo vampiri, cocca... » sorrise uno dei due intrusi, avanzando fino a lei « E cerchiamo il tuo ragazzo... »
« V-vampiri?! » a quell'affermazione il terrore nella ragazza salì rapido... non perché pensasse a vampiri autentici ma perchè ben era informata di quelle sette gothic i cui elementi, allucinati da troppe pasticche, finiscono per credersi veramente dei vampiri ed arrivano a commettere tremendi omicidi.
« Sì... VAMPIRI! » esclamò di nuovo l'uomo, prima di aprire la bocca e mostrare lunghi ed affilati canini.

MAIDSTONE

« Signore Klein... » sussurrò una donna, giungendo vicino a lui ed inchinandosi al suo sospetto.
« Marina... » sorrise Klein, notando giungere la donna: alta circa 1.90, capelli neri, pelle ramata, occhi leggermente orientaleggianti, labbra carnose « E' sempre un piacere ricevere il capo della mia squadra d'elité... a cosa debbo l'onore? »
Marina si rialzò, guardando il suo signore con un sorriso agghiacciante: « Risvolti importanti, mio signore... »
« Blade?! »
« Sì... » un sussurro, quasi simile al sibilo di un serpente, fra labbra sorridenti « Si trova nuovamente nei nostri territori... »
Raddrizzandosi sul suo "trono", Klein osservò interessato la vampira: « Dove? »
« A Londra, mio signore... »
Klein si alzò di colpo: « Non c'è tempo da perdere, quindi... raduna i tuoi uomini mentre io organizzo una squadra di carne da macello... »
Ma Marina restò immobile a guardarlo.
« Cos'altro succede? » domandò il capo della Legione inglese, vedendo la vampira immobile e sapendo bene che simile comportamento era solo segno di altre notizie rilevanti.
« Blade... non è uscito allo scoperto senza ragione... » sorrise Marina, mentre da sotto la giacca estraeva una foto, per poi porgerla a Klein.
Klein, senza parlare, prese la foto guardandola per un istate e sbarrando gli occhi.
« Non è possibile... » sussurrò tornando a sedersi e guardando la foto.
« E' così, mio signore... »
« Per tutti questi anni nessuno fra noi ha saputo nulla? Ma come... »
« L'organizzazione di Harker è riuscita, ultimo atto, a compiere questo "miracolo", forse nella speranza che in lui potesse esserci un futuro... »
« E perché Blade è andato da lui proprio ora? »
« Questo lo ignoriamo... ma a quanto pare vuole addestrarlo... »
Klein riportò lo sguardo alla foto: un bambino e due genitori... Rachele Van Helsing, Frank Drake ed il loro piccolo erede... erede di un troppo pericoloso retaggio.
« Qual è il tuo consiglio, Marina? » alzando il capo verso di lei « Hai di certo un piano... o non saresti venuta a me... »
« Ho molto di più di un piano, mio signore... » sorrise la donna, con una strana luce negli occhi verdi come smeraldi « Molto di più... »

LONDRA

« Sei in ritardo, ragazzo... »
Jonathan alzò lo sguardo: i pensieri erano ancora lontani mentre entrava in casa, quando la fredda voce di Blade lo riportò quasi violentemente a terra. Senza dimostrarsi sorpreso, ormai iniziando ad abituarsi agli ingressi teatrali del colosso d'ebano, spostò lo sguardo all'orologio.
« Sette minuti... » storcendo la bocca « ... c'era traffico... » quasi a giustificarsi mentre lasciava le chiavi nel portaoggetti accanto alla porta.
« Vorrà dire che tarderò anche io durante la prossima sessione di allenamento... » sorrise con una certa ironia Blade, che lo stava attendendo in piedi nel salone centrale dell'abitazione.
« Che simpatico... » replicò immediatamente il giovane, dirigendosi verso lo studio « Poso alcune carte e sono da te... »
Jonathan avanzò tranquillo verso lo studio, mentre ripensava alle uniche cose interessanti emerse durante la lunga riunione: andandosi a sedere come sempre alla scrivania, posò la borsa estraendone poi una cartelletta... riguardò un attimo i fogli in essa, dividendoli rapidamente in due gruppi... il primo venne adagiato su un lato della scrivania, in attesa di essere supervisionato... il secondo finì gettato nel cestino, essendo buono solo per il riciclo della carta.
« Uff... » sbuffò pensando a tutto ciò che lo attendeva in quella nuova serata di allenamenti.
Lo sguardo, come spesso succedeva, corse alla cornice con la foto dei suoi genitori...
... dove era finita?!

La cornice appariva nello stesso punto dove era abituato da sempre a vederla, ma la foto al suo interno era scomparsa.

« Blade... » chiamò l'uomo ad alta voce.
Il cacciatore si mosse rapido e silenzioso verso lo studio: il tono di quel richiamo non gli piaceva...
« Cosa succede? » domandò vedendo il giovane seduto alla scrivania, con la cornice in mano.
« Ti ricordi la foto dei miei genitori? » domandò Jonathan, continuando a fissare la cornice vuota.
« Sì... c'ero anche io quando fu scattata... perché? »
Il giovane Van Helsing girò la cornice vuota verso l'uomo: « Perchè ora è scomparsa! »

MAIDSTONE

« Cosa intendi, Marina?... » domandò Klein osservando incuriosito la donna: quella vampira era certamente il meglio dell'intera Legione... Klein lo sapeva... ed anche Marina stessa lo sapeva...
« Beh... » sorrise lei « A differenza degli altri io conosco bene la nostra storia: so chi era Frank Drake... chi era Rachele Van Helsing... chi era Quincy Harker... chi era Dracula... » le labbra di lei scandivano le parole con lentezza, quasi gustando il potere che la sua conoscenza le forniva: non era seconda a Klein in nulla, ma fra loro vi era un tacito accordo per cui lui doveva apparire come l'unico capo della Legione.
« E... » sussurrò Klein, non riuscendo a capire dove volesse andare a parare la donna.
« E conosco quali erano i punti deboli dei genitori del ragazzo... del padre del giovane Drake... » sorrise « Quasi giunse al suicidio quando Dracula gli uccise la donna... »
Klein sorrise apertamente a quella frase: « Sei formidabile... »
« Lo so... » replicò Marina ammiccando appena, mentre si voltava verso la porta con un movimento lento e sensuale « ... ma fa sempre piacere al mio ego femminile sentirselo dire... »
E, con lente movenze quasi feline, Marina si allontanò in silenzio.

In your head you always hear me
Close your eyes - I'm all that you see,
For lust, for life, my intimate fire,
Nightly dances, dance in desire...

God grant you serenity,
You bring out the best in me,
Let my love take you higher,
Guess what... i'm a vampire!

Baby get ready - I'm coming for you,
I'm a vampire!
I want you - nothing you can do,
I'm a vampire!
Watch me do my dance for you,
I want you - nothing you can do,
Baby get ready - i'm coming for you,
I'm a vampire!


Il brano in corsivo è "Vampire" di Bif Naked

La Legione - parte quarta -

Do you remember how we used to say
Everything around us are made of clay
We were the Kings and the others the fools,
playing by our rules

Adorned with golden shapes and silver dreams
You count the seconds, every moment seems
like your lost to the stars up above
Eventhou you're falling

Spoken words made of trust, burning bridges between us,
turning diamonds into rust

You're running out of time, the higher that you climb
the deeper you will fall and lose sight of it all
Out of time, on the line
Living In Victory


LONDRA

« Non capisco... era ancora qui fino a questa mattina »
Jonathan guardava la cornice vuota, cercando di venire a capo di quell'enigma.
Ma, mentre il giovane appariva perso, il cacciatore di vampiri sembrò quasi scattare, liberandosi di colpo del lungo giaccone e scoprendo l'arsenale sotto di esso...
« Ragazzo... ora ascoltami bene, perchè non avrò il tempo di ripetertelo... »
La voce di Blade era fredda e bassa, e richiamò subito l'attenzione dell'ultimo Van Helsing che, alzando lo sguardo, vide la serie numerosa di picchetti e pugnali in legno lungo il torso dell'uomo e vide, anche, due armi da fuoco accompagnate da parecchi caricatori domandandosene la natura e l'utilità...
« Nonostante tutte le mie precauzioni, la tua identità ormai non è più un segreto... »
« Dracula?! » domandò con un visibile tremito Drake.
« La Legione! »
« Merda... »
« Sai sparare? »
« Siamo a Londra... non a New York... » rispose per lasciar comprendere come in effetti non sapesse sparare.
« Tieni allora... » con un gesto istantaneo, talmente rapido da apparire quasi invisibile, Blade porse due pugnali al giovane « ... e ricordati: sono già morti! »
« Ma cos... »
Jonathan guardò l'offerta, e poi comprese che era giunto il momento di lasciarsi tutto il suo scetticismo e l'ironia alle spalle: Blade non era uomo da creare allarmismo inutile, per quanto aveva dimostrato in quegli ultimi giorni...
« Ora seguimi: dobbiamo uscire di qui... »
I due si mossero in silenzio al salone centrale, dirigendosi verso l'ingresso: la figura possente di Blade, seppur coperta dagli abiti, si denotava tesa come una corda di violino e pronta a scattare... dietro di lui Jonathan reggeva i due pugnali in entrambe le mani, guardandosi attorno preoccupato: cosa poteva volere la Legione da lui?! Non abbastava già Dracula?!

Le scene seguenti accaddero in maniera così rapida che la mente del giovane Drake non riuscì quasi a registrarle....

Al centro della sala, Blade si voltò con una torsione decisa ed improvvisa del busto: il braccio, tendendosi e fermandosi accanto al viso di Jonathan, diede la giusta carica cinetica al pugnale di legno che, lasciando la mano del cacciatore, percorse come un proiettile i tre metri che lo separavano dal proprio obiettivo, impiantandosi nel petto di un vampiro, all'altezza del cuore... Per il colpo ricevuto il vampiro rigirò quasi su se stesso, prima di stramazzare al suolo.
Nello stesso istante in cui il primo non-morto cadeva a terra, l'altra mano di Blade corse alla semi-automatica che Jonathan aveva già avuto modo di notare poco prima ed, estraendola dalla fondina, aprì il fuoco, senza neanche prendere la mira, dalla parte opposta ripetto a dove era rivolto: sette colpi finirono così in successione a perforare il petto ed il cuore di un secondo vampiro... Nessuna esplosione per nessun proiettile: i colpi partirono silenziosi, delineati soltanto da un lieve sibilio...

Due cadaveri giacevano privi di vita e di non-morte al suolo dopo neanche una decina di secondi dall'inizio dell'attacco e Jonathan era ancora in piedi immobile dietro a Blade, non riuscendo a realizzare cosa stava accadendo... e quando finalmente riuscì a rimettere a fuoco il tutto, i cadaveri avevano raggiunto quota sette e Blade stava ricaricando l'arma.

« Ma cos... »
« I morti viaggiano veloci... » commentò Blade: da un lato avrebbe voluto riprendere il giovane per essere rimasto totalmente immobile durante la lotta, ma dall'altro comprese che non poteva ancora fare nulla dal basso della sua inesperienza « Non abbiamo tempo per gioire di questa vittoria: erano carne da macello... »
Con una presa simile ad una tenaglia, il cacciatore afferrò il braccio del giovane tirandolo con sé.
« Carne da macello?! » domandò Drake mentre scavalcava due corpi privi di vita, trascinato dall'uomo.
« La Legione è organizzata su vari livelli: il vampirismo è considerato pari ad un dono e non viene concesso se non a chi può essere utile alla Legione stessa... e solo il capo della Legione può decidere chi diventa vampiro e chi non lo diventa. » spiegò Blade, uscendo nell'atrio oltre la porta d'ingresso e facendo cadere altri due cadaveri a terra col cuore trapassato dai colpi della pistola, in un intervallo ancora così rapido che Jonathan si accorse di loro solo quando li dovette scavalcare « Per non rischiare di perdere elementi utili, però, la Legione tiene sempre pronte delle schiere di vampiri "sacrificabili"... vera e propria carne da macello per cui nessuno si preoccupa... »
Scendendo le scale dietro a Blade, Jonathan cercava di assimilare la situazione in cui era capitato: in quegli ultimi giorni aveva quasi digerito, o scordato, quanto accaduto all'obitorio... e non credeva di doversi ritrovare così presto a confronto con quell'orrore.

LONDRA

« Via... via... »
I quattro correvano con tutte le proprie energie, frecciando rapidi nella notte... cercando una via di fuga da ciò che poteva essere per loro la fine.
» Folli... «
Una leggera nebbia li seguiva... li braccava... li sfiorava, graffiando loro la carne... strappando loro i vestiti...
« Josh... aiutami... » gridò una ragazza, nel momento in cui purtroppo per lei mise il piede in fallo, rovinando a terra.
« Kim... » un gemito del giovane, nel voltarsi e vedere la compagna distante da loro.
« E' troppo tardi Josh... » intervennero le altre due ragazze, cercando di trattenerlo.
La nebbia aveva, infatti, raggiunto la giovane che venne sollevata in aria, mentre inutilmente ringhiava e si dimenava, mostrando unghie e denti contro il nemico invisibile che la torturava.
» Credevate veramente che il Principe di Transylvania potesse essere preda delle vostre trappole?! « la voce di Dracula risuonava nel silenzio della notte, provenendo dal nulla di quella nebbia » Nessun vampiro può opporsi a me... nessun vampiro può alzare la mano contro Dracula, signore dei non-morti... «
« A... a... abbi pietà... » gemito di dolore, stretto fra i denti della giovane Kimberly Sutton, vampira da meno di due settimane: carne da macello, insieme ai compagni, inviata a verificare la reale pericolosità del nuovo cacciatore di vampiri che aveva già fatto strage la notte precedente... ignara della sorte a cui la Legione l'aveva destinata.
» Pietà?! « la nebbia sembrò contrarsi in un punto poco distante dal viso della vampira, mentre simile a spettro emergeva il volto del carnefice » Non ho mai conosciuto il significato di questa parole, mia piccola ed indifesa preda: io sono Vlad Tepes, figlio di Dracul, Principe incontrastato della terra di Transylvania... conosciuto come l'Impalatore, per aver eretto un'intera foresta con i corpi dell'esercito turco che aveva tentato di conquistare ciò che mi apparteneva... che aveva osato opporsi a me... «
Sotto gli occhi terrorizzati degli altri tre vampiri, immobilizzati per la paura, i vestiti vennero strappati dal corpo di Kim, lasciandola nuda in aria, a dimenarsi contro la fine certa che le si offriva.
« Klein dice che Dracula non esiste... » gridò la vampira, contorcendosi e cercando di giustificarsi davanti a chi, ormai, aveva compreso essere il vero signore dei non-morti « Abbi pietà... ti sarò fedele... »
» Non c'è onore in te, ragazza... di fronte alla morte rinneghi tutto ciò in cui credevi, cercando di riconquistare la possibilità di esistere... « sentenziò il volto del carnefice, prima di svanire nella nebbia » Accetta il tuo destino e muori per mano di Dracula! «
E, in quella nebbia che quasi rendeva irreale l'orrenda scena, la pelle della vampira venne sfilata come un guando dalla carne, mentre indescrivibili urla di straziante dolore riempivano l'aria... sotto lo sguardo dei tre compagni, Kim venne smembrata, quasi un'autopsia, mentre la carne ed il sangue ricadevano a terra e la non-morte abbandonava per sempre la donna.
« Noooooooooooooooooooo... » il grido disperato di Josh... mentre con uno strattone riusciva a liberarsi delle due che lo trattenevano per gettarsi disperato contro quel nemico invisibile, a salvare colei che amava.
» Tutti i non-morti si piegheranno di fronte al volere di Dracula! «

LONDRA

« Blade è nei guai... »
« Se la sa cavare... non preoccuparti... »
« Sì... ma c'è quel pivello con lui... »
« Sy... quel ragazzo potrebbe esserci molto utile... »
« Certo: ed io sono la Regina... »
« Ti facevo più giovane... »
« Spiritoso... comunque in che modo potrebbe esserci utile?! »
« E' figlio dei suoi genitori... »
« Frase intelligente... »
« Touché... »
« Anche se è figlio di Rachele Van Helsing e Frank Drake non significa che sia come loro... per quanto ha detto finora Blade ci sono vermi che hanno più spina dorsale... »
« Non essere severa con lui: fino ad una settimana fa il suo problema più grande era scegliere quale romanzo pubblicare e quale scartare... »
« Sì... ma guarda: stiamo rischiando di scoprirci troppo... »
« Beh... forse è proprio questo il problema: in questi ultimi anni abbiamo combattuto troppe battaglie sommerse... »
« Che cosa vuoi dire?! »
« Che ai tempi di Harker non ci comportavamo così: se c'erano dei vampiri da annientare lo si faceva... »
« Ai tempi di Harker eravate un'organizzazione ramificata ed i vampiri erano pochissimi... ora sono loro ad essere in sovrannumero e noi siamo quattro gatti... »
« Ai tempi di Harker non avevamo granate al fosforo, armi ad aria compressa con proiettili in legno e tutto ciò che c'è ora: la balestra era l'unica arma adoperata da Rachele... »
« Bah... è inutile parlare con te: quando inizi a commemorare i tempi andati diventi insopportabile... »
« Sei giovane... un giorno vedrai che ragionerai come faccio io... »
« Spero proprio di no... »

LONDRA

Dall'alto del Big Ben, una figura femminile seguiva interessata gli eventi.
Marina, comandante della squadra d'elité della Legione britannica, tanto sensuale quanto pericolosa, sorrideva facendo scorrere l'acuta vista da un lato all'altro della città.
« Ecco il giovane Drake » sussurrò sorridendo, parlando sottovoce fra sé « Povero... sembra un gattino fradicio che cerca riparo: se non fosse per Blade sarebbe già defunto. Incredibile guardarlo così in balia degli eventi e pensare a chi fossero i suoi genitori. »
Ai suoi occhi si presentava nitida la scena che si svolgeva molti a chilometri di distanza: Blade, simile ad una pantera, mieteva vittime su vittime, facendo strage del gruppo mandato a verificare quanto Janathan fosse figlio dei suoi genitori. E proprio il giovane soggetto restava immobile con i due pugnali stretti in mano, quasi un appiglio, non tentando neanche di intromettersi nella furia della lotta che vedeva il cacciatore unico protagonista: anche volendo entrare nella battaglia che cosa avrebbe potuto fare? Inoltre Blade non permetteva che alcun vampiro riuscisse ad avvicinarsi tanto da cercare un corpo a corpo...
« Ed ecco, invece, un'inaspettata sorpresa... » sorrise Marina, cambiando zona e visione « Il ritorno del Re, parafrasando Tolkien... di Dracula... »
In silenzio osservò i quattro vampiri distrutti dalla nebbia: lo stile del signore dei non-morti era unico, inconfondibile... nessuno dopo la scomparsa di Dracula era riuscito ad emulare al pieno quei poteri... nessuno riusciva a diventare animale o nebbia. I tentativi non erano di certo mancati e le ipotesi sui fallimenti neanche: qualcuno sosteneva che era stato il cambiamento nella mentalità dei vampiri stessi a far scordare loro quella parte della propria natura... del resto nessuno riposava in casse da morto durante il giorno o, meglio, nessuno riposava durante il giorno: addirittura, con i giusti accorgimenti, i migliori fra loro riuscivano a circolare tranquilli ad ogni ora... e gli altri organizzavano la loro vita nei rifugi appositi... inutile perdita di tempo sarebbe stata quella di privarsi delle ore diurne.
« Ci siamo evoluti tanto senza di te, Dracula... » sussurrò scandendo le parole fra le labbra carnose, osservando il signore dei non-morti ricomparire sulla scena nella sua forma umana « Eppure rispetto a te siamo così deboli... qual è il tuo segreto?! Cosa ti rende così superiore ad ognuno di noi?! Cosa rende i tuoi vampiri superiori ai nostri?! »
Roxanne Brown era stata catturata dalla Legione... o almeno tale era stato il tentativo.
Una vampira novizia, priva di ogni istruzione ed addestramento, era riuscita infatti ad eludere ogni tentativo di imprigionamento, fuggendo in volo nella forma di pipistrello sotto lo sguardo attonito del gruppo di recupero della Legione: vampiri tutt'altro che inesperti. L'unica differenza fra loro e Roxanne Brown era l'origine: lei era morta per mano di Dracula e da lui iniziata alla non-morte...
Klein non sapeva nulla di tale fatto: Marina aveva imposto l'assoluto silenzio e nessuno si sarebbe mai messo contro di lei...
Appena aveva ricevuto notizia dell'accaduto, infatti, aveva compreso immediatamente cosa stava succedendo: lei era più "anziana" rispetto a Klein... lei non si era nascosta come lui durante le ultime grandi battaglie...
Lei conosceva Dracula... lo conosceva e lo ammirava...
Ma ora il ritorno di Dracula la portava in una situazione complicata: ogni suo piano poteva essere messo in "forse" da quella presenza. Aveva bisogno di tempo... tempo per pensare...
« Benvenuto nel ventunesimo secolo, signore dei non-morti... » sussurrò sorridendo.

