1 Una tranquilla locanda

[gio]

(da Pilù)

Saliamo l'ampio scalone che conduce alla sala del Consiglio. Ci fermiamo di fronte ai doppi battenti in pesante legno intarsiato.
Dall'interno giungono voci concitate, un brusio sommesso e continuo. Faccio un cenno a Rambo e l'attacco ha inizio.
Uniamo le nostre menti e prima ancora di spalancare la porta nel salone i consiglieri sono sprofondati in un sonno profondo.

Entriamo.
A terra, sul pavimento scuro, giacciono - in una posa scomposta - quattro guardie del Governatore.

Il mio sguardo vaga intorno al grande tavolo ovale e valuta le teste chine posate sul legno lucido.

Individuo le nostre vittime e indico i tre uomini a Rambo. Poi mi concentro e invoco il sostegno del mio signore. Nel salone compare un'aurea argentata. L'ombra dai riflessi sinistri avvolge la nostra preda.
Chiudo gli occhi, le sopracciglia aggrottate in una smorfia. Mantengo la concentrazione per diverse frazioni di clessidre, il sudore mi scorre lungo la schiena e impregna le mie vesti.
Infine sento che ce l'abbiamo fatta.
Quando riapro gli occhi, intorno al tavolo ci sono tre posti vuoti.
Un ghigno soddisfatto si distende sul mio volto mentre mi volto verso il mio compagno.
"Un'ultima cosa" mormoro, guardando le guardie. Allungo la mano destra con il palmo verso il basso. Quando si sveglieranno il loro unico ricordo sarà che, ieri sera, tre consiglieri non si erano presentati alla riunione.

[rambo]

"Muah muah..è stato fin troppo facile.." mormoro soddisfatto.
..Nessuno si è accorto di nulla. "Ora non ci resta che andarcene.." dico rivolgendomi a Pilù.

Usciamo dalla sala del consiglio. E grazie all'ulteriore velocità donataci dall'invincibile..ci dileguiamo.

Il male trionferà,me lo sento.

[gio]

(da Gec)

La notte volge lentamente al termine.
Mi butto sulle scale e salgo i gradini a due a due, correndp trafelata, nel cuore l'apprensione di chi sa che qualcosa è già accaduto...
Gli uomini del Governatore, di guardia alle porte del palazzo, mi hanno accolto dicendo che è stata una notte tranquilla.

Che gli Dèi lo vogliano...

Spalanco i battenti e...

Le guardie buttate a terra, le membra scomposte, i consiglieri accasciati sulle sedie, le teste sul petto o sull'antico tavolo.
Per un istante penso siano morti, ma non c'è sangue, non noto alcun segno di violenza. Poi vedo un movimento... E un altro. E ancora.
Le guardie si sollevano faticosamente, mentre qualche consigliere accenna a risvegliarsi.
Non mi ci vuole molto per capire, per sapere... I tre posti vuoti mi dicono che quanto temevo è accaduto.
"Dov'è Ful? E Nicodus? E Silla?" urlò alle guardie che mi guardano confuse, sfregandosi le tempie.
I quattro uomini scrollano la testa, atterriti. Infine uno di loro riesce a mormorare: "Non sono arrivati, ieri sera non si sono presentati..."
Volgo lo sguardo tutt'intorno, sconsolata. Mi sento immensamente stanca. E demoralizzata.
Non mi resta che raggiungere il Rifugio, cercando di non tirarmi dietro qualche servo del Nemico.
Volto le spalle al salone e mi incammino lungo il corridoio.
"Sono arrivata troppo tardi..."

[Ayram]

Uno spettro! <I miei genitori potrebbero essere stati vittime di questo Raomborènus> dico meditabonda, senza però aver alcuna prova..o almeno, non ancora, visto che ho molte cose su cui meditare. Ma i miei pensieri vengon bruscamente interrotti da un pensiero a cui do voce <il Consiglio! quando deve tenersi?> Il bagliore sul palmo della mano destra, collegato tramite la Forza alla piantina che ho fatto sbocciare poco fa nel cunicolo sotterraneo brilla opaco senza interruzione. nessuno ha attraversato il tunnel per ora. La tensione di ognuno di noi è palpabile. Dov'è Gec?

[gio]

Quando mi trovo davanti alla piccola porta nascosta nel tronco del grande albero, quasi non riesco a credere i miei occhi.

L'alba ha illuminato i miei passi mentre seguendo percorsi tortuosi mi sono liberata degli uomini del Nemico. Molti passi.

Sembrano trascorse intere stagioni e invece è stata una sole notte. Il Nemico ci ha colpito duramente.
Mi sento stanca, immensamente stanca.
Inspiro l'aria fresca del mattino e busso. Due colpi decisi. Poi quattro leggeri.
L'uscio si apre.
E un coro di voci amate mi accoglie invocando il mio nome.

[gio]

(da Nedved)

"Gec!!!" Mi lancio verso di lei e la stringo in un abbraccio colmo di emozione.
"Sei viva! Sei salva! Ma dove accidenti... Stai bene? Ma come...? Oh, accidenti, accidenti..."
Non riesco a dire altro, e infine lascio che Gec si sieda, circondata dalle cure affettuose di Gnoma Mirta e Gnoma Genziana. Gli occhi di Gec si animano quando notano Ayram, in piedi accanto a me. C'è sollievo nei cuori, anche se la giovane elfa risponde al saluto di Gec con uno sguardo indagatore.
Gec e la Signora si stringono la mano nel saluto benedicente degli elfi.

[Ayram]

Stringo forte i denti, tanto forte da farli scricchiolare. Dov'è finita Gec? Non riesco più a resistere, devo alzarmi e fare qualcosa, qualunque cosa pur di...ma i miei pensieri vengono interrotti dal bussare di qualcuno sulla porta. Pochi attimi e...Gec!! Osservo Nedved lanciarlesi incontro e noto gli sguardi sollevati di tutti. io son troppo sconvolta per alzarmi e mi limito a fissarla. Mi ci vuole qualche minuto per rendermi conto che Lei è sana e salva. Insipiro a fondo, mentre Gnoma Genziana la fa accomodare e tutti si preparano a tempestarla di domande. Appena i nostri sguardi s'incrociano sento gli angoli della bocca incurvarsi verso l'alto e dischiudersi in un sorriso. SOno proprio sollevata, ora me ne rendo conto. Sebbene dalle rughe preoccupate che affiorano sul volto della donna capisca che i guai non sono decisamente finiti, non posso impedire ad ogni muscolo del mio corpo di rilassarsi. <SOno felice che tu ce l'abbia fatta!> affermo, sinceramente soddisfatta, non appena il vociare si affievolisce un poco. Sono curiosa di sentire la sua parte di avventura, ma per ora non voglio che si stanchi ulteriormente. Tutti noi abbiamo bisogno di riposare, se vogliamo aver le forze di contrastare il Nemico. Sospiro e prendo una cucchiata dello squisito cibo gnomesco, senza staccare gli occhi da Gec.