2 In Viaggio verso est

[gio]

Prologo (da Una tranquilla locanda 1)

Il governatore della Città Murata ha perso la vita in condizioni sospette e il Consiglio della Città, guidato dal Saggio Gec - una donna umana dal passato misterioso - deve nominare il suo successore. Una nomina che è al centro di forti interessi politici, ma non solo. Uno dei pretendenti al trono è l'uomo del Nemico, inviato dalle forze oscure per impadronirsi del potere nella cittadina più importante e popolosa della Terra di Altrove. Per contrastare i piani del Nemico, Gec ha proposto di affidare la reggenza alla vedova del governatore, la Signora Zora, in parte elfa e in parte umana. Per proteggere la Signora e la figlia ancora bambina, Gec ha invocato l'aiuto degli elfi, ma nessuno è giunto dalle selve dell'est.
Due mezzi spettri hanno raggiunto la Città Murata per uccidere Zora e la piccola e solo l'intervento provvidenziale di Nedved, il giovane mezzelfo cresciuto da Gec le ha salvate dall'attacco dei nemici. Ma ancor più provvidenziale è stato l'arrivo in città di Ayram, giovane elfa, che con i suoi incantesimi e la sua tenacia ha reso possibile la fuga di Zora e della figlia.
Nessuno ha però potuto salvare i tre membri del Consiglio che, con Gec, osteggiavano l'ascesa al potere dell'uomo del Nemico. Catturati dai due mezzispettri, mentre Gec si trovava con gli gnomi delle grotte di Bosco Azzurro, ora sono prigionieri in un luogo ignoto.

[gio]

(da GEC)

Quando mi sveglio sul morbido giaciglio che gli gnomi hanno preparato per me, per una frazione di respiro, non comprendo dove mi trovo. Poi i miei occhi vagano per la piccola stanza dal soffitto basso e tutti gli eventi della notte precedente tornano ad affollarsi nella mia mente stanca. Ieri sera sono crollata senza riuscire a raccontare nulla ai miei compagni.
D'altronde anche loro erano esausti e abbiamo rimandato ad oggi le spiegazioni. Dovrò dir loro di Ful, Nicodus e Sulla... I nostri unici alleati all'interno del Consiglio sono perduti. "Maledizione..." Uno scalpiccio dietro la porta tonda annuncia l'ingresso della cara Mirta. La gnoma varca la soglia reggendo un vassoio fumante. Il profumo di tisana aleggia nell'aria e sembra allontanare almeno un poco l'amarezza che mi tormenta.
Gnoma Mirta annuncia che anche gli altri si stanno svegliando. Nedved ha già consumato un'abbondante colazione. Non ne dubitavo... Ma è soprattutto con Ayram che desidero parlare ora. Voglio sapere qualcosa in più di quanto le è accaduto. E vorrei chiederle di venire con noi. Perchè non potremo restare al Rifugio ancora a lungo. Anzi, il nostro tempo è forse già scaduto. Zora e Bella non possono restare qui. O non potrò proteggerle a lungo. E i tre consiglieri... non possiamo ignorare il loro destino. Se sono ancora vivi... "E lo sono" mi sento dire ad alta voce.
Dovremo partire.

[Ayram]

Stiracchiandomi ritorno consapevole della mia esistenza. Le nebbie profonde del sogno svaniscono per lasciare il posto ad un raggio di sole che fa capolino da chissà dove nel tronco della casa-albero. In un batter di ciglia mi rendo conto di dove sono e che cosa c'è in ballo. M'alzo di scatto, infilo i vestiti nelle varie tinte del verde e mi precipito a bere la tisana che giace sul tavolo apposta per me. Vuoto la tazzina decorata in una gran sorsata e, non appena vedo gnoma Mirta uscire dalla stanza di Gec mi ci precipito. bando all'educazione, non posso più aspettare o l'angoscia mi esploderà da ogni poro. Sorridendo alla padrona di casa mi fiondo da Gec. vedendola ancora sul letto mi volto di spalle, arrossendo <perdonami, non voglio turbarti, ma non riesco più a sopportare di non sapere. ieri non ho potuto fare a meno di lasciarti riposare...e farlo a mia volta. ma oggi8 è l'alba di un nuovo giorno..alba che potrebbe rivelare una giornata molto oscura se non facciamo qualcosa. L'aria è carica di presagi funesti! persino le pareti di questa casa mi trasmettono inqiuetudine> appena Gec s'è vestita mi volto di scatto cercando i suoi occhi saggi. Ma non è il Saggio che vedo ora, non solo. vedo anche la donna preoccupata. <te ne prego raccontami ogni cosa e io ti aiuterò come posso> Ancora una volta non so perchè sono spinta ad agire con così tanta devozione per una Causa che non mi appartiene, o almeno non ancora. Eppure eccomi di nuovo qui, ad impegnare ogni fibra del mio corpo in una corsa verso l'ignoto.