MAIDSTONE

Klein osservò per un istante il vampiro chino e tremante di fronte a lui.
« Sai... non mi fa rabbia la notizia della morte di trenta vampiri per mano di Blade... » commentò alzandosi dal suo "trono" « Quelli erano preventivati: se avessi voluto distruggere Blade avrei dovuto usare la squadra d'elité... e per il momento preferisco non farlo... »
Il vampiro, con lo sguardo a terra, non osava rivolgersi direttamente al suo signore.
« Quello che non comprendo sono questi nuovi quattro vampiri distrutti da questo misterioso nemico... » riprese Klein, avvicinandosi al vampiro « Non comprendo come in due notti già dieci membri delle mie schiere siano stati barbaramente annientati... e non comprendo come sia possibile che NESSUNO sappia dirmi CHE CAZZO SUCCEDE! »
« S-s-s-signore... » tentò di sussurrare l'uomo.
« Zitto... zitto... zitto! » scosse il capo Klein camminando fino a portarsi dietro di lui « Zitto... perchè sono stanco dei tuoi lamenti... sono stanco dei tuoi insuccessi... sono stanco di sentirmi dire che fai del tuo meglio... sono stanco di te... »
Silenzio.
« Ti ricordi cosa ti promisi? » domandò poi il signore della Legione « Avresti dovuto portarmi una buona notizia in 24 ore... o saresti finito come cibo per ratti... »
« No, signore... la prego... » girandosi verso Klein con espressione supplicante.
« E' scoccata la 25 ora... »

You spread your words, I say devoid of truth
What's left is fantasy of endless youth
You made a promise, a little white lie
Now you're falling from the sky

Chasing dragons by the moon, burning bridges around you,
your deepest fears begin to loom

You're running out of time, the higher that you climb
the deeper you will fall and lose sight of it all
Out of time, on the line
Living In Victory

Is it someone that hears you, is it somebody there
All you know and all you will get, lie so deep down inside

Dreams of fortune in the dust, when all your bridges are burnt,
turning being into lust

You're running out of time, the higher that you climb
the deeper you will fall and lose sight of it all
Out of time, on the line
Living in sin

Out of time, the higher that you climb
the deeper you will fall and lose sight of it all
Out of time, on the line
Living In Victory
Living In Victory


Il brano in corsivo è "Living In Victory" degli Hammerfall
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Re: Dracula (V.M. 14)

Messaggiodi SeanMacMalcom » 25/08/2010, 9:17

Il retaggio di Harker - parte prima -

I know what you’ve been searching for
I know what you’ve been looking for
I know what you’ve been needing more for your life
I know where you’ve been running to
I know who you’ve been turning to
I know what you’ve been trying to do all your life

I see you
I could make your heart go faster
I see you
I could make it last forever


LONDRA

Sono stanco di questi futili attacchi contro di me...
Sono stanco di vedere vampiri rivoltarsi contro il loro unico signore e padrone...
Sono stanco di non comprendere cosa sia accaduto durante la mia assenza...
Non è la prima volta che mi succede... non è la prima volta che il Principe di Transylvania risorge in un'epoca su cui non ha giudizio né controllo: era già accaduto quando quell'inutile essere conosciuto come Clifton Graves mi liberò... anche allora più di mezzo secolo era trascorso senza che io né fossi parte... ma grazie allo Specchio Nero potei a tornare indietro nel tempo, riuscendo quasi a distruggere il mio nemico Abraham Van Helsing e la sua famiglia...
Se solo anche ora potessi ritornare in possesso di tale prezioso artefatto... potrei cambiare il destino di questo mondo...
Ma lo Specchio andò distrutto...
Ora devo riposare... l'alba è prossima e la mia bara mi attende...
Poche, invero, sono le ore del giorno in inverno ed al nuovo imbrunire cercherò l'infedele che risponde al nome di Klein: colui che ha ridotto la mia crociata ad una ridicola farsa...
Lo cercherò... e lo distruggerò...

LONDRA

« Diavolo... » ansimante Jonathan correva quasi trascinato da Blade « Ce ne saranno altri? »
« Non credo... ma non desidero dare loro alcun vantaggio... » rispose secco il cacciatore.
« Cosa significa?! »
« Nessuno deve seguirci... o quel poco che resta dell'organizzazione di Harker verrà spazzato via... »
« Ma tu non dovresti salvarmi?! » protestò il giovane Drake « Mi stai usando come esca! »
Blade si fermò di scatto, girandosi verso l'ultimo discendente dei Van Helsing e, portando la mano sinistra al collo della sua camicia ed afferrandone saldamente la stoffa, lo sollevò in aria sbattendolo poco cortesemente contro un muro.
« Ascoltami bene, ragazzo... »
Jonathan non ebbe modo di ribellarsi a quella presa, troppo rapida e troppo decisa: una morsa d'acciaio si chiudeva sotto il suo collo e lo reggeva contro il muro... quasi con paura ora fissava gli occhi neri del cacciatore di vampiri...
« L'unico motivo per cui ti sto difendendo è per rispetto verso i tuoi genitori... » la voce di Blade era dura e tagliente, quasi quanto il suo nome « Ma ricordati che anche il peggior membro dell'organizzazione di Harker vale più di te! »
« ... ed allora lasciami in pace... » rispose con un grido quasi isterico, soffocato dalla presa « ... io vivevo bene prima di conoscerti... »
« Avrai modo di diventare uomo... il sangue dei Dracula ed il sangue dei Van Helsing scorre in te e non riesco ad accettare che tu sia il verme invertebrato che appari! » continuò il cacciatore « Ma non rischierò mai che la Legione scopra qualche rifugio dell'organizzazione... mai! »
La presa sulla camicia di Jonathan si aprì di scatto, liberandolo e lasciandolo ricadere a terra... il giovane, colto alla sprovvista, quasi perse l'equilibrio, riuscendo poi a rimettersi comunque in piedi...
« Non ho chiesto io di avere questo sangue! » sussurrò appena, ferito nel profondo del proprio essere... umiliato dalle parole di Blade che fino a poco prima era quasi come un maestro.
« Lo so... » rispose semplicemente, girandosi di scatto, estraendo con la mano destra ancora l'arma ed inchiodando nove rapidi colpi nel cuore di un vampiro a meno di cinque metri da loro che, fulminato, cadde a terra definitivamente morto « Ma non puoi negare ciò che sei... tutti noi siamo predestinati al nostro ruolo... »
Jonathan fu ancora una volta sorpreso da gesto rapido e preciso di Blade... guardò per un attio il corpo del vampiro e poi di nuovo il cacciatore.
« Perdonami... sono stato idiota... ma ho paura... » sussurrò il giovane con lo sguardo chino.
« E' comprensibile... ma ora andiamo... »

LONDRA

Fino a poche ore prima Kristanna Rech era una giovane di diciannove anni che amava le atmosfere dark e gothic: frequentava locali notturni per altri ragazzi e ragazze che come lei sognavano di appartenere al "regno della notte"... che immaginavano di essere delle creature della notte... Kristanna non avrebbe mai potuto immaginare che un giorno sarebbe entrata a far parte di quel "regno"...
La giovane, vestita, se così si poteva definire, in pelle, stava rientrando a casa... l'alba si avvicinava e con essa una nuova giornata di scuola: era tempo di togliersi il trucco pesante, sfilarsi la pelle nera di dosso e reindossare la divisa blu e grigia... almeno fino alla nuova notte...
Non un grido segnò la fine di una vita...

LONDRA

« L'alba... Dio ti ringrazio... » sussurrò Jonathan alla vista dei primi raggi di sole.
La notte era finalmente finita: una notte passata a correre, a fuggire, ad evitare i vampiri che senza tregua continuavano ad attaccarli...
L'armamento di Blade ne era uscito particolarmente provato... l'attacco lo aveva colto realmente di sorpresa: non si aspettava che la Legione potesse scoprire l'esistenza di Jonathan Drake, né che ne fosse interessata.
« Cosa ne sarà di tutti quei cadaveri?! » domandò il giovane discendente dei Van Helsing, pensando alla scia di morti che da casa sua attraversava praticamente due isolati di Londra e che entro breve sarebbe stata sotto gli occhi di tutti.
« Il sole li ridurrà in polvere... non temere... » commentò semplicemente il cacciatore.
« Ne sei certo?! » domanda praticamente retorica.
« Secondo te come è possibile che non si sia mai trovato il corpo di un vampiro per esaminarlo? » replicò Blade.
« Giusta osservazione... »
Un furgone comparve in fondo alla via, dirigendosi verso di loro: apparentemente un normalissimo furgone di consegne espresse, ma verso il quale Blade rivolse immediatamente l'attenzione, attirando anche quella di Jonathan.
« Ancora problemi? » sussurrò il giovane, che sentiva di aver esaurito il proprio coefficiente di stress.
« No... amici... » rispose Blade, girandosi verso di lui e puntandogli contro una delle sue due armi.
« Ma cos... »
Un lieve sibilo, mentre un dardo si infilava nella spalla di Jonathan: il giovane ebbe appena il tempo di alzare una mano per tentare di toglierlo che cadde a terra, addormentato.
« Buonanotte, ragazzo... »

LONDRA

Molti erano i rifugi del signore dei non-morti in Londra... una buona parte era stata scovata nel corso degli anni dall'organizzazione di Harker e distrutta: ma dopo la fine del suo regno del terrore, l'interesse verso tali nascondigli svanì dato che troppe altre erano le preoccupazioni... e questo, a distanza di decenni, favoriva Dracula che poteva contare su molti luoghi sicuri in cui riposare...
« Vampiri che si ribellano a me... » sussurrava, furente al pensiero, mentre percorreva con passo silente le vie sotterranee del suo nascondiglio « Vampiri che si ribellano a Dracula... »
Ma i pensieri del Principe furono distratti da una presenza estranea in ciò che doveva essere per lui loco sicuro... un vampiro era lì... lo sentiva: ne sentiva l'odore... il profumo della morte che non può essere nascosto a chi ne è signore...
« Chi sei, stolto, che cerchi tanto impunemente la morte violando ciò che mi appartiene? »
La sua voce risuonò forte e fredda nel sotterraneo: non temeva imboscate, non temeva avversari... nessuno avrebbe potuto essere alla sua stregua e ciò era già stato verificato.
« Mio signore... » suono sensuale e vellutato in risposta al richiamo « Mio signore, Dracula... »
« Vane sono le lusighe da parte di chi tradisce... inutile cercare in me pietà: voi creature della notte non siete più mia stirpe... hanno rinnegato la loro origine e la loro natura: mio il compito di punire questo tradimento e di ricominciare una nuova e pura razza... »
« Io desidero essere tua serva fedele, mio signore... desidero godere degli avanzi dei tuoi banchetti... gioire di ciò che tu vorrai concedermi... »
« Mostrati a me, donna... mostrati al tuo destino... » ordinò la forte voce del Principe di Transylvania.
In risposta a tali parole, un'alta figura femminile emerse dalle ombra, camminando con passo leggero ed elegante verso Dracula: pelle abbronzata, lunghi capelli neri, forme perfette e traspiranti sensualità...
« Chi sei, sgualdrina che cerchi la protezione del potere? »
La vampira giunse davanti a Dracula e si genuflesse senza osare alzare lo sguardo a lui.
« Mi chiamo Marina... e da decenni attendevo speranzosa il tuo ritorno... »

LONDRA

Jonathan si portò una mano alla testa, lamentandosi sottovoce... con gli occhi ancora chiusi comprendeva di essere sdraiato su qualcosa di morbido...
« Devo aver preso un'orrenda sbronza... »
Fece per girarsi sul proprio giacilio, ma troppo tardi si accorse che lo spazio concesso era ben ridotto e cadde a terra rumorosamente.
« Porca miseria... » esclamò spalancando gli occhi, ora totalmente sveglio per il colpo incassato con la caduta.
Vide una piccola stanza... poco più di una cella: vide la branda da cui era caduto, un lettino appeso al muro che di certo non lasciava supporre alcun grand hotel a cinque stelle...
Per un attimo si era scordato di quanto era accaduto... si era scordato dell'esistenza dei vampiri, di Blade e di Dracula... per un attimo aveva sperato di essersi risvegliato dopo una notte brava, magari in compagnia di Katie. Purtroppo la dura realtà appariva molto diversa...
Sollevandosi lentamente da terra, si rimise con un po' di difficoltà in piedi: ricordava ora perfettamente gli ultimi istanti... Blade che gli sparava... un dardo nella spalla...
Era stato drogato...
« Figlio di un cane... » sussurrò tra sé, appoggiandosi al muro per rigirarsi dal lato opposto della cella, sperando di vedere una porta aperta « E' così che mi proteggi?! »
In effetti, rigirandosi, una porta aperta gli si presentò alla vista e muovendosi lentamente verso di essa, avanzò trascinando le scarpe sul pavimento impolverato.
« Dove diavolo mi ha portato? » continuò a parlare fra sé, nella speranza di smaltire in fretta gli effetti del narcotico.
Ma ad un certo punto le gambe gli si bloccarono nuovamente e privo di equilibrio rovinò in avanti, finendo con metà corpo fuori dalla porta ambita.
« Ma porca put... » si lamentò dopo aver incassato il colpo.
Girando però il viso si ritrovò a meno di dieci centimetri dalla punta di uno scarpone pesante, modello militare. Lentamente si girò per seguire quello scarpone ed arrivare ad inquadrarne il proprietario e mentre lo sguardo saliva, prima dei jeans neri circondarono femminili forme atletiche... poi un top viola scuro metteva in mostra un ventre perfettamente delineato, sotto la cui pelle vellutata e pallida apparivano guizzanti addominali... più in alto ancora, due forme di seni tondi e sodi tolsero al giovane ogni dubbio sul sesso della persona, per finire ad un viso pallido, incorniciato fra capelli castani, con labbra rosate ed occhi di ghiaccio severamente puntanti contro di lui.
« Salve... » sorrise appena Jonathan, imbarazzato per esser finito ai piedi di quell'attraente essere femminile in un modo così poco dignitoso.
« Bah... » commentò lei, con tono duro, mentre lo scavalcava per proseguire il proprio cammino.
Il giovane Drake restò così a terra ad osservare i glutei della donna mentre ella si allontanava, non degnandolo ulteriormente di attenzione.

I know what you’ve been going through
I know what you’ve been trying to prove
I know how you’ve needed something new all your life

I see you
I could make your heart go faster
I see you
I could make it last forever


Il brano in corsivo è "Heart Go Faster" dei Davey Brothers

Il retaggio di Harker - parte seconda -

I'm a renegade survivor
A new wage warrior
And I'm trottin da universe
Searching for the future
I'm a renegade survivor
A new wage warrior
And I'm trottin da universe
Searchin for the future

What is out there, I don't know
But I've got to hide my fears
Danger lies along the way
But my will to survive is there
Hunted by de evil ones
And I'm chased by my enemy
Like refugees and castaways
In an aslant environment


LONDRA

« Ti prego, mio signore... » sussurrò Marina muovendosi verso il Principe di Transylvania « Ti prego... accettami al tuo servizio... ho atteso così tanto il tuo ritorno! »
Lo sguardo di Dracula appariva glaciale, nonostante a volte un'inquietante luce rossa attraversasse quegli occhi taglienti come lame.
« Il tempo del riposo per il Signore della notte è giunto... » commentò semplicemente « Dammi una sola ragione per non ucciderti... »
« Posso aiutarti a scoprire tutto ciò che é accaduto in tua assenza... »
« Perché? Cosa è accaduto in mia assenza? »
« I vampiri si sono organizzati... »
« Non nel mio nome... » fiero ed impavido, Dracula riprese il suo cammino passando accanto alla vampira senza degnarla di uno sguardo.
« No... infatti essi hanno dimenticato ogni cosa: ti considerano solo come il personaggio di un libro... » replicò lei avviandosi quasi di corsa dietro a lui « Essi si sono riorganizzati agli ordini di pochi capi... »
« Non esistono "pochi capi"... esiste un unico signore... IO esisto! »

LONDRA

« Ehy... ehy... aspetta... »
Jonathan si era rimesso a fatica in piedi e sorreggendosi alle pareti del corridoio stava cercando di inseguire la pallida visione che poco prima lo aveva scavalcato come se nulla fosse. Dal canto suo la ragazza non sembrava interessata minimamente a fermarsi e continuava per la sua via senza neanche voltarsi...
« Diavolo! Aspetta... che cosa ti ho fatto?! »
L'ultimo erede dei Van Helsing stava ancora smaltendo gli effetti della droga con cui Blade l'aveva steso per portarlo in quel luogo, qualunque fosse quel luogo, e continuava a rischiare di cadere steso a terra: ma non voleva arrestarsi, soprattutto inseguendo quella giovane donna la cui attrattività era certamente fuori discussione: se non fosse stato per l'abbigliamento quasi militare e per i modi tutt'altro che gentili, l'avrebbe tranquillamente presa per una modella...
« Eddai... fermati... per favore... »
La ragazza, tutt'altro che serenamente, arrestò il suo cammino... Jonathan sorrise e cercò di raggiungerla.
« Grazie al Cielo... » sorrise avvicinandosi a lei.
« Che vuoi?! » rispose seccamente lei, senza voltarsi a guardarlo.
Jonathan inarcò un sopracciglio, stupito di tanta freddezza: « Ma ci conosciamo?! Ho forse commesso qualcosa contro di te o contro la tua famiglia in questa o in altre vite?! » domandò non comprendendo.
Un attimo di silenzio calò sulla scena e poi con un lento movimento il viso della ragazza si voltò verso di lui: « Che vuoi? » ripeté con un tono leggermente più quieto ma tutt'altro che dolce.
« Io... mi chiamo Jonathan... » sorrise tendendo una mano verso di lei.
La donna guardò la mano tesale e sorrise appena, inarcando un angolo delle labbra carnose « Io no... » rispose sarcastica.
« Ah... » restando per un attimo con la mano tesa e poi ritraendola, sentendosi incredibilmente idiota.
« Hai finito? »
« Cosa? » la guardò non comprendendo.
« Non so... sei stato tu a fermarmi... volevi solo presentarti? »
« Ehm... no... avrei gradito sapere il tuo nome... »
« Non attacca... » scosse appena il capo lei.
« Ma non sto cercando di rimorchiarti! » si difese guardandola spalancando gli occhi.
« Sicuro? » sussurrò lei, sorridendo ora più apertamente ed avvicinandosi a lui, alzando una mano a sfiorargli il collo e guardandolo negli occhi con i propri di un azzurro ghiaccio intenso e glaciale.
« Ehm... » ritrovandosela così vicina, tanto da poterne apprezzare un dolce, lieve profumo quasi "selvatico" ma estremamente sensuale, Jonathan si ritrovò involontariamente a deglutire... non che fosse un pivello con le donne, anzi... ma...
Lei, d'altro conto sorridendo avvicinò il proprio viso a quello di lui e portando le proprie labbra vicino all'orecchio destro di lui sussurrò un lieve: « Scordatelo... »
Ritirandosi poi si scatto indietro, la misteriosa ed affascinante donna riprese rapida il proprio cammino, lasciando un attonito Jonathan a reggersi al muro, cercando di capire cosa era accaduto.

MAIDSTONE

« Chiamatemi Marina... »
La richiesta di Klein, capo della Legione britannica, risuonò netta e decisa nella sala.
Il silenzio calò attorno a lui...
« Chiamatemi Marina... »
Un vampiro si mosse rapido e silenzioso per lasciare la sala: non era bene che Klein ripetesse una richiesta.

