1 Una tranquilla locanda

[gio]

Sono seduta a questo tavolo nell'angolo ormai da una clessidra, eppure non si vede ancora nessuno. Per fortuna nessuno bada particolarmente a me. La locanda stasera è tranquilla, gli avventori non sono molti e quasi tutti hanno trovato posto davanti al bancone dove vengono serviti di bevande al luppolo e chiacchierano a gran voce con l'oste. Eppure non mi sento tranquilla. Qui sola dò troppo nell'occhio e non so più cosa ordinare, è già la terza tazza di tisana. Anche il mantello che nasconde il mio viso da sguardi curiosi a lungo andare otterrà l'effetto contrario, ma non posso assolutamente richiamare l'attenzione. Nessuno deve ricordarsi di avermi visto... Oh, perchè non arrivano? Eppure l'appuntamento era qui, all'ora del tramonto...

(continua tu, facendo entrare in scena il tuo personaggio)

[gio]

Niente non arrivano.
Eppure il messaggio dovrebbe essere arrivato.
Va bene, calma. Ora ordino qualcosa da mangiare. almeno avrò qualcosa da guardare e forse darò meno nell'occhio...
La porta...
Si sta aprendo la porta, che siano...

[anna maria tarchi]

Da ore ormai camminiamo, vagando senza avere la minima idea di dove siamo finite. Non credo più ormai che riusciremo ad arrivare in tempo alla locanda. E sì che ci speravamo davvero tanto.
Ogni dettaglio era stato preparato perchè potessimo incontrarci senza dare troppo nell' occhio; nessun altro locale avrebbe potuto assicurarci
la stessa riservatezza unita ad una calda ed accogliente ospitalità: cose davvero troppo importanti in una situazione come la nostra. E adesso mentre siamo qui intrappolate in questa nebbia fittissima e nauseante che da stamane ci avvolge come crisalidi dentro il bozzolo, il pensiero corre a chi là, in quella locanda, ci stava aspettando: che cosa potrà pensare? che cosa potrà fare?

[gio]

Niente non sono loro. Comincio a temere che sia accaduto qualcosa. E se fossero state catturate? Ma no, non è possibile. Nessuno sapeva di questo appuntamento. O quasi.

[gio]

(Pilù)

"Va bene va bene ci vado capo"
"Bravo Pilù ricordati bene il nome della locanda"
.

Sono trascorse poche clessidre, non una più del previsto. Tutto secondo i piani.
Bene questa è la locanda. E' quasi vuota. Dove saranno ?

[gio]

(da Nedved)

Non ne posso più di questa nebbia. Grazie agli dei ho la mia spada, altrimenti giuro che avrei un po' paura a muovermi in queste tenebre
Ei... e quelle? Vedo due ombre... Chi si aggira nella nebbia dopo il tramonto?

Mmmm chi saranno? Sembra una donna.. e l'altra... un bambino? un ragazzino?
Dai, tanto ho la mia spada, non possono nuocermi, e magari hanno bisogno di una mano...

"Ei... Signora?"

[gio]

(da Pilù)

Um cosa ci faccio qui? Non ci sono. L'informazione non era corretta. Meglio andare a rintracciare quelle due .

"Sss fate piano! Siamo molto vicini alla meta ormai..."
"ma.. con questa nebbia..."
"Sta zitto e prepara l' arco Covert, al mio tre tirate uno, due, tre fuoco fs,fs fs,fs.... Continuate!"
E una cascata di dardi sfrecciò nell'aria.

[gio]

(da Nedved)

Accidenti... Ma queste sono.. FRECCEEEE

Con un unico lungo balzo mi lancio sulle due figure a pochi passi da me.
"A terra..." Una spinta nella nebbia, una confusione di mantelli e il sibilo delle frecce a pochi palmi da noi.

[anna maria tarchi]

mentre vagavo nella nebbia, improvvisamente mi sono sentita spinta a terra e soffocata in un ammasso di stoffa: "a terra " ho sentito urlare.
Aiutoooo ma ...ma cosa sta succedendo? ehi ma sei tu, nedved? Che ci fai anche tu qui? ahia mi hai distrutto una spalla e guarda il mio povero mantello com'è ridotto. almeno tu Bella stai bene? tutto a posto? ehi ma ma qui...dobbiamo scappare qualcosa ci cade addosso e... ma sono frecce, aiutooo!!!!!!!!!!!!!!! Bella stai giù ti prego! accidenti questa nebbia, non si vede proprio nulla. che possiamo fare per uscire da questa brutta faccenda?

[gio]

"Là.. guarda a lato della strada. Ssssh. state giù. strisciamo fin agli alberi, dai..."

Stringo più forte l'elsa della spada.

"andate avanti, forza, vi coprio io... Ssssh Bella silenzio non dobbiamo fargli capire come ci spostiamo.
Forza sfruttiamo questa nebbia per toglierci dai guai.."

[gio]

(da Nedved)

"Forza, sistematevi qui trai cespugli"

Santo cielo, la signora e sua figlia proprio qui... LE credevo al sicuro al palazzo. E questo attacco? La situazione sta precipitando.

"Chiunque vi abbia preso per bersaglio, credo si sia ritirato. Non si sente nessun movimento. La Città Murata non è lontana, ci siamo quasi. Potete camminare? andiamo?"

[gio]

(da Pilù)

"Maledetto marmocchio elfico. Sempre in mezzo ai piedi.
Giuro che non vivrà altri dieci anni
Bene restate in zona io devo fare una cosa".

Mi incammino verso quell'inutile locanda. Voglio arrivare prima di loro.
Ecco la locanda meno male che si è un po' riempita.

"Ei locandiere dammi una bevanda al luppolo e una coscia di pollo"

E questo di cosa ciancia? L'uomo seduto accanto a me continua a parlare senza sosta.
"... Signore dei morti e... strani mostri al suo servizio".
L'oste lo guarda stralunato. No, le voci non devono essere arrivate fin qua. Bene. Meglio intervenire. "Aah Ah quante chiacchiere stupide nelle sere di Focolare, eh? Cosa può fare un bicchiere di buon luppolo"
L'oste appare sollevato, mentre il tizio mi lancia un'occhiata in tralice.

[gio]

Mmmmm. Comincio a disperare. Deve essere accaduto qualcosa. E ora?
"Oh, grazie"
La cameriera poggia sul tavolo l'ennesima tazza di tisana e si allontana con un sorriso.
Sollevo la tazza stancamente e faccio finta di sorseggiare un po' di liquido scuro.
Tisana al miele. Non mi è mai piaciuto come la preparano gli umani.

E questo? Mi guardo intorno allarmata. Ho sentito qualcosa sotto la tazza. Un minuscolo pezzo di pergamena, assicurato con un punto di cera. Abbasso la tazza e stacco la pergamena sperando che nessuno noti le mie mosse.

"Non arriveremo alla locanda. é impossibile, Gio. Mi spiace. Siamo bloccati, hanno accerchiato la selva".

Il mio cuore perde un battito. Non mi permetto neppure di rileggere. Riduco la pergamena in minuscole briciole e mi guardo intorno sconfortata. La bambina che è la fuori, con la madre e non qui. La possibilità di una scorta veramente fidata che sfuma come neve al sole.

E questa stupida tisana che non somiglia minimamente a quella di Bosco Bianco. Emetto un profondo sospiro. Il cervello che lavora frenetico.