LONDRA

« Posso esserti utile... » sussurrò di nuovo Marina, insistendo.
« Mi stai tediando, donna... » rispose freddamente Dracula.
« Posso servirti... »
« In molti si sono offerti, prima che io li distruggessi... perché con te dovrei fare un'eccezione? »
« Perché io sono migliore... » replicò lei, ferma e sicura nel tono, ora.
Il Signore dei non-morti ignorò quell'affermazione, non arrestando il proprio cammino verso il proprio rifugio: « Sei modesta... »
« No... ho solo consapevolezza di chi sono... » sorrise il capo dell'elité della Legione britannica.
« E chi sei? »
« Sono una vampira... nata per dominare sull'umanità, nata per asservire il mondo ai voleri del mio unico signore Dracula... »
« Sei solo un cadavere... » commentò il Principe, scuotendo il capo « Carne in putrefazione... »
« Gli uomini si dannano per i miei baci... si uccidono per avere la mia attezione: non sono carne marcia... » replicò lei, alzando appena la voce, forse ferita nell'orgoglio di donna.
« Il sangue dei viventi ribolle rapidamente alla vista di forme attraenti... facile per te trovare prede, ma ciò non ti rende diversa da quello che sei: sei dannata, sei reietta da Dio, sei rinnegata dal Paradiso ed esclusa dall'Inferno... sei morta senza poter morire e sei viva senza poter vivere: questo è essere vampiri! »
Un istante di silenzio separò i due, mentre Marina arrestava il proprio cammino a riflettere su quelle parole ed il Principe di Transilvanya proseguiva solo.
Solo dopo qualche istante la voce della donna ruppe il silenzio, domandando: « E tu chi sei?! »
Il signore della notte a quella domanda si arrestò per un istante, per poi voltare il capo appena all'indietro verso la vampira: « Io sono niente: senza vita, senza anima, odiato e temuto. Sono morto per tutta l'umanità. Ascoltatemi: io sono il mostro che gli uomini che respirano bramerebbero uccidere. Io sono Dracula. »

LONDRA

Fischiettando un uomo giunse dal fondo del corridoio dove era appena scomparsa la ragazza... evidentemente con non meno di sessanta primavere sulle spalle, appariva vestito anch'egli con abbigliamento quasi militare, come la giovane scomparsa: un volto simpatico e all'apparenza cordiale, segnato da un pizzo alla "Hulk" Hogan e da lunghi capelli grigi legati da una bandana, un corpo forse segnato dall'età ma che non sembrava aver perduto vigore ed atleticità, un passo sicuro e braccia ferme nel reggere due pesanti... mitragliatori?!
« Oh... buongiorno, Mr. Drake... » sorrise vedendo Jonathan appoggiato alla parete, nell'esatta posizione in cui l'aveva lasciato la ragazza.
Il giovane Van Helsing, stupito da quel saluto, lo guardò un attimo smarrito.
« Chris Malone... ma puoi chiamarmi CM, se preferisci... » continuò a sorridere l'uomo avvicinandosi a lui ed evidentemente presentandosi « Sono felice di rivederti dopo tanti anni... »
« Rivedermi? » domandò sempre più confuso il giovane.
« Beh... sì... anche se sono passati... mmmm... non meno di ventanni... » rise facendo spallucce « Dai... seguimi, Jon... » rigirandosi e riprendendo il cammino tranquillamente.
Ventanni?! Che fosse un amico dei suoi genitori? Dove diavolo l'aveva portato Blade?!
Aveva bisogno di qualche informazione... e quel Malone per ora era l'unico che aveva incontrato che sembrava non avercela con lui: ok... aveva incontrato solo due persone per ora... ma di queste due il 50% sembrava non sopportarlo.
« Ma dove sono finito? » domandò, quasi retoricamente, Jonathan, rigirandosi contro la parete e prendendo a seguire l'uomo.
« Uh... Sybil non ti ha detto nulla? » domandò l'altro, fermandosi e tornando a voltarsi verso di lui, per attenderlo vedendone i movimenti impacciati « Mmmm... forse la dose era un po' forte... »
« Sybil?! »
« Sì... mi ha detto di averti parlato... » sorrise.
« Ah... intendi la Regina dei Ghiacci?! » replicò storcendo la bocca con un po' di ironia e di sarcasmo... la droga stava finalmente iniziando a lasciarlo e la presenza di una persona che appariva amica lo aiutava.
Malone lo fissò per un istante e poi scoppiò in una fragorosa risata.
« Eh... beh... » sorrise Jonathan « ... per essere una che va in giro senza reggiseno è decisamente "glaciale"... »
Continuando a ridere e a scuotere la testa, l'uomo si rigirò riprendendo il cammino.
« Dai... vieni... » invitò nuovamente il giovane a seguirlo « Credo che avrai molte domande da farmi... »

LONDRA

Dracula proseguiva nei cunicoli sotterranei, a perdersi nelle viscere antiche di Londra, che non erano cambiate nel corso degli anni per sua fortuna: in quei luoghi nessuno metteva più piede da decenni... dalla sua ultima comparsa sulla Terra, come minimo...
Marina lo seguiva, marcandolo stretto: non voleva smarrirlo né smarrirsi, in quello che era un vero e proprio labirinto degno di Dedalo. Ora manteneva il silezio, non volendo ulteriormente infastidire il Signore dei non-morti, che le stava ancora permettendo di sopravvivere.
« Mia dolce e falsa ragazza... » commentò ad un certo punto, voltandosi lentamente verso di lei il Principe « ... per te questo è l'epilogo. »
Il capo dell'elité di Londra bloccò il proprio cammino guardando Dracula con stupore: quell'affermazione era piombata come un fulmine a ciel sereno.
« Come? Non comprendo, mio signore... ho forse fatto qualcosa per meritarmi il tuo disprezzo? »
La figura di Dracula, pur restanto immutata, sembrò quasi ingigantirsi in contrasto a quella dell'esile vampira... il carisma intrinseco nell'animo del grande condottiero si avvertiva chiaramente e quasi atterriva la donna.
« Hai creduto veramente che il tuo fragile inganno potesse illudere lo sguardo di chi è nato per comandare e dominare? » la voce del Principe non appariva irata, non appariva sarcastica, non lasciava trasparire alcun sentimento... fredda e tagliente verso la non-morta.
« Inganno?! » domandò stupita Marina « Io... no... io non potrei mai ingannarti, mio signore... »
« Dici il vero... » annuì egli « Nessuna metamorfosi può ingannare Dracula, l'unico signore dei vampiri... colui che per te è pari ad un dio! »
Marina arretrò lentamente... visibilmente scossa a quell'affermazione: la pelle e la carne di lei per un momento sembrò vibrare, prima di riplasmarsi cambiando sembianze e mostrando un'altra giovane donna, simile al capo dell'elité britannica ma non certamente pari a lei.
« Come è possibile che tu l'abbia scoperto? » domandò poi la falsa Marina, ancora disorientata per essere stata smascherata così semplicemente.
« Io sono Dracula... »
La vampira, ritrovandosi completamente spiazzata e forse, per la prima volta, temendo per la propria esistenza, si gettò verso il signore dei non-morti, con un grido quasi bestiale...

MAIDSTONE

« Stupida... » commentò freddamente Marina, osservando nello schermo del proprio portatile le immagini trasmesse dalla micro-telecamera nascosta fra gli abiti della propria "controfigura", mandata da lei ad incontrare il signore dei non-morti « Mi aspettavo di meglio da un membro della mia squadra... ma devo ammette che Dracula non è un avversario comune... » continuò, parlando sottovoce fra sé e sé, osservando le ultime immagini che la telecamera fu in grado di trasmetterle, quelle di un corpo straziato e definitivamente morente.
Sentendo dei passi, per quanto leggeri e silenziosi, avvicinarsi alla porta di quello che qualcuno avrebbe potuto definire il di lei "ufficio", Marina chiuse con un gesto rapido il portatile, osservando il nuovo giunto.
« Il signore Klein chiede di te, signora... » annunciò il vampiro, chinando lo sguardo di fronte a chi sapeva essergli superiore.
« Non lasciamo allora attendere il signore Klein... » commentò lei, divertita da tanto servilismo verso chi non riusciva a considerare più di un bambino viziato e capriccioso.

No way now to call your friend
For survival is the key
Your mission is to find a way
And defeat them at their game
Hunted by de evil ones
And I'm chased by my enemy
Like refugees and castaways
In an aslant environment


Il brano in corsivo è "Renegade Survivor" dei Wailing Souls

Il retaggio di Harker - parte terza -

I am so high, I can hear heaven.
I am so high, I can hear heaven.
Oh but heaven, no heaven don't hear me.

And they say that a hero can save us.
I'm not gonna stand here and wait.
I'll hold on to the wings of the eagles.
Watch as we all fly away.

Someone told me that love would all save us.
But how can that be?
Look what love gave us.
A world full of killing, and blood-spilling, that
world never came.


LONDRA

« Ricordo perfettamente il giorno in cui sei nato... » sorrise Malone, giungendo ad una stanza e spingendo la porta con un piede, per le mani ancora occupate dai due grossi mitragliatori « ... eri un bambino sano e forte: tuo padre era orgoglioso di te, tanto da portarti in giro per mostrarti a tutti noi... »
Jonathan Drake seguiva in silenzio CM, unica persona con cui fosse riuscito ad instaurare una qualche forma di comunicazione civile da quando si era risvegliato seminarcotizzato: ora l'effetto della droga di Blade era praticamente svanito e riusciva di nuovo a reggersi sulle proprie gambe.
« La tua nascita era stato un evento inatteso... era da poco scomparso Quincy Harker quando tua madre scoprì di essere incinta: in un qualche modo la tua presenza rappresentava il nostro futuro, la speranza che ogni morte fra noi non sarebbe stata vana... e che, se il vampirismo non fosse stato sconfitto, qualcun altro avrebbe potuto continuare ciò che Abraham Van Helsing e Jonathan Harker iniziarono, opponendosi per primi a Dracula, seguiti in breve dal figlio di Jonathan e Mina: Quincy... »
Le parole dell'uomo risuonavano pesanti, nella loro malinconicità, sull'animo di Jonathan: lui non aveva mai fatto nulla... fino a qualche giorno prima neanche sapeva dell'esistenza reale del vampirismo... eppure la sua sola nascita aveva rappresentato la "speranza" per qualcuno. Un fardello non facile da accettare...
« Quindi il mio nome... » sussurrò appena, cercando di raggiungere il significato nascosto dietro alle cose più scontate della sua vita.
« Sì... » sorrise Malone appoggiando i mitragliatori su una lunga rastrelliera insieme a molti altri « ... ti battezzarono Jonathan, in onore e ricordo del primo Harker, nella speranza che tu non dovessi mai accogliere l'eredità dei Van Helsing, ma nella certezza che se tale fosse stato il tuo destino, saresti stato in grado di compierlo fino in fondo... »
Il silenzio calò fra i due: CM lasciò il giovane libero da altri discorsi forse troppo pesanti da accettare tutti insieme, per dedicarsi ad ultimare il controllo dell'armamentario.
Drake non se ne era accorto, assorto nei pensieri nati da quelle parole, ma erano finiti in una stanza lunga e larga, con rastrelliere appese ad ogni parete e in verticale per tutto lo spazio occupabile... armi, a dozzine... di ogni foggia e forma: armi in legno, armi da taglio, frecce e balestre, armi da fuoco...
Solo il rumore dei movimenti di Malone risvegliò Jonathan dalla stasi in cui era caduto, facendogli notare dove era finito.
« Che posto è questo? » domandò dopo un attimo, preferendo sinceramente lasciar sfumare il discorso precedente.
« La nostra armeria... » sorrise l'uomo, senza alzare gli occhi dalla pistola che stava controllando « Tutti i migliori ritrovati, moderni ed antichi, per la lotta ai nosferatu... »
« No no... » scuotendo il capo « Non intendo questa stanza... intendo proprio questo posto... »
« Ahhh... » sorrise di nuovo, ora spostando lo sguardo a lui « Questa è una delle poche basi di Harker ancora operative, "sopravvissuta" solo perché i succhiasangue non l'hanno mai scoperta... »
« ... l'organizzazione di Harker... » commentò il giovane erede dei Van Helsing « Blade l'aveva nominata... ma non ci avevo sinceramente prestato attenzione... »
« Già... » annuì Malone « Ben poco rispetto a ciò che eravamo un tempo... e probabilmente se il buon vecchio Harker fosse ancora fra noi si incazzerebbe non poco nel vedere come ci siamo ridotti male! » aggiunse ridendo appena.
L'eventuale replica di Jonathan a quell'affermazione però fu trocata dall'ingresso in scena di una nuova, ma già nota, figura: Sybil, regina dei ghiacci.

MAIDSTONE

« Marina... » sorrise il signore della Legione, alzandosi dal suo "trono" per accogliere a braccia aperte il comandante dell'Elité « Marina... mia dolce, perfida, fredda vampira... grazie per avermi onorato con la tua presenza... »
Il sarcasmo e la falsità del tono di Klein era talmente evidente che la donna dovette trattenere un moto di nausea in reazione a tanto disgusto: egli aveva in mente qualcosa... e quando succedeva erano sempre guai per lei...
Le persone che detengono il potere non dovrebbero mai avere idee, non dovrebbero mai pensare: quando pensano ed agiscono sbagliano sempre e procurano solo danni ai loro subordinati...
« Signore Klein... » rispose chinandosi di fronte a lui « Perdona il mio ritardo nel rispondere al tuo richiamo... »
« Non temere, mia amabile Marina... » sorrise lui avvicinandosi a lei per farla rialzare « ... è intrinseco del tuo ruolo di donna quello di giungere in ritardo... non te ne faccio colpa... »
Il comandante dell'Elité a stento si riusciva a trattenere: nei momenti in cui Klein si comportava in quel modo, il desiderio di lei di porre fine a quell'inutile presenza era tanto... troppo... ma doveva trattenersi...
Klein in fondo era un idiota... un idiota pericoloso ma pur sempre un idiota... e se Marina avesse giocato bene le sue carte come aveva fatto fino ad allora, non avrebbe avuto problemi.
« Troppo buono, mio signore... » sussurrò semplicemente in risposta.
« Marina... Marina... » riprese lui sorridendo « Tu sei il mio uomo... anzi... la mia donna migliore... sei a capo dell'Elité della prima Legione... eppure... eppure... »
La vampira osservava in silenzio il suo "signore", mentre con la mente non prestava reale attenzione alle parole di lui... troppo intenta a cercare di trovare una via per il reale problema che ora assorbiva il di lei tempo: Dracula!
« ... eppure vi è un grande problema... un problema che mi pare tu stia totalmente ignorando... e questo mi preoccupa... » continuò lui, dandole le spalle.
« Un problema, mio signore? » domandò ingenuamente, anche se iniziava a sospettare a cosa si riferisse.
« Sì... ed io detesto i problemi... » commentò voltandosi a guardarla.
« Che genere di problema? »
Un attimo di silenziò calò fra i due... poi Klein si mosse a ritornare verso il suo "trono".
« A quanto pare... » riprese mentre si sedeva « Da qualche giorno sta circolando un folle nel nostro territorio: un folle più pericoloso di quello che immaginavo... e che ha già distrutto troppi membri delle nostre schiere minori... »
« Un cacciatore? » domandò di nuovo lei, anche se era chiaro che si stava riferendo proprio al suo problema.
« No... non credo... » scuotendo il capo « E' un vampiro... almeno così pare... ed ha anche iniziato a riprodursi... »

LONDRA

Dolce è l'abbraccio della terra che mi ha visto Signore incontrastato... sereno è il riposo nel calore di ciò che un tempo mi apparteneva: terra di Transylvania... terra estratta dalla mia stessa cripta e spedita in questa città più di trent'anni fa... o forse questa risale a prima ancora?
Forse è la terra che portai qui alla fine del diciannovesimo secolo, quando poi mi ritrovai, mio malgrado, a lottare contro un nemico inatteso nel momento in cui credevo... ero certo... di non avere rivali...
Abraham Van Helsing... un uomo come pochi possono esistere: se egli vivesse oggi, certamente questi "nuovi" vampiri avrebbero vita breve... uno dei pochi uomini che, pur essendomi nemico giurato, ho in qualche modo saputo imparare a rispettare...
Quincy Harker, nonostante seguisse il cammino indicato da Van Helsing e da suo padre, non riuscì mai a conquistare tale rispetto... e mai è stato in grado di uccidermi, nonostante io gli avessi sottratto, prima, la moglie e, poi, l'unica figlia...
Harker, come il padre prima di lui, era sempre stato un uomo d'azione... Van Helsing un uomo di pensiero...
Dove l'uno poneva il braccio, l'altro usava la mente...
Entrambi, comunque, sono morti per mano mia...
Ed ora?
Ora il Signore dei non-morti si ritrova non più a combattere contro gli uomini, ma addirittura contro i suoi stessi eredi... contro i vampiri!
Come è possibile questo? Come è possibile che si continuino ad opporre a me?
Come è possibile che quella vampira potesse credere veramente di ingannarmi?
Per arrivare dove? Arrivare al luogo del mio riposo e cercare di distruggermi?
Folli...
Folli perché credono che io possa essere sconfitto...
Folli perché credono di conoscere realmente il dono della non-morte...
Folli perché credono di potersi opporre a me...
Io sono il loro unico dio...
Al di fuori di me conosceranno solo la morte... in me conosceranno la vita...

LONDRA

Jonathan, finalmente libero dagli effetti della droga, potè ora ancor meglio apprezzare la presenza della giovane donna: il corpo di lei, perfettamente formato, mostrava curve dolci sotto le quali era guizzante un'agile muscolatura... un fascino non da passerella di certo... una sensualità selvaggia in un certo senso...
Il top che indossava non nascondeva di certo le forme sode dei seni di lei, lasciandone anche scrutare i particolari più intimi, data l'assenza di reggiseno che già, il giovane Drake, aveva potuto apprezzare quando era stesso a terra, ai piedi di lei...
In mano, senza apparente sforzo, reggeva un altro pesante mitragliatore non diverso dai due appena trasportati da Malone.
« CM... hai lasciato questo in giro... » esordì verso l'uomo, del tutto ignorando la presenza di Drake.
« Grazie Sy... » sorrise prendendo l'arma dalle mani di lei « ... purtroppo il buon Dio mi ha concesso solo due braccia... sarei venuto a prenderlo dopo... »
« No problemo... » sollevando appena le spalle a sottolineare le parole.
L'ultimo erede dei Van Helsing osservava la giovane donna attonito: gli occhi di lei non si erano volti a lui neanche per un solo istante, quasi egli fosse totalmente invisibile ed intangibile... ma la cosa peggiore era che egli non riusciva a comprendere la ragione di tale comportamento, non avendo mai compiuto in vita propria qualcosa contro di lei...
« Sy... » sorrise Malone, intuendo i pensieri del giovane.
« Cosa?! » domandò verso di lui, non capendo cosa volesse intendere.
Muovendo lo sguardo Malone sembrò indicare proprio Jonathan, il quale, cogliendo l'occasione al balzo, si mosse accanto a lei, tendendo forse ingenuamente una mano verso di lei.
« Alla fine ho scoperto come ti chiami... Sybil... » sorrise dolcemente Drake.
« Wow... che mago... » rispose lei, con evidente sarcasmo, ovviamente ignorando la mano tesale.
« Ma ti sto per caso antipatico? » domandò alla fine, cercando di scoprire la ragione di tanta freddezza.
« Chi?! Tu?! » sorrise divertita « Per essermi antipatico dovrei prima interessarmi a te, cocco... » e, senza lasciargli tempo di replicare fece per allontanarsi.
Jonathan restò sbigottito ad osservarla mentre si allontanava...
« Eh, no... cazzo... ora voglio una risposta... » commentò prima di correrle dietro.
Udendo, però, i passi di lui alle proprie spalle, Sybil lo avvertì: « Non osare sfiorarmi, Drake... non osare... » tono calmo... freddo...
« E fermati... » chiese, invece, Jonathan alzando la mano destra ad appoggiarsi sulla spalla sinistra di lei, a cercare di bloccarla.
« Madornale errore... » sussurro lei, in un lieve soffio.
Il giovane discendente dei Van Helsing non ebbe modo di poter comprendere in quale modo si ritrovò a terra, con il naso sanguinante: egli non vide il rapido movimento rotatorio di lei, non vide il pugno destro di lei chiudersi e caricarsi sul fianco, non vide il suddetto pugno che rapido e senza indugi si andò ad impattare contro il suo viso...
« Sybil! » esclamò Malone, raggiungendoli in tempo ad assistere alla scena.
« CM... » era la voce di Blade quella che, senza preavviso, comparve in scena « ... lasciala fare... »
Il gladiatore d'ebano era appoggiato silenziosamente al muro, osservando lo svolgersi dei fatti con interesse.
« Avanti, ragazzo! » disse poi, verso Jonathan « Alzati e combatti... »
Drake si volse stupito verso Blade: « Io non picchio le donne... » il sangue, copioso, continuava a scendere dal naso sul resto del volto.
Ma un nuovo colpo da parte di Sybil lo azzittì: questa volta fu un calcio a raggiungerlo su un fianco, sbattendolo a terra supino e dolente.
« Reagisci, ragazzo... o Sybil non avrà pietà... »
La voce di Blade era dura e sembrava quasi impartire ordini alla ragazza: lei, non perdendo tempo, si gettò a cavalcioni del corpo di lui, per bloccarlo a terra e bloccargli le braccia sotto le proprie ginocchia, e iniziò a colpirlo, senza comunque eccessiva forza, al volto con i pugni chiusi.
« Sei uno smidollato, Drake... » lo scherniva senza smettere di colpirlo.
Malone si mosse a portarsi accanto a Blade.
« Cosa stai cercando di dimostrare? » gli domandò, mentre osservava Sybil all'opera sul giovane.
« Il ragazzo deve solo ritrovare lo spirito guerriero che è suo ereditario... » rispose Blade, seguendo con un sorriso la scena.
« Sempre ammesso che Sy non lo accoppi prima... »
« Fino a quando non riuscirà a tenerle testa, non avra scampo contro il più debole fra tutti i vampiri... » replicò, semplicemente sottolineando la dura realtà « ... e poi lo sta trattando fin troppo bene... »
A quelle parole, però, ella reagì duramente, alzando il pugno destro per colpire Drake con più forza e porre fine all'incontro.
« È tutto vostro... » commentò la giovane, alzandosi ansimando appena, mentre si sistemava una ciocca di capelli con la mano sporca del sangue di lui.
« Cosa ne pensi? » domandò Blade, senza lasciare la propria posizione.
« Secondo me questo non dura più di ventiquattro ore, se ora la Legione gli da veramente la caccia... » rispose lei, mentre con un fazzoletto si puliva le mani.
« Capisco... » concluse il cacciatore, staccandosi dalla parete senza più dire altro.
E, mentre Blade si allontanava tranquillo, Jonathan restò immobile a terra... privo di sensi.

And they say that a hero can save us.
I'm not gonna stand here and wait.
I'll hold on to the wings of the eagles.
Watch as we all fly away.

Now that the world isn't ending, it's love that I'm sending to you.
It isn't the love of a hero, that's why I fear it won't do.

And they say that a hero can save us.
I'm not gonna stand here and wait.
I'll hold on to the wings of the eagles.
Watch as we all fly away.


Il brano in corsivo è "Hero" di Chad Kroeger

Il retaggio di Harker - parte quarta -

Baby join me in death

We are so young
Our lives have just begun
That's already we are considering
Escape from this world

And we've waited for so long
For this moment to come
Was so anxious to be together
Together in death


LONDRA

Ci sono certi film o certe storie dove il protagonista continua a svenire, perdere il sensi, addormentarsi per giustificare il passaggio da una situazione ad un'altra, completamente diversa: Jonathan in quel momento si sentiva esattamente come tale protagonista.
Giunto alla base dell'Organizzazione di Blade narcotizzato, l'ultimo erede dei Van Helsing si risvegliò ora sul proprio letto, a casa propria: il sole stava calando di nuovo ad ovest e lui riposava... la sola prova dell'incontro con Sybil era rappresentato dai lividi sulla sua pelle...
« Diavolo... » sussurrò scuotendo piano il capo « Ma tutto questo sta veramente accadendo o è solo la mia immaginazione? »
Blade...
Dracula...
Van Helsing...
I suoi genitori...
La Legione...
L'Organizzazione di Harker...
Era tutto reale? Stava vivendo qualche strano incubo?
Magari era tutto un gioco... un assurdo gioco come accadeva a Michael Douglas in "The Game"? Non aveva digerito quel film... ed ora gli sembrava di star vivendolo in prima persona...
« Cazzo... picchia duro quella puttana... » sussurrò lamentandosi a passare una mano sul livido nero che indicava i calci di lei al suo fianco.
Era ancora arrabbiato... non con Sybil, nonostante verso di lei erano rivolti i suoi insulti ora, ma con se stesso...
Prima dell'arrivo di Blade la sua vita era perfetta: dall'arrivo di quel cacciatore tutto era stato sconvolto... e lui era stato malmenato continuamente...
Non poteva continuare in questo modo... e non voleva continuare in questo modo...
Vampiri, complotti, organizzazioni segrete... era da pochi giorni in quel giro e già ne era veramente stanco...
Dracula...
Possibile che tale minaccia per lui fosse reale?
Possibile che il personaggio di un libro potesse essere un suo antenato ed ora interessato a reclamare la sua vita?
Che tipo di uom... vampiro poteva essere Dracula?
Simile al protagonista del racconto di Stoker?
Simile all'interpretazione di Francis Ford Coppola?
Simile al Nosferatu di Friedrich Murnau?
E se veramente fosse tutto frutto di una mente malata?
Se i vampiri non esistessero e fosse stato Blade o qualcun'altro a mettere in piedi tutta quella situazione paradossale?
Ma a quale scopo?

DLIN DLON... DLIN DLON...

Il campanello... qualcuno alla porta: perso nei suoi pensieri il giovane Drake saltò quasi sul letto a quel suono comune...
Doveva preoccuparsi?
Ancora vampiri?!
Uno sguardo al cielo ormai scuro... il sole scomparso sotto la linea dell'orizzonte...
Cosa doveva fare?

DLIN DLON...

« Idiota... vai ad aprire... » si rimproverò sottovoce.
Doveva smettere di farsi influenzare dalle paranoie di Blade...
Non c'era alcuna organizzazione che lo desiderava morto: lui era un semplice editore minore di romanzi horror... né più... né meno...

DLIN DLON...

Ma quello che era successo la notte prima, ammesso che fosse passato solo un giorno e non di più, non se lo era sognato...
Orde di vampiri avevano invaso la sua casa... lo avevano inseguito reclamando il suo sangue...

DLIN DLON...

Jonathan si alzò lentamente dal letto, cercando di ricordarsi gli insegnamenti di Blade: il crocifisso non sarebbe servito a molto, purtroppo, quindi era da escludere a priori... gli serviva un picchetto di legno, o qualcosa di più possibile simile ad esso...

DLIN DLON...

Spostandosi silenziosamente verso lo studio, frugò nei cassetti alla ricerca di qualcosa che era certo esserci...
« Ah... eccolo... » sorrise, estraendolo.
Un tagliacarta il legno con la testa di un caimano come impugnatura, un souvenir che un amico gli aveva portato dal Sud America: non era paragonabile alle armi di Blade, ma era convito che potesse andar bene come difesa minima...

DLIN DLON...

« ARRIVO! » gridò verso la porta, per far cessare quell'insistente scampanellare.
Il dubbio lo colse immediatamente: aveva fatto bene a rivelare la sua presenza nell'appartamento?
Ormai però era inutile porsi troppi dubbi e così si diresse verso la porta, con l'apribuste in mano, probabilmente più utile a dargli sicurezza che ad offrirgli una reale protezione: la notte prima aveva scoperto quanto dura era la lotta contro i vampiri... e a detta di Blade quelli non erano di certo il meglio!
Uno sguardo allo spioncino...
La presa sul tagliacarta si allenta, mentre lo appoggia sorridendo su un mobile accanto alla porta, per poterla aprire...
« Alla buon ora... » borbottò lei, guardandolo con aria impaziente.
« Katie... perdonami... » sorrise, felice di vederla.

Osservava in silenzio la situazione, accovacciata nell'oscurità della notte su un sottile cornicione del palazzo di fronte a quello in cui era l'appartamento di Jonathan Drake.
Non era particolarmente entusiasta del ruolo affidatole.
« Miss Katherine Wycliff... » sussurrò inarcando un sopracciglio alla vista della giovane rossa comparsa sulla soglia di casa Drake « Chi non muore si rivede, vero? Ed a volte anche chi muore... »
La Legione non aveva perso tempo a quanto sembrava: Katherine era scomparsa tre giorni prima dal suo appartamento... ed ora già si presentava a casa di Jonathan...
Tempi stretti per una novellina, ma evidentemente dovevano aver letto il fascicolo riguardante Frank Drake e ciò che avvenne qualche decennio prima, all'inizio di tutto questo nuovo incubo, e speravano di poter riuscire in ciò che all'epoca era fallito...

« Allora? Non mi fai entrare? » battendo la punta del piede a terra « Si gela qui fuori... »
« Sì... » tirandosi indietro per lasciarla passare « Entra, amore... »
« Ah... adesso sono tornata ad essere "amore"?! » commentò duramente sarcastica entrando nell'appartamento e togliendosi la pelliccia bianca a pelo corto che indossava, per gettarla sul divano, restando così vestita in un corto ed aderente abito rosso, intonato al colore dei di lei capelli e che poco celava allo sguardo sulle forme decisamente marcate di un corpo da paginone centrale di riviste maschili « Mi sembra che fino ad un minuto fa tu non mi considerassi neanche... o ti sei dimenticato degli ultimi appuntamenti mancati a causa del tuo lavoro?! »
Jonathan la guardava sorridendo: Katie era una certezza per lui... non avevano mai fatto coppia fissa, né mai avevano preteso di farlo, ma sapeva esattamente il motivo per cui lei era venuta da lui... e ne era felice!
« Amore... ho avuto molto da fare... » cercò di giustificarsi senza impegno.
« In quattro, cinque... quanti giorni sono?!... neanche una telefonata? » lo domandò, dirigendosi con aria furente verso la camera da letto « Sarei potuta essere morta e tu neanche te lo saresti immaginato! »
« Uhm... » commentò sorridendo con aria di malizia, mentre la seguiva verso la stanza, conferma dei suoi pensieri « ... hai ragione... sono stato veramente cattivo... »
« Esatto... » ribadì, arrestandosi davanti al letto prima di girarsi e mostrare che già alcuni bottoni erano stati slacciati, per lasciar rivelare i seni sodi e generosi di lei in tutto il loro splendore allo sguardo di lui « Meriti proprio una punizione... »

« Cielo... » commentò mentre, muovendosi agile quasi camminasse sulla parete stessa dell'edificio, la figura solitaria che osservava la scena scese rapida dalla propria posizione « Possibile che i maschietti inibiscano ogni funzione cerebrale di fronte ad un bel corpo femminile?! »
Attraversò in silenzio la strada, per poi entrare nell'edificio dell'appartamento di Drake e dirigersi alle scale, iniziando ad aprire il lungo cappotto nero che la ricopriva per prepararsi a ciò che sarebbe accaduto di lì a poco.
« Certe volte mi domando seriamente come abbia fatto Adamo a sopravvivere a Lilith... »

« Mi sei mancata... » sussurrò Jonathan, sorridendo mentre si muoveva dolcemente sul corpo di lei baciandola appassionatamente « Sono stati giorni infernali senza di te... »
« Anche tu, mio focoso amante... » sorrise Katie, accarezzandolo sul collo e sulle spalle, concedendosi a lui « Dire che mi son sentita morire senza di te è un eufemismo... »
Drake non poteva non essere giustificato, in fondo: lei era quel tipo di donna che bloccherebbe i neuroni di qualsiasi essere maschile, lasciando solo gli ormoni liberi di agire... e se poi ella si offriva come aveva appena fatto, nuda fra le braccia di lui, solo un folle o un omosessuale si sarebbe sottratto a quell'abbraccio...
« Hai preso veramente freddo... » la guardò, staccando per un attimo le labbra dalla pelle morbida e vellutata della compagna « Sembri un cubetto di ghiaccio... »
« Riscaldami con il tuo amore... » sussurrò lei, mentre con un colpo di reni capolgeva la situazione fra loro, portandosi sopra di lui, dominatrice « Riscaldami con il tuo corpo virile... »
Jonathan la lasciava fare sorridendo felice: non era nulla di nuovo quello che stavano vivendo e di certo era la cosa migliore che gli accadeva negli ultimi giorni.
« Riscaldami con la tua forza... » sussurrò di nuovo Katie, muovendo le labbra su viso di lui, scendendo verso il collo di lui « Riscaldami con il tuo sangue... »

« Magari un'altra volta, bella... »

Una nuova voce femminile giunse sulla scena, bloccando quello che appariva il preludio all'unione amorosa di due corpi nudi su un letto sfatto, e rompendo l'incanto del momento... incanto sicuramente letale per Jonathan!
« Argh... » con un grido bestiale, Katie si sollevò in un istante dal corpo del giovane, per rigirarsi e gettarsi verso la proprietaria di tale voce, simile più ad un animale che ad un essere umano.
Egli, intorpidito dalla passione scatenata da lei, non riuscì in un primo istante ad accorgersi di ciò che accadde nel giro di pochi secondi: solo un grido soffocato a segnare la morte definitiva di colei che un tempo era chiamata Katherine Wycliff.
« Ehy, Drake... »
Lo guardo di Jonathan osservava la scena, cercando di comprendere i fatti: davanti a lui, fiera e stupenda come la prima volta che l'aveva recentemente conosciuta, era Sybil, vestita con abiti scuri e decisamente robusti, forse kevlar o qualcosa di simile, nascondendo sotto un lungo cappotto ora aperto un arsenale non inferiore a quello che aveva visto indosso a Blade...
Ai piedi di lei, accasciata come una bambola gettata a terra alla fine di un gioco, era Katie: ne poteva vedere la schiena nuda... nel mezzo della quale si ergeva, uscendo di punta, un accuminato picchetto di solido legno...
E lui, sdraiato, nudo ed ancora eccitato per quanto stava accadendo un istante prima, osservava senza ancora riuscire a rendersi conto di quanto era avvenuto...
« Alzati, vestiti e seguimi... » comandò severamente Sybil, prima di girarsi ed uscire dalla stanza.

LONDRA

La notte vede me, il suo signore e padrone, svegliarsi dal riposo diurno...
La notte vede me, il suo figlio e creatura, destarsi a rinnovata non-vita...
La notte vede me, Dracula, Principe di Transylvania, Signore dei non-morti, riaprire gli occhi su quella che sarà l'ultima notte per tutti coloro che a me si sono opposti...
Per tutti coloro che mi hanno rinnegato...
Per tutti coloro che hanno dimenticato a chi devono rispetto ed adorazione...
In silenzio mi muovo rapido come la morte stessa per i cunicoli sotterranei di questa città: domani tutti dovranno nuovamente tremare al nome di Dracula... creature mortali o immortali che siano...
In silenzio raggiungo l'esterno, torno a immergermi nell'oscurità che per me è vita e da cui traggo la mia forza e la mia esistenza stessa...
In silenzio mi dirigo oltre il limite della città, dove il cemento freddo dell'industrializzazione cede il passo alla terra calda ed umida... all'erba, ai campi ed ai prati sterminati...
« Venite a me, figli miei... »
Un richiamo... un richiamo privo di un reale suono, ma così forte che nessuno frutto della mia non-morte potrà ignorare...
« Venite a me, creature dannate... »
Eccole... le mie schiere... le uniche vere legioni di Dracula...
Nuove legioni... "nate" negli ultimi giorni... nelle ultime ore...
Essi sanno a chi devono obbedienza...
Essi non si pongono domande su quale è l'unico vero scopo del vampirismo...
Essi mi seguiranno fino alla morte ed oltre ancora, adorandomi e sacrificando tutto per me, dato che essi mi appartengono...
« Venite a me, predatori notturni... »
Il loro numero non è quello che speravo... del resto ho concesso poco tempo...
Ma non ne ho altro da sprecare...
Non posso attendere oltre...
Non posso tollerare che gli infedeli sopravvivano alla prossima alba...
« Coloro che hanno ricevuto indegnamente il dono della non-morte, questa notte scopriranno cosa significa "dolore"... cosa significa "Inferno"... »
L'esistenza stessa di simili aborti è blasfema ai miei occhi...
« Coloro che hanno tradito il mio nome e la mia stirpe, questa notte chiederanno pietà, senza trovarla... perché io non sono un dio misericordioso e la mia ira è tremenda... »
Io sono un condottiero... ho comandato da sempre eserciti alla vittoria...
E così sarà ancora... da oggi e per sempre...
« Seguite il vostro signore, miei vampiri... seguitemi verso l'inizio di una nuova era... »
Mi alzo nel cielo, mentre vengo imitato dai chi finalmente riconosco come degni del mio nome... del mio dono...
« L'era di Dracula! »

Oh oh oh...
Would you die tonight for love?
Baby join me in death
Would you die?
Baby join me in death
Would you die tonight for love?
Baby join me in death

This world is so cruel
Placing were here only to lose
So before life tears us apart, let
Death bless me with you

Oh oh oh...
Would you die tonight for love?
Baby join me in death
So would you die?
Baby join me in death
Would you die tonight for love?
Baby join me in death
Join me in death


Il brano in corsivo è "Join Me In Death" degli HIM
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Re: Dracula (V.M. 14)

Messaggiodi SeanMacMalcom » 25/08/2010, 9:26

L'ira di Dracula - parte prima -

Here we are. Born to be kings.
We're the princes of the universe.
Here we belong. Fighting to survive.
In a world with the darkest powers.
And here we are. We're the princes of the universe.
Here we belong. Fighting for survival.
We've come to be the rulers of your world.
I am immortal. I have inside me blood of kings.
I have no rival. No man can be my equal.
Take me to the future of your world.
Born to be kings. Princes of the universe.
Fighting and free. Got your world in my hand.
I'm here for your love and I'll make my stand.
We were born to be princes of the universe.
No man could understand. My power is in my own hand.


MAIDSTONE

« Thomas... »
Klein era furioso. Ancora una volta era furioso.
Del resto come poteva non esserlo?
Tutto sembrava sfuggirgli dalle mani: lui che aveva creato il concetto stesso della Legione, lui che era a capo della prima Legione, non poteva apparire impotente.
Eppure lo era... lo era perché non sapeva neanche contro chi si stava battendo.
« Spiegami... Thomas... Spiegami come è possibile questo? »
Thomas tratteneva a stento la paura, genuflesso a terra con lo sguardo chino: sapeva cosa rischiava... sapeva che fine aveva fatto il suo predecessore al servizio personale di Klein... e questo lo terrorizzava.
« Mio signore... non... »
« BASTA! » un grido... collerico.
« Mio sig... »
« Non una parola, animale... non una parola! »
Klein era immobile sul suo "trono", eppure per il povero vampino chino di fronte a lui era come se reggesse un picchetto contro la sua schiena, pronto a distruggerlo.
« Sono stanco... stanco dell'incompetenza di tutti voi... »
Voce bassa, eppure carica di forza da far impallidire i già pallidi volti dei presenti.
« Marina! Dov'é Marina?! »
Silenzio attorno a lui.
« CAZZO! Possibile che quella troia non c'è mai?! »
Nessuno osava fiatare di fronte alla rabbia di Klein: nessuno avrebbe mai pensato che ci si potesse rivolgere ad una vampira come Marina con quell'appellativo dispregiativo... ma l'ira di Klein era forte e nessuno avrebbe di certo fronteggiato tale ira...
« Thomas... Dove è Marina? »
Parole lente, scandite una alla volta, lettera per lettera.
« Non lo sap... »
« AHHHHHRRRRRrr... »
Levandosi di colpo dal trono, Klein si mosse ad una velocità incredibile, una velocità a cui nessun vampiro della Legione poteva giungere, forse fatta eccezione per i vampiri dell'Elité: nessuno riuscì a vederlo, ma tutti videro Thomas riverso a terra, con il petto trapassato da un lungo paletto di legno ed il signore della Legione sopra di lui, guardandolo con disprezzo... al servo neanche il tempo di gridare fu concesso, in quella morte tanto rapida.
« Ora... » disse Klein ad alta voce, rivolgendosi al resto dei presenti « Voi, idioti privi di cervello, provate a darmi una buona ragione per non riprendermi il dono che vi ho concesso il giorno in cui vi ho reso vampiri... »
I vampiri restarono in silenzio al cospetto dell'ira del loro padrone.

« AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH... »
« AHHHHHHHHHHHHH.... »

A decine... a centinaia le grida provenivano da tutti i corridoi, oltre la porta chiusa della sala di Klein.

« AHHHHHHHHHHH... »
« AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH... »

Urla di dolore straziante... urla di morte...

« AHHHHHHHHHHHHHHH... »
« AHHHHHHHH.... »

Anche il capo della Legione non poté non azzittirsi di fronte a tanto orrore, guardando la porta chiusa come tutti i presenti.

« AHHHHHHHHHHHHHHHHH... »
« AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH... »

Le grida crescevano, di intensità e di numero...

« AHHHHhhhhhhh.................. »

Ed alla fine il silenzio.
Nessuno osava muoversi.
Nessuno osava nemmeno battere un ciglio.
Sguardi tesi rivolti alla porta.
Silenzio.
Secondi... minuti interminabili.
Un silenzio pesante.
Un silenzio assoluto.
Klein fissava la porta al pari di tutti.
Loro, vampiri immortali, creature infernali... atterrite di fronte a tante grida.
Ed ancora più atterrite di fronte a tanto silenzio.
« Cos... » cercò di sussurrare Klein, per non mostrarsi debole di fronte ai suoi vampiri.
La porta fremette, restando chiusa.
A terra, da sotto la porta stessa, lentamente abbondante liquido scuro si fece strada.
Nessuno dei presenti non lo riconobbe immediatamente: sangue!
Dall'alto della porta... dai lati della stessa... sangue... sangue colava lento: quel liquido tanto caro ad ogni vampiro, quel liquido che per loro rappresentava l'eternità, ora sembrava quasi terrorizzarli... una paura atavica, che nessuno fra loro avrebbe dovuto provare nel proprio status di vampiro, ma che ugualmente li colpiva e li paralizzava.
Nessuno fra essi era realmente un vampiro: per quanto ne fossero convinti, per quanto tecnicamente in ognuno di loro la vita aveva smesso di essere tale, nessuno fra essi era un mostro degno di tale nome.
Tutti pronti ad uccidere... a fare a pezzi qualsiasi essere vivente... ma nonostante ciò fragili, nella loro natura così violentata: troppo influenzati dai media... troppo succubi delle retoriche moderne sui vampiri...
Anche Klein, per quanto più anziano fra tutti, si era troppo adagiato al suo rango signorile... non aveva vissuto mai realmente il ruolo di vampiro... non aveva mai cercato di essere simile a coloro che, del resto, gli avevano portato via la vita vera.
Ed ora... tutti... di fronte a quella lenta tensione crescente, restavano immobili, in silenzio: il desiderio di fuga non mancava ad alcuno, ma la paura era tale da non permettere alcun movimento, alcun pensiero...

CRASH...

La porta scomparve, con un rumore secco venne distrutta... oltre di essa nulla.
Solo polvere... polvere in aria, simile a nebbia. Nebbia...
Nessuno si mosse, mentre oltre la porta intravedevano spettacoli di un orrore indescrivibile, formati dai resti di coloro che fino a poco prima erano i loro compagni, amici, fratelli...
Sangue, carne, ossa...
Sangue...
Carne...
Ossa...

LONDRA

« Era una vampira... » sussurrò Jonathan, ancora incredulo.
Sybil lo aveva condotto, ancora in stato confusionale, fuori di casa, trascinandolo rapidamente attraverso mezza città fino a raggiungere quella che lei aveva chiamato una zona "sicura": un edificio semiabbandonato e probabilmente prossimo alla demolizione.
Ora, seduto su una poltrona, il giovane erede dei Van Helsing cercava di comprendere cosa era avvenuto, osservando la figura misteriosa della cacciatrice che lo aveva salvato.
« Bravo, cocco... ci sei arrivato alla fine, eh?! » sorrise sarcastica, con lo sguardo rivolto alla strada sotto di loro, in piedi vicino alla finestra.
« Io... oddio... ma come è possibile? » la fissava, cercando spiegazioni sull'incubo orrendo che era diventata la sua esistenza.
« Scoperto chi sei non ci hanno messo molto a scoprire chi era legato a te da qualche vincolo di amicizia o altro... e ad "arruolarlo" nelle loro schiere per distruggerti... » spiegò con tranquillità, non lasciando la finestra.
« E tu... come hai fatto... »
« Ti stavo sorvegliando: Blade ti ha affidato a me, nonostante non sia entusiasta di tale fardello, e stavo vegliando certa che non ti avrebbero lasciato in pace... » scuotendo appena le spalle.
« Non comprendo... » scosse il capo Jonathan « Se eri certa che non mi avrebbero lasciato in pace perché mi avete ricondotto a casa?! »
« Perché dovevamo scoprire cosa avevano in mente per te... e l'unico modo per farlo era costringerli a scoprirsi. »
« Stai dicendo che ancora una volta sono stato usato come esca?! » domandò incredulo il giovane.
« Sì... si può anche dire così... »

MAIDSTONE

» Ecco, alfine, il responsabile di questo orrore... «
Klein: questo sarebbe, quindi, il grande e potente signore dei vampiri che ha fatto scordare il mio nome e la mia crociata? Questo inutile, piccolo uomo?
« Chi sei? »
La sua voce trema, come è giusto che sia la voce di chiunque si trovi di fronte alla mia potenza: mi muovo piano attorno a lui, in forma di nebbia... queste stupide caricature di vampiri non conoscono neanche l'estensione dei propri poteri: non conoscono i limiti materiali oltre i quali si potrebbero spingere.
» Chi sono io? «
I miei vampiri, gli unici degni di tale nome, sono ormai in questa stanza, immateriali al mio pari, circondanti ogni altro essere presente: poco fa non c'è stata lotta, non c'è stato scontro... solo rapida morte e distruzione per tutta quella che era la grande base di questa "Legione".
» Io sono stato Principe di Transylvania, difensore dei confini dell'Europa contro l'invasione turca... « sussurrò, mentre lascio che il mio viso si condensi di fronte a quello di lui » Dove tutti avevano fallito, io uscii vittorioso... «
Nessuno dei presenti ormai può più muoversi, bloccato dalle mie creature della notte, dalle mie schiere che, seppur prive di ogni disciplina o addestramento, valgono più di quanto nessuno fra i presenti potrebbe mai sperare di valere.
» Ferito a morte da un traditore sul campo di battaglia, mi venne concessa una nuova possibilità di vita... e di vita eterna... « continuò, conscio che nessuno lascerà mai questo luogo per poter ripetere ciò che io sto insegnando loro, ma desiderando che essi comprendano il proprio errore » Da quel giorno il mio nome si è perso nella storia, diventando mito e leggenda... «
Klein mi osserva: nei suoi occhi leggo il terrore assoluto... sa chi sono, lo sa bene... e di fronte al mio viso sa di star osservando la propria fine... una fine che non sarà rapida e pietosa come, in realtà, è stata quella di ogni altro vampiro di questa "Legione"...
» Secoli sono trascorsi prima che incontrassi un avversario degno di tale nome... un avversario di nome Abraham Van Helsing: insieme ad un giovane di nome Jonathan Harker ed alla moglie di lui, Mina, si oppose a me... riuscendo del resto anche ad annientarmi... «
Fra i tanti sciocchi che tentarono di opporsi a me, un secolo prima di Van Helsing, ne ricordo in particolare uno: Grigori Russoff, condannato per il suo futile tentativo alla maledizione del Licantropus senza mente... e la sua stirpe condannata assieme a lui...
» Ritornai, però... ed uno dopo l'altro caddero: per primi Abraham, Jonathan e Mina... poi gli eredi di Van Helsing. Solo Rachele riuscì a sfuggirmi, sotto l'ala protettiva di Quincy Harker, figlio di Jonathan e discepolo di Abraham... «
Una storia complicata, molto più di quanto non mi possa interessare narrare loro... una storia fatta di morti e ressurrezioni... di viaggi oltre i confini del tempo e dello spazio... di magia e di dannazioni...
» Quincy Harker pagò amaramente la sua opposizione a me ed alla mia crociata: sua moglie, prima, e sua figlia, poi, morirono per mano mia... « mentre parlo lascio che la forma del mio corpo si condensi lentamente davanti al rinnegato di nome Klein, lasciando così crescere il suo giusto terrore » Rachele Van Helsing e il mio indegno erede, Frank Drake, sono stati i miei ultimi avversari... ma ora, ancora una volta, sono ritornato... «
Un silenzioso comando ai miei vampiri ordina loro la morte di tutti i presenti, tutti tranne Klein, a me riservato: grida di dolore mi compiacciono mentre i corpi di questi inutili esseri vengono smembrati e distrutti attorno a noi... mentre il sangue arrossa le pareti, i pavimenti ed i soffitti... sporcando il viso dell'immobile Klein...
Attendo che il silenzio torni nella sala... fissando chi pensava di poter prendere il mio posto, bloccandolo con il mio sguardo ed il suo terrore: leggo incredulità per tutto ciò che sta succedendo... per tutto ciò che quasi non riesce a comprendere...
« Sono nuovamente ritornato... » sorrido riprendendo il discorso, ormai in forma umana di fronte a chi ha distrutto con la propria incapacità e stupidità ciò che io avevo costruito nei secoli precedenti « Sono ritornato ed ho scoperto che voi mi avete troppo presto dimenticato... che pochi decenni sono bastati a cancellare gli insegnamenti che io, vostro solo signore e padrone, vi avevo lasciato come unica legge e missione... »
Ormai la mia presentazione è conclusa... e con essa l'esistenza stessa di Klein.
« Tu... sei... » trema come una foglia al vento, mentre cerca di pronunciare sussurrando le sue ultime parole.
« Io... SONO! »

Ooh. Ooh. Ooh. Ooh. People talk about you.
People say you've had your day.
I'm a man that will go far.
Fly the moon and reach for the stars.
With my sword and head held high.
Got to pass the test first time - yeah.
I know that people talk about me I hear it every day.
But I can prove you wrong cos I'm right first time.
Yeah. Yeah. Alright. Watch this man fly.
Bring on the girls.
Here we are. Born to be kings. We're the princes of
the universe. Here we belong. Born to be kings.
Princes of the universe. Fighting and free.
Got the world in my hands. I'm here for your love.
And I'll make my stand.
We were born to be princes of the universe.


Il brano in corsivo è "Princes of the Universe" dei Queen

L'ira di Dracula - parte seconda -

Blood and destruction
shall be so in use,
And dreadful objects so familiar,
That mothers shall but smile
when they behold their infants
quarter'd with the hands of war;
All pity choked
with custom of fell deeds.


MAIDSTONE

« Che le fiamme dell'Inferno in questa notte si levino alte al punto da bruciare la terra... DRACULA, signore dei morti è tornato a reclamare il suo posto! »
Ogni parete... ogni soffitto... ogni pavimento di quello che un tempo era il centro vitale della forte Legione britannica, era intriso di sangue, rosso e quasi ancora pulsante...
Brandelli di carne, in rapido disfacimento di putrefazione, ornavano ogni singolo angolo di quell'enorme complesso che ora più che mai riusciva veramente ad apparire come un regno di morte e sangue...
L'ira del vero Signore non aveva concesso pietà: del resto come poteva colui che neanche in vita aveva conosciuto pietà, possederla in morte?
I vampiri che il principe aveva al seguito non erano certamente esperti o forti come altri che in epoche più remote lo avevano affiancato e nonostante questa inesperienza, la capacità offensiva di quel piccolo gruppo si era rivelata incontrastabile per la più vasta, ma certamente debole, Legione...
« Possibile che la mia assenza abbia indebolito le difese di uomini e vampiri? » sussurrò fra sé, Dracula, mentre fra le mani reggeva il teschio di colui che un tempo era chiamato Klein e incuteva timore in quelle terre « Senza alcun predatore al vertice, si sono forse tutti lasciati andare... dimenticando il sapore... l'essenza della lotta? »
I vampiri al seguito del principe restavano silenti, completamente succubi della sua superiore presenza.
« E se fosse questo in realtà tutto un disegno del destino? Il destino che vuole condurre me, Dracula, a dominare completamente questa nuova realtà? » sorrise per un istante, con un sorriso capace di gelare il sangue anche nelle vene dei più coraggiosi fra i mortali « Se la razza degli uomini fosse ancora in grado di contrastarmi, di certo queste sciocche parvenze di vampiri non avrebbero mai avuto modo di sopravvivere... »
Un leggero scricchiolare, proveniente dal teschio fra le mani del signore dei non-morti preannunciò il successivo sgretolarsi dello stesso, per effetto della chiusura del pugno di lui attorno allo stesso.
« L'epoca di Van Helsing è terminata... l'epoca di Harker è terminata... nessuno potrà opporsi più a me, al signore dei non-morti... a Dracula! »

LONDRA

« Sono stanco di essere usato da voi! » protestò Jonathan, rivolgendosi a Sybil, quasi fosse rappresentativa di tutti coloro che negli ultimi giorni erano entrati nella sua vita e lo avevano usato.
« Sì... certo... » commentò distrattamente lei, lasciando la finestra che da un po' aveva tenuto sotto controllo.
« Dico sul serio... ohhhh... accidenti! » replicò l'ultimo erede dei Van Helsing, alzando le mani come a mandare al diavolo la donna « Ma che ci parlo io con te che manco mi vedi? »
Sybil silenziosamente si mosse verso quello che poteva una volta essere un appendiabiti, ma che ora era decisamente difficile da riconoscere come tale: giunta ivi si slaccio piano il lungo spolverino nero per poi privarsene ed appenderlo laddove nessuno avrebbe mai scommesso si potesse appendere qualcosa.
Privata di quella prima copertura, la giovane cacciatrice mostrò il completo tanto scuro e robusto quanto aderente che indossava, una specie di moderna armatura studiata apposta per quel corpo in ogni dimensione e forma, che calzava su di lei come una seconda pelle: sopra tale divisa, una serie di paletti, armi da lancio e da fuoco erano perfettamente disposte, in modo tale da essere a portata di mano per lei in pochi istanti... quei pochi istanti che chissà quante volte l'avevano già separata dalla morte.
« Perché mi hai picchiato? » domandò senza interesse per i gesti di lei il giovane Drake, ricordando la sonora, e non lontana nella sua memoria, lezione che lei gli aveva impartito.
Sybil, senza aprire bocca, iniziò a slacciare le varie parti della complessa imbracatura che reggeva tutto l'armamentario... armamentario che troppo leggero, in effetti, non doveva essere e che, nonostante l'aspetto quasi esile della giovane, non le offriva troppo ingombro o peso.
« Io non capisco... non ti ho mai incontrata prima, eppure c'è tanto astio nei miei riguardi... ho fatto qualche cosa che ti ha infastidito? » continuò lui, ora camminando senza una chiara logica nella stanza, quasi a cercare di sciogliere la tensione nell'aria o a distrarsi dai pensieri dei pericoli che potevano correre... era difficile pensare che una vampira agisse da sola, soprattutto dopo l'attacco in massa che aveva subito insieme a Blade.
La ragazza lasciò appoggiare delicatamente l'imbracatura a terra insieme a tutto l'arsenale ivi appeso e poi, senza importarsi delle parole che Jonathan continuava a rivolgerle, porto le mani ad armeggiare con la tuta indossata.
« E' perché Blade mi ritiene in qualche modo "importante"? E' perché sono figlio dei miei genitori? Se è per questo guarda che non ne ho alcuna colpa! Non mi è mai interessato essere l'ultimo dei Van Helsing... o, ancora meno, l'ultimo dei Drac... »
Un fruscio attirò ora l'attenzione di Jonathan, che si voltò verso Sybil temendo qualche nuovo guaio: davanti a lui appariva il corpo perfetto della giovane, pelle chiara, quasi perlacea, perfetta in ogni forma... solo un piccolo perizoma copriva il corpo di lei, fatta eccezione per gli anfibi, ancora allacciati ai piedi. I seni, non grossi ma perfetti nella forma e nella proporzione, sembravano magnetici per lo sguardo di lui...
« C... cosa significa questo? » domandò alzando lo sguardo agli occhi di lei, vedendola avvicinarsi a lui in silenzio.
« Tu parli troppo... » sussurrò lei, con un lieve sorriso in viso, prima di afferrargli la camicia ed eseguire un rapido ma delicato sgambetto, facendolo cadere piano a terra, trattenuto dalle di lei mani.
« Sybil... » replicò lui, senza eccessiva protesta, mentre vedeva quel dolce corpo salire a cavalcioni del proprio.
« Zitto... »

MAIDSTONE

« Non un solo mortale rimanga tale in questa notte! »
Le parole del signore dei non-morti risuonavano forti nel cielo della cittadella di Maidstone e nelle menti dei suoi schiavi...
Decentrato, lontana dalla vita mondana, quel luogo era stato scelto dai vampiri della Legione per questioni di riservatezza e protezione: scegliere come base la stessa Londra, per l'importanza della capitale, sarebbe stato esporsi in maniera eccessiva... e la Legione voleva evitare di far notizia.
Tale preoccupazione, invece, non sembrava essere nel principe di Transylvania che, lasciata la base ormai distrutta, aveva ordinato un attacco contro l'intera Maidstone... e l'ordine era stato perentorio.
« L'era degli uomini vede oggi l'alba del suo tramonto... il futuro del mondo conosce un solo nome, un solo signore, un solo destino: Dracula! »
Le grida provenienti dalla cittadella si levarono presto in una terrificante coralità: una macabra sinfonia di morte che sembrava inneggiare a quelle parole così dure, così terribili...
« Ogni nuova vita è segnata da sangue, dolore e grida... tanto nella nascita, quanto nella rinascita della non-morte! Questo è il dolore... questo è il sangue... questo è il grido del nuovo mondo che avanza... che si fa strada come un bambino nel ventre materno alla ricerca della luce! »
La crociata... la crociata di sangue e di morte che il signore dei vampiri aveva da lungo cercato... da lungo atteso stava finalmente trovando una prima realizzazione in quella notte: nessuno poteva opporsi a loro... nessuno probabilmente comprendeva l'orrore che si era abbattuto sull'intera città in quella notte priva di luna...
« Bambini, giovani, vecchi... uomini e donne... nessuno dovrà sopravvivere a questa notte... brindate con il sangue di questi ignavi agnelli posti sull'altare del sacrificio... e che fiumi di porpora innondino le strade ed i campi... »
Le persone in fuga per le strade... fughe disperate di uomini e donne mezzi nudi alla ricerca di una vaga speranza di vita... vita che dopo pochi metri trovava termine...
E ne mezzo di questo spettacolo infernale di sangue e morte, una figura avanzava, a testa alta, indomita e priva di sentimento... sovrano fra i morti quanto fra i vivi... sovrano che stava riprendendo il proprio dominio su ogni cosa.
« Fra tre giorni questa città rinascerà a nuova ed eterna vita... oggi stiamo scrivendo la prima pagina di una nuova storia... la prima pagina di una nuova umanità... »
Shannon Black, diciannove anni, ha appena visto i genitori soccombere sotto l'attacco di due predatori notturni... corre, grida, scalza per la strada, cercando la salvezza, sperando in cuor suo di essere solo prigioniera di un orrido incubo...
Quasi non vede colui contro cui va a scontrarsi...
« Mia giovane amica... non temere ciò il futuro... non temere l'evoluzione... »
Braccia forti la stringono, occhi rossi le bloccano ogni pensiero...
« No... no... noooo... »

LONDRA

« Parti un'altra volta? »
« Oltreoceano hanno bisogno di me... il vampirismo non è un problema solo di Londra... »
Blade e Malone erano seduti uno di fronte all'altro, divisi da una bottiglia di scotch, un una stanza di quello che poteva definirsi il quartier generale della ormai defunta organizzazione di Harker.
« E del ragazzo? Che ne facciamo? »
« Non lo so... » disse, scuotendo il capo, Blade « Inizio a credere che sia stato un errore coinvolgerlo... »
« Se non lo avessi coinvolto tu sarebbe stato coinvolto dal suo non troppo allegro antenato... lo sappiamo bene entrambi... »
« Certo... »
« Cosa non va, allora? »
« Ma dai... lo hai visto, no? » replicò Blade, picchiettando il bicchierino sul tavolo « E' un invertebrato... non ha una sola stilla del carattere di sua madre o di suo padre... non ha speranze di cavarsela... »
« Forse questa è anche colpa nostra... » sorrise CM.
« Cosa vuoi dire? »
« Beh... se non l'avessimo praticamente "abbandonato", ma l'avessimo cresciuto con gli occhi aperti sul lato oscuro di questo sporco mondo, forse sarebbe diventato un nuovo Quincy Harker... »
« Sai bene che non avevamo scelta... »
« No... avevamo scelta, ed abbiamo deciso per ciò che speravamo fosse meglio per lui... »
Il silenzio calò di nuovo fra i due uomini, due vecchi guerrieri, due veterani di una guerra che non conosce servizi speciali alla CNN o celebrazioni di Stato.
« Bah... comunque tutto questo non cambia ciò che è: un invertebrato... »
« Avrà modo di trovare lo spirito della sua famiglia... delle sue famiglie... »
« Sicuramente lo spirito di una delle due lo troverà, portandosi dietro anche il corpo e due canini appuntiti... » commentò con un leggero sarcasmo Blade « Ma non so quanto questo potrà essere buono per lui... »

MAIDSTONE

Marina e l'Elité non erano nella base quella notte.
Non erano accanto ai loro "fratelli", per condividerne la sorte...
Lei era più furba di quanto non fosse mai stato Klein: nel momento stesso in cui aveva avuto prova delle capacità reali del leggendario Dracula, immutate nonostante decenni di riposo nella morte, aveva raggruppato i suoi vampiri, l'Elité della Legione britannica, ed aveva lasciato la base.
Non aveva avuto dubbi nel prevedere ciò che sarebbe accaduto, anche se mai avrebbe immaginato che aveva visto accadere...
Nel giro di poche ore, Dracula ed un manipolo di vampiri da lui creati erano riusciti a spazzare in una furia mortale tutta la sede della Legione britannica e, non pago di ciò, avevano anche sterminato l'intera città, ponendo i semi per quello che sarebbe forse stato l'inizio della fine...
« Un uomo straordinario... » sussurrò con ammirazione nella voce Marina, osservando da lontano la fine della popolazione di Maidstone.
« Comandante... cosa faremo ora? » domando uno dei vampiri, che al contrario della sua signora era tutt'altro che estasiato da quello che vedeva.
« Sopravviveremo... » rispose dopo un attimo di silenzio « Sopravviveremo come abbiamo sempre fatto: anche noi siamo figli delle tenebre e troveremo uno spazio in qualsiasi nuovo ordine che verrà... non abbiate timore... »
« Nuovo ordine? » domandò un altro vampiro.
« Guardate... guardate Maidstone... » comandò lei, indicando la cittadella « Dove ora là si spegne la vita, fra tre giorni tutto rinascerà ad una nuova ed oscura esistenza: tutti laggiù porteranno il retaggio di Dracula, il suo potere, la sua forza... »
« E questo... non è bene, per noi... » sussurrò un terzo vampiro.
« Da Maidstone questo nuovo vampirismo si allargherà a macchia d'olio, passando di città in città, di regione in regione... e quando l'intera isola britannica sarà dominata, nessuno potrà più opporsi ad destino... un destino che segnerà la fine del tempo l'uomo e l'inizio del tempo del vampiro... »
« Non è bene... per noi... » ripeté di nuovo il vampiro.
« Dracula sa cosa desidera... e nessuno potrà mai fermarlo... nessuno... » sorrise Marina, girandosi ed avviandosi verso i loro fuoristrada « Andiamo... qui non c'è più nulla per noi! »
I vampiri dell'Elité seguirono il loro comandante...
Solo uno si soffermò ancora un istante a guardare la lontana Maidstone... ad osservare Dracula nutrirsi del sangue di una giovane donna...
« Questo non è bene per noi... »

Il sangue e la rovina
saranno sì consueti,
e diverranno così famigliari
scene d'orrore agli occhi della gente,
che le madri dovranno sol sorridere
nel mirare i lor bimbi appena nati
squartati dagli artigli della guerra,
ché l'abitudine alle truci gesta
avrà spento ogni senso di pietà.


Il brano in corsivo è "Julius Caesar" di William Shakespeare

L'ira di Dracula - parte terza -

Slip back, slip back in time
Before everything was gone
Can you converse with the universe,
And let them know that they were wrong?

It's all over, it's all over,
So let's do it again
It's all over, the end is over,
So let's do it again and again and again

You take the kill and it won't take long
I'll take the only thing that's left
Set it up 'cause it's all enough
To put the endless soul to rest

It's all over, it's all over,
So let's do it again
It's all over, the end is over,
So let's do it again and again and again


MAIDSTONE

Tornare a vivere...
Sì... anche per chi come me ha abbandonato il concetto di vita da tempo immemore questo è un ritorno alla vita...
Un ritorno alla vita...
Ad una vita di potere e di rispetto... ad una vita da principe conquistatore...
Vlad Tepes non è mai stato come tutti quei nobili grassi e putridi la cui massima conoscenza della guerra era data dalle bandierine disposte su una carta geografica...
Vlad Tepes è da sempre stato il figlio di Dracul... il figlio del diavolo... Dracula!
Ed oggi, in questa notte di luna piena, quasi volesse anche il cielo illuminare in nostro cammino, un'intera città si risveglia alla non-vita...
Un'intera città si risveglia ai miei comandi...
Il potenziale di ognuno di questi miei schiavi è qualcosa che né la scienza moderna né quella antica possono raggiungere: laddove interi eserciti falliscono, un mio vampiro può riuscire...
Limiti... sì... ci sono limiti...
Ci sono sempre stati limiti alla mia condizione di non-morte...
E uomini come Van Helsing o come Harker li conoscevano bene...
Ma ora... ora... all'alba di quello che ho scoperto essere un nuovo millennio... ora gli uomini hanno scordato ciò che considerano sciocca leggenda, inutile superstizione...
Ora che la tecnologia è capace di meraviglie, gli uomini hanno scordato ciò che per anni ha concesso loro di difendersi da me...
Hanno scordato la fede...
Hanno scordato il coraggio...
Hanno scordato il desiderio di vita...
Il mio cammino è stato tortuoso, ricco di insidie e di difficoltà, ma mai avrei potuto supporre che il mio obiettivo finale sarebbe stato questo...
Mai avrei potuto supporre che avrei dovuto giungere nella morte ad un nuovo millennio per scoprire di essere l'unico che in realtà conosce la vita...
In passato, è difficile ammetterlo, anche dei semplici villaggi si sono potuti opporre a me: essi mi conoscevano... essi avevano timore di me, rispetto di me e con questo il coraggio di opporsi a me...
Oggi non più...
La fine di questa cittadina di nome Maidstone ne è prova...
Mai sono riuscito a raggruppare un esercito di non-morti tanto vasto...
Mai sono riuscito a sentirmi così vicino al compimento della mia crociata...
Basta...
Basta parole e pensieri nostalgici... basta guardare al passato...
Il futuro attende me... il futuro attende colui che ne sarà principe e dominatore...
Figli della dannazione, schiavi delle tenebre! Seguite il vostro signore... seguite colui che per voi è un dio...
Seguite Dracula e conquistate il mondo!

LONDRA

Sciocchi mortali...
Poveri, stupidi sciocchi mortali...
Come potete pensare che le vostre armi possano contrastarmi?
Come potete pensare che il vostro pavido orgoglio possa arrestare il futuro che io rappresento?
L'umanità vive in questa notte, in questa città di Londra, l'inizio di una nuova epoca: un'epoca dominata dalle tenebre... un'epoca in cui i vampiri siederanno quale razza eletta e dominante sui stolti mortali: in cui ogni mente farà riferimento solo a me... a Dracula!
Blade...
Possibile che dopo tutti questi anni le nostre strade si incrocino nuovamente?
Sei invecchiato, stolto rivale... ma neanche la vecchiaia ti ha concesso il lume della ragione: eri un animale allora e così sei ora... eri l'animale di Quincy Harker... un'abominio di sangue misto, non uomo e non vampiro... impossibile per te essere completo, essere vivo...
Guardati ora, privato di gamba e braccia... gridi come la bestia che sei mentre vedi il tuo mondo cadere di fronte a me, di fronte al regno delle tenebre a cui ti sei tanto opposto...
E tutta la tua forza... tutti i tuoi poteri non possono nulla per salvarlo...
Mezzo uomo privo di utilità... non meriti ormai che io doni a te la morte...
Mi sono abbassato a concedere la fine a troppi indegni avversari e sono stanco di dispensare la morte a chi non la merita dalle mie mani...
Tutto il tuo coraggio e desiderio di vita non ti manterranno mentre il sangue lento abbandona la tua carne: morirai lasciando la vita come addormentandoti, mentre nelle tue orecchie e nei tuoi occhi sarà l'orrore di un mondo che si piega di fronte a coloro che tu hai sempre contrastato.
Addio Blade, ultimo guerriero...

FRANCIA

L'umanità si è sempre contradistinta per lasciare troppo spazio all'ignoranza e alla presunzione: normalmente presunzione e ignoranza sono care sorelle che camminano mano nella mano... e questo comporta ogni volta un ulteriore degrado della razza che si crede prima fra tutte le creature...
Solo una razza ignorante e presuntuosa potrebbe pensare di rispondere alla presa di potere di Dracula e di un'intera popolazione di vampiri in tutta l'isola britannica... e di rispondere facendo uso delle cosiddette "armi nucleari"...
Come potrebbe una razza dotata di intelletto decidere volontariamente di utilizzare un'arma simile contro se stessa per distruggere i propri nemici?
Eppure ecco, Uomo... guarda il tuo "trionfo" in quella che neanche Pirro oserebbe definire vittoria: dove un tempo era vita, ora è morte e desertificazione... duemila anni di storia distrutti per il gesto insensato di un solo uomo che ha comandato il lancio di tali armi...
E quale vittoria si è ottenuta?
Alcuna...
Il vampirismo vive... i vampiri vivono... Dracula vive!
Credevate davvero che saremmo rimasti immobili mentre scagliavate le vostre migliori armi contro di noi?
Credevate davvero che il conquistatore, il dominatore che neanche la morte ha saputo placare si facesse così vincere da voi?
Stolti...
Stolti...
Meritate la fine... meritate la morte...
Molti di voi cadranno, senza una seconda vita... senza una promessa di eternità: troppi di voi non sono degni neppure di diventare miei servi...

GERMANIA

Vampiri contro vampiri...
Ancora una volta l'umanità più debole cerca di contrastare il proprio Destino alleandosi con coloro che un tempo erano nemici: i vampiri della Legione britannica non erano i soli che indegnamente detenevano il dono della non-morte... ed ora questi aborti... questi abomini osano pensare di potersi opporre a Dracula ed al suo potere crescente...
L'umanità e gli indegni vampiri uniti in una lotta che per loro ormai rappresenta il confine fra la vita e la dannazione...
Ma io, Dracula, ormai sono tornato a capo di eserciti... di eserciti oltre ogni umana misura... schiere infinite di non-morti che ubbidiscono solo a me, ad ogni mio pensiero, ad ogni mio desiderio...
Non devo pronunciare alcuna parola per scatenare l'ira delle mie armate: ed in una frazione di secondi tutta la speranza che i miei avversari avevano svanisce insieme alle loro esistenze...
Come può in fuscello fermare la forza impetuosa di un fiume in piena?
Come può un granello di sabbia opporsi al moto dell'oceano?
Per l'umanità la fine incombe...

TRANSYLVANIA

Il mondo è mio...
Oggi, duemiladodici anni dopo quella che per la fede cristiana è la data della nascita di Cristo, il ventiduesimo giorno del dodicesimo mese sulla storia dell'umanità viene scritta la parola fine.
Da oggi riparte ogni conteggio...
Da oggi il tempo ritorna all'anno zero...
L'anno di Dracula!
Signore, Padrone, Principe, uomo asceso alla condizione di dio... io sono Dracula, sovrano su tutto ciò che esiste.
Ogni nazione è piegata a me...
Ogni popolo è mio...
La razza degli uomini non trova ancora conclusione: non è mio desiderio distruggere completamente l'umanità, che ci può essere schiava e alimentazione...
La razza dei vampiri domina su ogni cosa... io domino su ogni cosa...
Vieni avanti, mio erede...
Jonathan Drake, figlio di Frank Drake e Rachele Van Helsing...
Anni fa hai disonorato il sangue dei tuoi genitori...
Il sangue dei Van Helsing...
Hai disonorato anche il mio sangue, rendendoti vile e servile di fronte a me...
Hai osservato la tua compagna e tua figlia trovare morte nella mia ira...
Hai supplicato di essere salvato dal medesimo destino...
Ti ho reso mio schiavo solo per comprendere quanto in basso ti saresti spinto...
Ed ora tu, creatura tanto vile che neanche i vermi si degnerebbero di divorare, credevi davvero di poter complottare contro di me? Di prendere il mio posto?
Dracula non ha bisogno di eredi...
Dracula non ha bisogno di qualcuno che prosegua la propria stirpe...
Io sono la mia stirpe...
Io sono il mio retaggio...
Io sono la mia eredità...
Muori, Drake... muori e con te muore anche l'ultimo sangue dei Van Helsing.
La mia lunga lotta è finalmente conclusa...

Sono soddisfatto...

There's a chance to leave forever, there's a chance to go for good
There's a chance that the souls of those left behind
Are the souls of those who should
There's a chance to leave forever, there's a chance to go for good
There's a chance that the souls of those left behind
Are the souls of those who should

It's all over, it's all over,
So let's do it again
It's all over, the end is over,
So let's do it again and again and again
It's all over, it's all over,
So let's do it again
It's all over, the end is over,
So let's do it again and again and again, again and again and again
Again and again and again, again


Il brano in corsivo è "The end is over" dei Powerman 5000
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Re: Dracula (V.M. 14)

Messaggiodi SeanMacMalcom » 25/08/2010, 9:35

L'alba del giorno dopo - parte prima -

Tutti li stati, tutti e' dominii che hanno avuto
et hanno imperio sopra li uomini, sono stati
e sono o repubbliche o principati.
E' principati sono o ereditarii, de' quali el
sangue del loro signore ne sia suto lungo
tempo principe, o e' sono nuovi.
E' nuovi, o sono nuovi tutti, come fu Milano
a Francesco Sforza, o sono come membri
aggiunti allo stato ereditario del principe che
li acquista, come è el regno di Napoli al re
di Spagna.
Sono questi dominii cosí acquistati, o consueti
a vivere sotto uno principe, o usi ad essere liberi;
et acquistonsi, o con le armi d'altri o con le
proprie, o per fortuna o per virtù.


TRANSYLVANIA

« Vi era un tempo lontano, figlia mia, in cui noi eravamo forti e dominatori: prima di ogni antica civiltà... prima dell'Era Hyboriana e prima ancora di Atlantide, il mondo aveva conosciuto un periodo di gloria e di luce...
Mai l'umanità ha raggiunto, a seguire, la gloria di quell'epoca: l'umanità stessa, invero, ha distrutto ciò che in millenni noi avevamo realizzato e costruito, con grande sacrificio... l'umanità ha tentato di esiliare tutto ciò che di bello e di giusto questo mondo aveva creato...
Una donna però, Lilith, la prima madre di tutti noi, è riuscita a fuggire a tale destino: lei e pochi altri, sono sopravvissuti alla fine dell'epoca d'oro... e hanno atteso in silenzio...
Hanno veduto il regno di Atlantide sorgere e scomparire... hanno veduto grandi re della razza degli uomini ascendere al potere con fiumi di sangue e di morte... re Kull nella seconda epoca... re Conan nella terza, l'Era Hyboriana...
Ma la razza degli uomini è da sempre una razza imperfetta ed insoddisfatta: dopo aver distrutto ogni cosa, essi stessi hanno causato la fine di due Ere da loro dominate...
Il dominio degli uomini per due volte è stato vicino all'epilogo e, per quanto ti possa sembrare strano, siamo stati noi ad evitare la loro fine prematura... »
« Perché, madre? »
« Perché, nella nostra perfezione, anche la nostra razza ha dei limiti... dei limiti imposti da bisogno di nutrirci, per sopravvivere: e l'umanità, nel grande disegno divino, è stata creata solo al fine di offrirci tale nutrimento e di servirci, per quanto essi abbiano sempre cercato di distruggerci in nome di una libertà che non può essere loro concessa... che è contro ogni natura...
Studia la storia degli uomini, figlia mia, e scoprirai che non esiste un periodo superiore ad un lustro in cui l'umanità non abbia conosciuto una guerra... non abbia cercato da sola la propria rovina: l'umanità è imperfezione, l'umanità non conosce e non può conoscere pace...
Dieci anni fa, però, tutto è cambiato grazie al nostro signore: egli ha ricondotto la nostra razza al posto dominante che avevamo perduto da millenni... egli ha ricondotto l'intero pianeta alla pace... non più guerre, non più odio, non più violenza... »
« E' un grande principe, vero madre? »
« Sì, figlia mia: egli è il Principe che l'umanità da sempre ha atteso e cercato, che da sempre ha combattuto e ripudiato... ma ora il mondo è in pace, sotto il suo indiscusso dominio...
Oggi festeggiamo l'inizio decimo anno dell'Era di Dracula... il decimo anno di un mondo di pace e serenità... »
« Ed è per questo che ci stiamo preparando, madre? »
« Sì, figlia mia: tuo padre è uomo d'onore e di fiducia, valoroso generale che fin dagli ultimi anni dell'Era degli uomini ha servito con rispetto il suo signore... e questa sera anche tu avrai l'onore, quale nostra figlia, di incontrare il Principe... »
« Sono tanto emozionata, madre... »
« E' giusto che tu lo sia, figlia mia... è giusto... »

TRANSYLVANIA

Il castello: quasi nessuno ormai aveva memoria di quale luogo tetro e decadente era stato questo... ed anche chi ne aveva memoria non poteva esser creduto...
Laddove fino a ventidue anni prima erano state pietre grigie e morte, ora appariva degno di ciò che era: il centro del mondo, il centro del potere, la sede del Principe.
Rispetto all'architettura originale, la nuova costruzione si estendeva su una superficie praticamente doppia: torri d'ebano si innalzavano nel cielo illuminato dalla luna e dalle stelle, in un'aria pura e priva di tutta la contaminazione dei veleni che l'umanità aveva imposto in nome di un presunto progresso.
Dall'inizio dell'Era di Dracula, il Principe aveva posto veto su tutto ciò che l'umanità aveva introdotto e che avrebbe distrutto per sempre il pianeta: le fonti d'acqua, un tempo impure, sotto il dominio dell'unico signore erano ritornate limpide e cristalline; i verdi prati ed i boschi che le grandi città avevano distrutto, erano ritornati a dominare il territorio. La nuova edilizia, voluta dal Principe, non prevedeva più l'assoggettamento del pianeta ai capricci dell'uomo, ma il ritorno ad una occupazione equilibrata degli spazi.
Nessuna luce e nessun fuoco all'interno del castello, dove solo pochi eletti avevano diritto di entrare e fra questi, di certo, alcun umano: agli occhi dei vampiri le tenebre erano luce... alla pelle dei vampiri il freddo era calore... inutile sarebbe il consumo di legna o carbone per provvedere ad illuminazione e riscaldare chi non necessitava di luce e calore...
Le sale apparivano splendenti nelle forme lucide ed eleganti dei materiali pregiati e scuri con cui erano state ricostruite: dove normalmente solo i passi del Principe si spostavano su morbidi tappeti, ora più di un centinaio di ospiti attendevano l'arrivo del loro signore ed anfitrione.
L'inizio dell'anno decimo dell'Era di Dracula rappresentava un momento importante in tutto il mondo ed ovunque vi sarebbero state celebrazioni e festeggiamenti. Per la prima volta, anche il Principe aveva deciso di unirsi a tale felice momento, invitando attorno a sé, nel proprio castello, tutti coloro che da sempre erano stati a lui fedeli e le rispettive famiglie.
Il Principe, negli ultimi dieci anni, non aveva cercato, pur emanando leggi e norme per la regolazione di tali atti, una nuova sposa... o una nuova famiglia: le voci sul perché della scelta di vita solitaria del Principe erano molte... ma solo una era la verità. Nel cuore di colui che aveva condotto il mondo ad una nuova epoca di pace era ancora il ricordo dell'unica donna che aveva mai amato veramente... e che aveva perduto per mano di assassini che avevano il coraggio di farsi chiamare "uomini": il ricordo di Maria non avrebbe mai lasciato il cuore del Principe, capace solo di sentimenti puri.

« Generale Zaira... da quanto tempo non avevamo occasione di incontrarci... »
« Duca de La Rochefoucauld... » sorrise il generale, chinando il capo in segno di rispetto.
Il generale Zaira apparteneva a quella schiera ristretta al vertice del potere militare al servizio del Principe: era stato iniziato alla non-morte dal Principe stesso ancora prima della conclusione dell'Era degli uomini e da allora era rimasto fedelmente al fianco del suo signore, distinguendosi per valore, coraggio ed abilità guerriera sopra ogni altro.
La sua età biologica era stata fermata a trentasette anni, ed un viso severo, con pelle olivastra, occhi scuri e capelli neri, raccolti in una lunga coda che scendeva fino ad oltre metà della sua schiena, lo caratterizzavano. Dimostrava inoltre un fisico alto e forte, scolpito da una vita sana e ricca di attività fisica: un addestramento militare era stato ereditato dal periodo umano ed a questo si era aggiunto un addestramento speciale da parte del Principe stesso, che lo aveva condotto a diventare uno fra i suoi migliori e più fidati generali.
Dal Principe aveva, inoltre, avuto in dono una dimora di prestigio: quello che nella vecchia Era veniva indicato come castello Russoff... la costruzione più vicina al castello del Principe.
« Il Principe ha deciso di organizzare qualcosa in grande stile a quanto pare: è un momento a dir poco storico questo... » commentò il nobile, indicando con una mano la vasta sala gremita di ospiti.
« Concordo con voi, duca. » si limitò ad annuire il generale.
Il duca de La Rochefoucauld era uno dei nuovi nobili che il Principe aveva deciso di porre a controllo del proprio dominio, non potendo comunque essere onnipresente ovunque ed in ogni momento: i nobili, al pari dei generali, erano stati selezionati personalmente dal Principe ed a lui avevano giurato ovvio rispetto e fedeltà.
Ciò nonostante dieci anni sono lunghi... ed il potere della nobiltà sul dominio dei vari territori si stava rafforzando sempre di più nell'ombra: il generale Zaira, per questo motivo, non poteva non provare un brivido di disgusto di fronte al duca... ma la scelta del Principe doveva essere comunque rispettata ed il generale era fedele sopra ogni cosa al suo signore.
Il duca appariva alto quasi quanto il generale, ma con una corporatura decisamente più sottile, quasi filiforme a tratti: un viso estremamente magro, da apparire quasi scheletrico, era incorniciato da corti capelli rossi ed adornato da taglienti occhi azzurri come il ghiaccio. Biologicamente, probabilmente, la sua età era stata arrestata sui trent'anni.
« Ma... chi sono queste due splendide fanciulle che vi seguono, generale? » sorrise sornione il duca, posando lo sguardo sulle due donne al seguito del generale.
« Duca, mi consenta di presentarvi mia moglie, Rowena, e mia figlia, Selena. » presentò con garbo e falsa cortesia il generale, per nulla contento di quell'incontro.
« Rowena e Selena... due nomi stupendi per altrettanto stupende dame. » sorrise il duca, inchinandosi di fronte alle due « Il generale non poteva compiere una scelta migliore per chi desiderare al proprio fianco. »
A quelle parole il generale Zaira non riuscì a trattenersi e si pose di fronte al duca, separandolo visivamente dalle due donne.
« Duca... » commentò con tono freddo « Io sono un uomo d'onore e non "scelgo" a chi offrire il mio cuore ed i miei pensieri: mia moglie ed io ci amiamo profondamente e nostra figlia è conseguenza di tale amore, nonché a sua volta destinataria di tutte le nostre attenzioni... »
Il sorriso che fino a quell'istante era rimasto sul volto del nobile scomparve, in una smorfia di disprezzo, mentre si muoveva di un passo a retrocedere.
« Generale Zaira: le vostre parole risuonano così tremendamente "umane"... quasi il vostro cuore fosse ancora in grado di battere per amore o il vostro seme in grado di fecondare la donna che dite di amare, sterile a sua volta come tutti noi... » pronunciò parole dure, con fermo disprezzo, parole che comunque si perdevano nella caoticità dei discorsi di tutti i presenti « Colei che definite figlia altro non è che una ragazza strappata dalla strada per un vostro capriccio, rieducata ad essere ciò che non potrà mai diventare veramente. »
« Duca: vi invito ad allontanarvi dal mio sguardo, prima che possa dimenticare la ragione per cui siamo in questo luogo e cercare giustizia per le parole offensive che state rivolgendo contro un generale del Principe e contro la sua famiglia! » replicò il vampiro, guardando a testa alta e sguardo severo il nobile.
Il duca studio per un istante la situazione e poi, senza una parola, si voltò a scomparire fra la folla presente: per quanto potente poteva essere sul piano politico, non avrebbe mai potuto competere su quello fisico contro un generale... senza considerare che Zaira era più vicino al Principe di quanto non lo fosse lui ed un eventuale scontro avrebbe avuto conseguenze negative anche maggiori di quanto ci si sarebbe potuto immaginare.

« Padre... » sussurrò Selena, avvicinandosi all'uomo che tale considerava « Perché il duca ha rivolto parole tanto ricche di veleno nei nostri riguardi? Forse mia madre o io non siamo il benvenute in questo luogo? »
Rowena, dal canto suo, si era limitata a restare in silenzio: le parole del duca erano state crudeli ed ingiuste... o, forse, semplicemente invidiose nei riguardi di ciò che il marito aveva ed a cui, probabilmente, il duca non avrebbe mai potuto ambire.
Su una cosa però il duca aveva ragione: Rowena era una donna splendida. La non-morte l'aveva colta a ventisette anni: lunghi capelli castani scendevano fino ai glutei, contornando un fisico perfetto nelle forme e nelle proporzioni. Caldi occhi verdi risplendevano sul viso di lei, ad adornare una pelle chiara e morbida insieme a labbra carnose che avrebbero ammaliato qualsiasi uomo.
« Non prestare attenzione alle parole che hai udito dal duca o che potrai nuovamente udire questa sera da altri suo pari... » sussurrò dolcemente il generale Zaira, accarezzando piano il viso della figlia « Tua madre ed io ci amiamo oltre ogni confine ed amiamo te sopra ogni cosa. »
« Sì, padre. » annuì rasserenata la ragazza.
Selena, pur non essendo in realtà biologicamente figlia di Zaira e Rowena, era amata come tale o forse più di molte figlie biologiche: iniziata alla non-morte da Rowena stessa, Selena appariva non meno incantevole di colei che definiva madre ed amava come tale. Lunghi capelli ugualmente castani, ma questa volta all'altezza di metà schiena, contornavano il viso sottile e delicato di una ragazza che biologicamente avrebbe probabilmente avuto fra il diciotto ed i ventanni: grandi occhi scuri, quasi fossero stati ereditati dal colui che definiva padre ed amava come tale, sembravano capaci di vedere cose al di là di ogni immaginazione, nel loro stupendo splendore.
« Venite ora... » sussurrò il generale, abbracciandosi alla moglie ed alla figlia « E' quasi ora... approssimiamoci alla scalinata da cui giungerà il Principe... »

TRANSYLVANIA

Dieci anni sono trascorsi... dieci lunghi anni da quando io, Dracula, sono asceso al posto che per diritto mi competeva...
La nuova Era, la mia Era, ha ormai cancellato le rovine dell'umanità, i suoi errori, i suoi drammi: la crociata che per tutta la mia non-morte ho condotto trova in questo anniversario la conferma del suo completamento, della sua pienezza...
I nemici sono dimenticati... le lotte sono concluse...
Coloro che avevano osato opporsi a me sono dimenticati: Van Helsing, Harker, Drake, Blade... tutti i miei grandi nemici di sempre... ed assieme a loro tutti coloro che avevano tentato di impedire la mia ascesa... tutti quei "super-uomini" che credevano di potermi contrastare...
Persino lo stregone Strange, che già una volta era riuscito ad ottenere una vittoria contro di me, ha dovuto piegarsi e morire di fronte al mio potere...
Ora io domino su un nuovo pianeta Terra...
Su un pianeta che conosce un unico signore... Dracula! Un'unica legge... la mia!
Per dieci anni vi è stata pace... vi è stato progresso al di là di qualsiasi umana aspettativa...
Il pianeta stesso che stava morendo per mano degli uomini ora è tornato a vivere, a respirare, a palpitare...
Eppure...
In questa sera che dovrebbe più di ogni altra essere glorificativa per me e per il mio dominio, per questo nuovo mondo che ho creato, deus ex machina... in questa sera qualcosa nella profondità del mio animo dannato freme...
Io, signore della vita e della morte, condottiero di mille battaglie, percepisco che un nuovo pericolo incombe su di me, sul mio dominio, sul mio sogno...
Nuovi ed inaspettati nemici si stanno organizzando per riportare la guerra laddove io ho offerto pace... per riportare l'inimicizia laddove io ho offerto fratellanza... per riportare l'iniquità laddove io ho offerto parità e libertà...
Ma non prevarranno... mai!
Venite pure avanti... Dracula vi attende!

Dico adunque, che ne' principati tutti nuovi,
dove sia uno nuovo principe, si trova a
mantenerli più o meno difficultà, secondo
che più o meno è virtuoso colui che li acquista.
E perché questo evento di diventare di privato
principe, presuppone o virtù o fortuna, pare
che l'una o l'altra di queste dua cose mitighi
in parte di molte difficultà: non di manco,
colui che è stato meno sulla fortuna,
si è mantenuto più.


Il brano in corsivo è tratto da "Il Principe" di Niccolò Machiavelli

L'alba del giorno dopo - parte seconda -

In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l'hanno accolta.
Venne un uomo mandato da Dio
e il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per rendere testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Egli non era la luce,
ma doveva render testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo
la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.


ITALIA

"In principio era il Verbo..."

Nella mente di padre Francesco non potevano non risuonare queste parole: per anni la sua vita era stata al servizio di queste parole, credendo fermamente in esse; per anni aveva ripetuto tali parole, ogni notte in questa stessa notte.
Ciò che per il nuovo calendario AD era indicato come secondo giorno del primo mese, per l'originale calendario AD sarebbe stato il ventiquattresimo giorno del dodicesimo mese... la vigilia del santo Natale. "Anno Domini" era presto diventato "After Dracula" e ciò che per più di duemila anni era stata Fede e Credo per una buona parte dell'umanità era stata presto dimenticata.
Padre Francesco era un uomo semplice, prima dell'avvento di Dracula: un frate devoto a Dio, che testimoniava la di Lui parola in una tranquilla parrocchia ai margini della città a cui tutto il mondo guardava come capitale della cristianità.
Il frate credeva in ciò che predicava, ma anche lui, come troppi altri, non considerava reale l'esistenza del Maligno e la sua presenza sulla Terra: questo errore costò a tutti molto caro.
Se solo l'umanità avesse accettato l'esistenza del Male... se solo la cristianità non avesse tenuto celati segreti tanto terrificanti per paura che potessero offrire un'influenza negativa sul mondo stesso... forse l'umanità e la cristianità sarebbero esistite ancora. La Chiesa aveva commesso un grave errore nel tenere nascosto tutto ciò che sapeva riguardo al Male: Satana poteva solo gioire e diventare più forte nell'ignoranza dell'uomo...
Ma ormai anche padre Francesco era un uomo vuoto, un uomo privato della propria Fede e del proprio Credo: in quale dio si poteva credere nell'Era di Dracula? In quale dio si poteva credere dopo aver visto i morti scoperchiare le bare per strappare la vita ai vivi?

"In principio era il Verbo... ma ormai è solo la Tenebra..." concluse mentalmente padre Francesco.

Un nuovo giorno stava iniziando: la luna cedeva il passo al sole ed i vampiri si richiudevano all'interno delle proprie dimore. Il sole era ancora letale per tutti loro, ma ormai non vi era più terrore nei riguardi del giorno: dall'avvento dell'Era di Dracula, non un solo vampiro era morto nelle ore diurne... non un solo umano aveva attaccato un vampiro in tale frangente.
Anche l'umanità, del resto, si era presto abituata ad un nuovo stile di vita: per tutti il giorno era diventato notte e la notte era diventata giorno e non diversamente dai propri padroni, anche gli ultimi frangenti di quella che si era creduta la razza dominante per millenni cercavano riposo durante il giorno ed operavano nelle ore notturne.
Sui visi degli uomini e delle donne non vi erano più segni dell'azione della luce diurna: la pelle era presto diventata non più scura di quella dei non-morti ed anche gli occhi, lentamente, si erano abituati a vedere in ambienti oscuri più che in ambienti luminosi.
Quel mattino del secondo giorno del primo mese, solo pochi ancora camminavano per le strade, con occhi bendati e volti incappucciati ad evitare che quella luce così forte a cui non erano più abituati potesse ledere la loro vista.
Padre Francesco camminava silenziosamente come tutti gli altri, non guardando nessuno in viso e non cercando alcun dialogo: un tempo, nelle lezioni di psicologia, aveva studiato che l'uomo era un animale sociale, che aveva bisogno del relazionamento con i propri simili. Ma da troppo tempo, l'unica legge di relazionamento valida era "homo homini lupus est": l'uomo è come lupo nel confronto degli altri uomini.
Per i vampiri, probabilmente, non era stato poi tanto complesso poter prendere il controllo sull'umanità: se era vero che in molti si erano opposti, era vero anche che una maggioranza più forte aveva ignorato ciò che accadeva... ignorato il valore dell'unione e della fratellanza, preferendo ognuno di cercare di salvare la propria vita e le proprie cose...
L'umanità non era stata uccisa da Dracula... l'umanità si era donata morte con le proprie stesse mani... con le proprie scelte.

ITALIA

Padre Francesco, quella notte, aveva ricevuto un messaggio da un vecchio amico... un amico che riteneva ormai perduto... un amico che considerava ormai morto... un amico che era morto.
Quindici lunghi anni erano passati da quando il frate aveva visto don Claudio soccombere nella morsa del Male... da quando aveva visto uno dei propri più cari amici morire per mano della razza che ora dominava il mondo. E don Claudio, morendo da uomo consacrato a Dio, era tornato alla non-vita come vampiro consacrato a Dracula.
Non più don Claudio... non più amico... ma solo vampiro...
Padre Francesco, nella sua fede ormai smarrita, sapeva di star camminando verso il martirio e, per quanto poco potessero servire le preghiere di un uomo rivolte ad un dio in cui ormai non aveva più fiducia, egli pregava nella speranza di una morte reale e definitiva. Non aveva preso in ipotesi neanche per un solo istante la possibilità di fuggire da quell'invito, di evadere da quella richiesta: in verità, infatti, il frate non era più vivo da molto... da troppo tempo. Aveva dimenticato cosa significasse "vivere" e semplicemente si lasciava "sopravvivere": provvedeva al sostentamento del proprio corpo, alla cura di esso... ma non era interessato realmente alla vita. Forse, in realtà, era ancora vivo solo perché era troppo debole, troppo timoroso per cercare la morte...

Dopo aver camminato per più di cinque ore, padre Francesco si ritrovò di fronte a quella che era l'abitazione di Claudio, secondo l'invito che aveva ricevuto: la richiesta era stata adempita ed egli si era presentato correttamente dopo il sorgere del sole. Richiesta in verità insolita da parte di un vampiro, dato che raramente durante il giorno cercavano contatti con il mondo esterno.
Bussando alla porta, padre Francesco seguì tutte le regole necessarie al suo ingresso all'interno della dimora di un vampiro in orari diurni, accompagnato da colui che era un servitore umano di Claudio attraverso un ampio ed oscuro ingresso, costruito al fine di evitare che raggi di luce esterni potessero raggiungere le zone interne dell'abitazione all'aprirsi della porta principale.
Informato che il padrone lo stava attendendo, il frate venne condotto a ridiscendere ai piani inferiori dell'abitazione, dove di norma trascorrevano le ore diurne i vampiri, riposando o dedicandosi eventualmente ad altre attività, laddove non desiderassero riposare. Non tutti i vampiri, difatti, seguivano l'esempio del loro Principe: sebbene tutti, a parte le famiglie, trascorrevano le ore diurne in solitudine, non tutti riposavano all'interno di una bara. C'era chi preferiva dedicarsi all'arte o alla letteratura... chi ad altri mestieri e diletti: tutto ciò che, comunque, si poteva svolgere nella quiete della propria dimora. Ovviamente, laddove i vampiri avevano creato una famiglia, le ore diurne erano dedicate sovente all'amore o al sesso.
La casa di Claudio era una consueta casa borghese, senza eccessivi lussi ma costruita secondo i canoni imposti dalla nuova architettura: laddove in passato le costruzioni tendevano al cielo, ora preferivano trovare un giusto equilibrio fra lo sviluppo verso l'alto e quello verso il basso. Così, anche in quel caso, la costruzione presentava due livelli superficiali, un piano terra ed un primo piano, e due livelli sotterranei: il padrone di casa poteva così trovare spazio sia di notte, nei livelli superficiali, sia di giorno, nei livelli sotterranei. Come ogni casa, poi, mostrava la presenza ovvia di servitori umani: normalmente i servitori umani erano sempre almeno una coppia di sesso opposto, maschio e femmina, per poter così incentivare anche la possibilità di procreazione per la razza umana. La presenza dei servitori umani, oltre a provvedere alle esigenze domestiche, era poi utile a soddisfare gli appetiti del padrone di casa: solo i nobili, difatti, si riservavano ormai il diritto di "andare a caccia"... regole precise e severe sancivano il rapporto fra i vampiri e gli umani per evitare che l'equilibrio perfetto raggiunto potesse incrinarsi. L'esistenza degli uomini, in realtà, era indispensabile ai vampiri e per questo non potevano permettersi di segnarne l'estinzione definitiva.

« Alfine sei giunto, vecchio amico mio... »
L'alta voce di Claudio era rimasta inalterata, come il suo aspetto, nel corso degli ultimi dieci anni: era ancora un uomo alto ed esile, con corti capelli biondo chiaro e viso magro e sottile. Al contrario, padre Francesco aveva sentito fin troppo il trascorrere di quegli ultimi quindici anni e dove un tempo era una viva chioma rossa, ora capelli e barba bianche incorniciavano un viso altrettanto pallido, sopra un corpo robusto, di un uomo abituato al lavoro ed al lavoro pesante.
« Claudio. » si limitò a constatare, con la propria voce profonda, il frate.
« Sì... sono io... » annuì il vampiro, voltandosi verso di lui e camminando tranquillo « Vorrei poter dire che il tempo è stato buono con te, ma mentirei... »
« Vorrei dire lo stesso io... ma mentirei a mia volta. » rispose con tono grave.
« Percepisco astio e disprezzo... perché questo? Non siamo forse amici? » con voce dispiaciuta.
« Io ero amico di un uomo. »
« Ed ora cosa vedi? » domandò inarcando un sopracciglio.
« Un vampiro. »
Claudio si voltò a quelle parole, quasi ferito da esse.
« Hai ragione... » sussurrò dopo qualche istante, allontanandosi dal frate.
Padre Francesco si limitò a restare in silenzio.
« Non sono mai stato un bravo uomo o un bravo sacerdote... » commentò dopo poco il vampiro.
« Io conoscevo un prete missionario... un uomo in gamba che si spaccava la schiena in Africa per costruire ospedali e scuole. »
« Forse... » sorrise appena Claudio, voltandosi verso il frate « Ma se quell'uomo fosse stato realmente fedele a Dio, non sarebbe poi diventato seguace del Male... »
Le parole di Claudio erano strane alle orecchie di padre Francesco: sembravano quasi parole di disprezzo per ciò che era diventato... era possibile questo in un vampiro?
« Ho ucciso... ho violentato... ho torturato... » riprese il vampiro « Ho saziato la mia sete sgozzando donne e bambini... ho distrutto case, chiese, scuole ed ospedali come prima avevo contribuito a costruirle... »
Padre Francesco restava in silenzio, ascoltando senza lasciar trasparire emozioni.
« Ho goduto di ogni mio atto, esplorando ogni aspetto del Male, in maniera completa... totale... » continuò Claudio « E... »
« E...? »
« E... alla fine... ho ritrovato solo disprezzo per me stesso... e per ciò che sono diventato... » concluse, guardando il frate negli occhi.
Padre Francesco mantenne il silenzio ancora per qualche istante.
« Sali quelle scale... oltrepassa le due porte che ti proteggono dal mondo esterno e compi il tuo destino gettandoti nel fuoco della luce. » pronunciò, parole dure, verso colui che un tempo gli era amico « Questo è l'unico consiglio che posso offrirti. »
« Io desidero cercare redenzione. » replicò dopo qualche istante il vampiro.
« Non esiste redenzione per gli empi... »
« Non è quello che credevamo un tempo. »
« Non esiste redenzione per gli empi... »
« Come puoi tu giudicarmi e condannarmi?! » domandò, con triste rassegnazione, Claudio « Hai forse tu continuato a professare il tuo Credo? Hai forse tu continuato ad essere fedele hai voti che hai compiuto? Io sono un peccatore... mi disprezzo per ciò che ho compiuto... ma desidero cercare il perdono del Signore. »
« E chi è il tuo signore?! Dracula?! » replicà con rabbia padre Francesco.
« Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dèi di fronte a me. » pronunciò il vampiro, citando dei versi dal libro dell'Esodo « Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi. »
« Smettila, Claudio! Smettila! » ordinò con rabbia il frate « Tu sei un non-morto: non vi è redenzione per te... non vi è pace... non vi è Dio. Sei una creatura del Demonio, Lilith è la tua unica divinità! »
Il silenzio calò fra i due: la tensione nell'aria era forte. Se da un lato vi era un vampiro che desiderava ritrovare la Fede, dall'altro vi era un uomo che aveva rinunciato a credere.
« Perché hai perduto la Fede, Francesco? » domandò dopo qualche istante.
« Perché hai accettato tutto questo, Claudio? » replicò, stanco, il vecchio frate.
« Non avevo scelta... »
« C'è sempre una scelta. »
« Sì... » annuì il vampiro « E per questo ho bisogno del tuo aiuto... »
« Cosa vuoi dire? »
« Desidero che tu, questa notte, possa riportare la Fede in un mondo che ha dimenticato Dio... » pronunciò parole ferme e convinte « Desidero che tu, questa notte, possa celebrare la messa di Natale! »

Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l'hanno accolto.
A quanti però l'hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali non da sangue,
né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità.


Il brano in corsivo è il prologo del Vangelo secondo Giovanni

L'alba del giorno dopo - parte terza -

Laudate dominum
Laudate dominum

Gli umili, gli straccioni:
"Il potere che cercava
il nostro umore
mentre uccideva
nel nome d'un dio,
nel nome d'un dio
uccideva un uomo:
nel nome di quel dio
si assolse.

Poi, poi chiamò dio
poi chiamo dio
poi chiamò dio quell'uomo
e nel suo nome
nuovo nome
altri uomini,
altri, altri uomini
uccise ".

Non voglio pensarti figlio di Dio
ma figlio dell'uomo, fratello anche mio.


ROMA

Ove un tempo sorgeva Roma, capitale prima del mondo conosciuto e poi d'Italia, ora poco era rimasto: Città del Vaticano, con le sue chiese, centro della cristianità che tanto Vlad Tepes un tempo aveva difeso e da cui, poi, si era allontanato, era stata una delle prime zone a scomparire nel nulla, seguita poi da tutta la parte più moderna della città, costruita a detta del Principe senza alcun criterio logico di regolamentazione.
Ora, Roma, la nuova Roma, conservava della precedente solo i fasti più antichi: il Principe, infatti, si era spesso rivelato magnanimo nei confronti delle principali opere degli arbori della civiltà umana ed aveva deciso che tali non dovessero scomparire, anche per evitare che la nuova razza dominante potesse scordare il proprio passato sommerso...
La duchessa Aldiss era stata preposta al controllo ed alla gestione della zona del Mediterraneo, comprendente, fra l'altro, anche l'Italia stessa.
E proprio a Roma, ella aveva deciso di stabilire la propria residenza principale, occupando quello che un tempo la razza umana era solita denominare Castel Sant'Angelo: invero, di tale giovane Castello, pochi potevano ritrovare forme note e precedenti all'Era di Dracula. Come molte altre residenze della nobiltà vampiresca, difatti, era stato completamente riadattato ad uno stile più gotico ed oscuro, che meglio potesse soddisfare i gusti della duchessa.
La duchessa Aldiss, del resto, era una delle esponenti più anziane di tutta la nuova gerarchia elevata dal Principe: ella, un tempo, rispondeva al nome di Roxanne Brown, iniziata alla nuova vita dal Principe in uno dei primi giorni del suo ritorno sulla Terra. Accanto al Principe, aveva appreso i segreti della non-morte: da pavida ed indifesa ragazza, ella era ascesa ad un nuovo potere, un potere che le aveva concesso la possibilità di donare la morte o donare la vita eterna. E, di questo, la duchessa aveva sempre fatto uso equilibrato e legittimo.
Stabilito il proprio dominio nel territorio assegnatole dal Principe, la duchessa Aldiss non era mai venuta meno ad uno dei propri doveri, amministrando le proprie terre secondo le leggi di Dracula, secondo il suo volere.
Per questa ragione, non timore ma solo sorpresa e curiosità, aleggiavano nel suo cuore ormai fermo da decenni, mentre silenziosa si muoveva nei corridoi della propria dimora, per raggiungere la sala grande ove concedeva solitamente udienza: un generale era giunto a lei.

La struttura gerarchica del potere creata da Dracula era tanto elementare quanto più che comprovata: forse, un vampiro della prima Era avrebbe avuto di che ridire riguardo a tale struttura così legata alla mentalità umana, ma il cuore del Principe, in fondo, umano era ed umano restava, legato alla propria vita ed alla propria esperienza come condottiero di Transylvania in un'epoca di guerra e barbarie.
Così, al di sopra del popolo, vi erano due grandi caste: la casta nobiliare e la casta militare. Entrambe le caste rispondevano, sempre e comunque, come chiunque altro, innanzitutto al Principe, che su ogni cosa regnava e dominava.
Nella casta nobiliare, poi, i gradi di potere erano cinque: vi erano i duchi, i marchesi, i conti, i baroni ed i cavalieri. Ad essi era affidato il potere amministrativo su ogni dominio, su ogni terra emersa del pianeta: il Principe stesso li aveva scelti uno ad uno, nelle proprie schiere, elevando ognuno al proprio rango ed affidando ad ognuno le proprie terre. I duchi rispondevano del loro operato solo di fronte al Principe, i marchesi di fronte al Principe ed ai duchi, i conti di fronte al Principe, ai duchi ed ai marchesi e così via dicendo. Ovviamente, in funzione del proprio rango, il territorio assegnato loro era sempre più specifico: così, laddove la duchessa Aldiss dominava su tutto il Mediterraneo, altri marchesi dominavano in regioni più specifiche, approssimate alle vecchie nazioni dell'era degli uomini, quali l'Italia, la Spagna, la Francia ed ogni altra terra controlla dalla duchessa. La gerarchia, che pure poteva sembrare per occhi esterni confusa, era in realtà decisamente rigida e ferma, in un modello feudale che vedeva come unico ed incontrastato signore solo il Principe.
Nella casta militare, altresì, i gradi di potere erano nuovamente cinque: vi erano i generali, i colonnelli, i capitani, i tenenti ed i sergenti. Ad essi era affidato il potere militare e di controllo, operanti ormai come delle vere e proprie forze dell'ordine. Anche in questo caso, ogni elemento era stato accuratamente selezionato dal Principe stesso ed innanzitutto a lui doveva obbedienza e fedeltà assoluta. E, come per la casta nobiliare, anche in questa la gerarchia appariva decisamente rigida: i generali rispondevano solo al Principe, i colonnelli solo al Principe ed ai generali, i capitani solo al Principe, ai generali ed ai colonnelli e così via dicendo. La schiera militare, in realtà, appariva più ristretta, numericamente parlando, della schiera nobiliare: ma la forza di un militare, a parità di grado con un nobile, era in ogni caso superiore. Il Principe, in realtà, aveva ben ricordo di tutti gli intrighi di corte tipici della razza umana e non era così cieco da escludere la possibilità di similari intrighi anche nel proprio dominio assoluto. Per questo, mentre i nobili erano numerosi ma sparsi in tutto il mondo, i militari, soprattutto nei gradi maggiori, erano accentrati attorno a lui, restando così maggiormente sotto la sua influenza e pronti ad intervenire ad ogni suo minimo ordine contro qualunque pericolo si potesse presentare.
Per questa ragione, quindi, la duchessa Aldiss non poteva non essere sorpresa dall'arrivo di un generale nella propria dimora: egli poteva essere stato inviato solo dal Principe e, come tale, avrebbe sicuramente avuto pieno potere nello svolgimento del proprio ordine.

ROMA

« Generale Zaira... » sorrise la duchessa, giungendo nel salone.
Ella indossava un elegante, semplice e sofisticato nello stesso tempo, lungo abito scuro, che delineava le sue giovani e, sicuramente attraenti, forme come una seconda pelle: i lunghi capelli rossi erano stati acconciati con cura ed arte, a decorare il capo di lei in eleganti trecce, prima di ridiscendere lungo la di lei schiena, mentre gli occhi verdi risplendevano quasi illuminati in quella notte priva di luna.
« Duchessa Aldiss... » rispose, con un lieve e formale inchino l'uomo, vestito al contrario con una lucente armatura, quasi a sottolineare maggiormente il proprio ruolo.
« Quali nuove vi conducono fino a me, generale? » sorrise, muovendosi fino a raggiungere un vassoio di lucente platino posto poco distante, sul quale una brocca di egual materiale attendeva di colmare due calici con rosso contenuto, che vino non era « Solo tre giorni fa festeggiavamo assieme l'inizio del decimo anno della nostra Era, nella dimora del Principe, ed ora raggiunge la mia dimora? » sorrise maliziosamente, iniziando a riempire una coppa « Ne potrei essere più che lusingata... »
« Vi prego di non equivocare la ragione della mia venuta in codesto loco, duchessa Aldiss... » rispose, restando formalmente composto e non volendo minimamente concedere spazio alle malizie della nobile « Invero nessuna buona nuova posso recarvi con la mia presenza qui. »
Dopo aver colmato il calice di rosso e fresco sangue, la duchessa lo prese in mano con un gesto elegante ma composto, per poi voltarsi leggera e silenziosa verso il generale, per osservarlo con attenzione: non aveva ovviamente dubitato delle motivazioni della sua venuta... oltretutto il generale Zaira era già legato ad una famiglia ed il tradimento non era previsto nel codice genetico di un militare, sia tradimento nei confronti del Principe che di ogni altro legame d'onore... o di cuore.
« Non posso dimostrarmi stupita da questo, generale Zaira... » confermò annuendo, e mostrandosi ora seria in viso « La mia più completa attenzione è a voi rivolta. »
« Il Principe, dall'alto della sua saggezza e conoscenza, ha ordinato la mia presenza in questa città al fine di prevenire l'adempirsi di un blasfemo rituale che fra qualche ora vorrebbe compiersi. » comunicò, con parole semplici ma più che efficaci il generale, scandendo ogni singola frase con l'adeguata solennità.
« Blasfemo... rituale? » dimostrando stupore di fronte a quelle parole, che la coglievano del tutto impreparata « Non comprendo, generale Zaira: a quale genere di rituale vi state riferendo? »
« Un commerciante di nome Claudio, residente a poca distanza da questa città, desidera restaurare un rito religioso dell'era degli uomini: al suo fianco, oltre ad alcuni falsamente rispettabili appartenenti a questa comunità, vi sono anche pochi umani. » spiegò, con voce ferma e lapidaria, il generale Zaira « L'officiante di tale rito sarà un umano libero, un certo Francesco. »
La duchessa Aldiss ascoltò quelle parole con evidente stupore, cercando di ricordare quale rito potesse essere festeggiato dagli uomini in questo periodo: la memoria, però, la tradì, non aiutandola a focalizzare alcun ricordo a riguardo.
« Il Principe mi ha inviato per intervenire: sono qui per informarvi a riguardo, duchessa. » concluse, semplicemente, il generale.
Quello era la prassi operativa dei militari e di ciò la duchessa non si stupì. Lei non aveva alcun diritto di parola in tale frangente ed, anzi, in questo caso la sua posizione era già negativa: una simile atto sovversivo era stato pianificato nei suoi domini e lei non ne sapeva nulla. Non si sarebbe potuta stupire se il Principe avesse poi richiesto anche la sua vita, per punirla di tale abominio.
« Naturalmente... » si limitò ad annuire « Qualora vi servisse dell'appoggio, sappiate che le mie risorse sono a vostra completa disposizione. »
Un'offerta più che obbligata quella della duchessa: nel contesto di torto in cui si trovava non poteva avanzare alcuna pretesa nei riguardi dei militari.
« Vi ringrazio... » si inchinò cortese il generale « Chiedo solo ospitalità al termine di questa notte, attendendo la prossima per ritornare in Transylvania. »
« Ovviamente... » annuì di nuovo la duchessa « La mia dimora è al vostro completo servizio. »
« Vi ringrazio... » chinando di nuovo il capo « Ed ora, vogliate scusarmi ma la mezzanotte si approssima e la mia presenza è richiesta altrove. »
Con un ultimo inchino formale, il generale prese commiato dalla duchessa, che si ritrovò sola a sorseggiare quel calice che ora appariva tanto amaro.

ITALIA

« In principio era il Verbo, »
Padre Francesco recitava il Vangelo a memoria: non vi erano più libri su cui leggerlo, non vi erano più testi da consultare. Dall'avvento della nuova Era, Dracula aveva eliminato ogni riferimento alla fede cristiana e ad ogni altra fede.
Ma nella mente di un vecchio frate come lui, nonostante la Fede fosse scomparsa dal suo cuore da molto tempo, certe parole erano ancora chiaramente scolpite, come a fuoco.
« ... il Verbo era presso Dio... »
Tutto era iniziato in quel luogo, duemila anni prima: le catacombe romane in cui le prime comunità cristiane si ritrovavano a celebrare i propri riti lontani dalla minaccia romana, ora ritornavano ad essere l'unico luogo idoneo per loro, per quello che forse poteva rappresentare un nuovo inizio.
Padre francesco non si sentiva degno di essere lì... di star pronunciando quelle parole: forse lui era l'unico "autorizzato" a farlo, fra i presenti... ma forse era anche quello che fra tutti aveva conservato meno Fede.
« ... e il Verbo era Dio. »
Lo sguardo passava leggero su ognuno dei presenti: erano in dodici, un numero particolare, un numero significativo. Dodici erano gli apostoli scelti da Cristo, dodici erano i presenti a quella celebrazione di Natale.
Ma ciò che veramente poteva stupire in tutto quello era la presenza di ben sette vampiri, sei oltre a Claudio, che ovviamente non poteva mancare, essendo stato lui il reale organizzatore di tutto quello. Sette vampiri che, forse, in vita neanche erano interessati alla ricerca di Dio e che ora si ritrovavano a commettere qualcosa contro la loro stessa natura, figli della dannazione eterna...
« Egli era in principio presso Dio: »
Poteva padre Francesco giudicare il presenti? No... non poteva!
Anche i sette vampiri presenti dimostravano più Fede di lui, più desiderio di ricongiunzione a Dio di lui: per lui Dio era un estraneo da molto, da troppo tempo. Dio li aveva abbandonati, offrendo l'umanità nelle mani del Maligno...
Che senso aveva per lui credere in Dio in un mondo in cui i morti risorgono ad una nuova ed oscura vita? Che senso aveva per lui credere in Dio dopo aver visto l'intero mondo annientato dalle forze del Male?
« ... tutto è stato fatto per mezzo di lui, »
Ma, nonostante tutti i suoi pensieri, padre Francesco era lì, in piedi in quel male illuminato ristretto spazio sotterraneo, laddove molti santi e martiri erano passati due millenni prima di loro... laddove loro stessi sarebbero diventati martiri se qualcuno li avesse scoperti.
Padre Francesco, ormai, non aveva nulla da perdere: il realtà la sua vita aveva smesso di essere tale tanto tempo prima... e se anche questa notte lo avessero ucciso, avrebbero ucciso un uomo già morto. Per questo, alla fine, aveva accettato la richiesta di Claudio
« ... e senza di lui niente è stato fat... »
» FERMI! «
Una voce tuonò nel ristretto spazio sotterraneo: una voce forte, una voce dura.
Scompiglio subito si crea fra i presenti... nessuno si domanda cosa stia accadendo: tutti lo sanno già. Sono stati scoperti.
« Disperdetevi! » grida Claudio, spingendo Francesco verso un tunnel « VIA!!! »
» Sono il generale Zaira: per ordine del Principe sono qui per eseguire la vostra sentenza di morte. «
La voce del generale proveniva da ogni luogo e da nessun luogo: egli era in forma di nebbia, e la morte colse istantanea uno degli uomini, che si ritrovò con il collo spezzato prima ancora di potersi accorgere del proprio nemico.
« VIA!!! » gridava ancora Claudio, mentre ormai tutti si stavano disperdendo nei vari cunicoli, sperando di raggiungere la salvezza: solo il vampiro che un tempo era stato prete era in piedi, ancora, ad attendere il proprio avversario.
» La resistenza è inutile... «
« Un generale... addirittura un generale per fermare una Messa?! Dracula teme tanto il potere di Dio?! » gridò Claudio, mentre manteneva ancora la forma umana.
» Tu sei Claudio... tu non morirai: il Principe ti ha condannato a mille morti... «
« Fottiti, stronzo! » sorrise, mentre il suo corpo si dissolse in nebbia giallastra.
Due vampiri in lotta possono combattere in molte forme, con molte armi: contro gli umani, i vampiri deviati o i licantropi, la forma migliore è da sempre lo stato di nebbia... ma contro un altro vampiro dotato di eguali risorse, il risultato della lotta può essere deciso solo dall'esperienza e dalla forza dei due avversari.
Claudio era un vampiro coraggioso, con una nuova carica offertagli dalla Fede appena ritrovata: ma, nonostante tanto valore, egli non poteva nulla contro un generale... contro il generale Zaira, colui che sedeva alla destra di Dracula.
Il generale Zaira era stato inviato solo per lo svolgimento del suo compito: il Principe non aveva dubbi sul fatto che egli non lo avrebbe deluso. Nessuno fra i suoi generali avrebbe potuto deluderlo. Ogni generale di Dracula avrebbe potuto tener testa ad un intero esercito di uomini e a dozzine di altri vampiri.
Il combattimento fra i due fu invisibile ad ogni occhio umano e sarebbe stato invisibile anche agli occhi della maggior parte dei vampiri non esperti: solo l'esito dello stesso risultò visibile nel momento in cui, stremato e privo di sensi, Claudio ritornò visibile nella sua anatomia umana, ricadendo rumorosamente a terra.
Senza una parola, il generale Zaira abbandonò lì il corpo, certo che non si sarebbe mosso, per inseguire gli altri fuggitivi, per portare a termine la propria missione.

Laudate dominum
Laudate dominum

Ancora una volta
abbracciamo
la fede
che insegna ad avere
ad avere il diritto
al perdono, perdono
sul male commesso
nel nome d'un dio
che il male non volle, il male non volle,
finché
restò uomo
uomo.

Non posso pensarti figlio di Dio
ma figlio dell'uomo, fratello anche mio.

Qualcuno
qualcuno
tentò di imitarlo
se non ci riuscì
fu scusato
anche lui
perdonato
perché non s'imita
imita un dio,
un dio va temuto e lodato
lodato...

Laudate hominem
No, non devo pensarti figlio di Dio
ma figlio dell'uomo, fratello anche mio.
Ma figlio dell'uomo, fratello anche mio.
Laudate hominem.


Il brano in corsivo è "Laudate Hominem" di Fabrizio de André

L'alba del giorno dopo - parte quarta -

A causa delle tematiche che all'epoca avevo deciso di indicare come V.M. 18, il quarto e ultimo episodio di quest'ultimo capitolo da me scritto all'epoca, preferisco non pubblicarlo qui nel forum. :)
Lo potrete comunque trovare nella sua sede originale: qui

Dopo quest'ultimo episodio, per numerose distrazioni, la produzione di questa fan fiction si arrestò prima che la trama potesse essere condotta a compimento. :)
Peccato... o, forse, meglio così!

Grazie a tutti per l'attenzione! :mrgreen:
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Re: Dracula (V.M. 14)

Messaggiodi demon black » 06/11/2010, 15:35

Wow!!!! :o :o :o :o

Ti adoro Mac!!!! è bellissimo!!!! :o

..ed ora che studio inglese, mi faccio anche le mie brave traduzioni pian piano dei testi :mrgreen:
Un giorno senza un sorriso...è un giorno perso (Charlie Chaplin)
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Re: Dracula (V.M. 14)

Messaggiodi SeanMacMalcom » 07/11/2010, 11:07

demon black ha scritto:Wow!!!! :o :o :o :o

Ti adoro Mac!!!! è bellissimo!!!! :o


Grazie! :-P :-P :-P :-P :-P
Ammetto che all'epoca andavo veramente orgoglione per questa serie!

Era solo una fanfiction... ma il risultato ottenuto mi era veramente piaciuto! :mrgreen:
Una rivincita personale in "contrasto" ai film di "Blade" che non mi erano piaciuti per nulla con i loro vampiri moderni... :roll: :roll: :roll:
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