[gio]

(da GEC)

"Mia carissima Ayram" sospiro e invito la giovane elfa a sedere sul letto. "Grazie infinite per l'aiuto che ci hai dato".
Scruto i profondi occhi della figlia dei miei cari amici di un tempo e sento un dolore profondo diffondersi nel mio animo.
"Grazie al tuo coraggio la Signora e Bella sono salve" riprendo con tono basso e stanco. "Forse ti hanno detto che il Governatore è morto..." Ayram mi rivolge un cenno d'assenso. "I sospetti su quella morte hanno trovato una ben triste conferma. Come ti dicevo, grazie a te, Zora e Bella sono salve, ma devono essere portate al sicuro, ora. Gli elfi dell'Est non sono arrivati, li aspettavo da tempo ormai e temo il peggio..." Sospiro e mi prendo una pausa, mentre i pensieri si inseguono veloci. "Ma ora ti prego, dimmi di loro. Dimmi dei tuoi genitori... Cosa è accaduto Ayram? Perchè temo che le trame intessute dal male siano profondamente legate".

[Ayram]

Sospiro rumorosamente. Mi fa ancora male la perdita dei miei genitori, sebbene il trascorerre del tempo e il susseguirsi degli ultimi avvenimenti abbia smorzato un po' la sofferenza, o perlomeno mi abb9ia distratta parecchio.
<I miei genitori Hugwen e Clarihadel sono morti in circostanze misteriose esattamente negli stessi giorni in cui il Governatore è caduto. Il fatto è che nemmeno i più potenti druidi della nostra comunità son riusciti a capire cosa avesse potuto stroncare la loro vita...non sapevamo chi o cosa potesse ardir a toglier dal ciclo dell'esistenza due elfi retti e potenti come i miei genitori> scuoto il capo prima di riprendere <In quel periodo in effetti si vociferava d'una minacciosa e insolita presenza tra le lande adiacenti la nostra terra, ma non vi avevamo badato molto...siamo sempre stati una comunità potente ma pacifica e le Forze della Natura son sempre state dalla nostra parte. Quindi che pericolo potevamo correre? Ma ahimè, abbiam peccato di eccessiva sicurezza. Quattro giri di luna fa un grido ha lacerato la notte, svegliando me e qualche altro druido nel cuore della notte. Proveniva dalla capanna dei miei genitori...quando siamo giunti là...> non riesco a rposeguire. Ho bisogno di prendere tre grandi boccate d'aria prima di poter continuare il racconto <...erano distesi a terra, con lo sguardo fisso innanzi e l'inconfondibile pallore mortale sul volto. Ma non erano malati e non presentavano ferite di sorta. Non siamo riusciti a venire a capo della situazione> stringo il lenzuolo sul quale son seduta <almeno, non avevo idee, finchè Nedved non mi ha parlato di uno Spettro. Ma ad ogni modo perchè i miei genitori? C' forse qualche cosa in cui erano coinvolti che io non conosco?> stringo le braccia di Gec e la fisso intensamente <ti prego se sai qualche cosa dimmela!>

[gio]

(da GEC)

Deglutisco a vuoto, l'immagine dei pallidi volti di Hugwen e Clarihadel che mi appare davanti agli occhi, con una nitidezza che mi sconvolge. Ricaccio indietro questo pensiero. Non è così che voglio ricordarli, no. Voglio conservare nella mia mente il sorriso luminoso di Clarihadel, il ricordo dei suoi incredibili dolci elfici... e Hugwen un elfo retto, proprio come dice Ayram, sempre pronto a discutere, approfondire, sforzarsi di capire meglio i misteri della natura e i misteri della razza umana. Certo con la razza umana Hugwen aveva sempre esercitato una notevole vis polemica - certi difetti degli uomini lo irritavano profondamente - ma non al punto da crearsi dei nemici. No. Doveva essere altro, purtroppo.
Inspiro a fondo cercando l'aria e il coraggio insieme. "Ayram, qualcosa si muove a Nord, Oltreconfine, credo. Il Nemico vuole impadronirsi del potere e per questo sta eliminando i suoi nemici. I tuoi genitori.... Credo che Hugwen avesse iniziato a sospettare. Il Governatore. Ma non è tutto" scuoto la testa stancamente. "Ieri sera abbiamo salvato Zora e Bella, ma... abbiamo perso tre amici fidati. I tre consiglieri che appoggiavano la mia proposta della reggenza e osteggiavano l'uomo del Nemico. Ful, Nicodus e Sulla.... Sono scomparsi nel nulla, Ayram. Questa è opera dei mezzi spettri. So qualcosa di loro, ma non molto.
Credo che tuo padre e tua madre sapessero qualcosa in più. Ho trovato i loro nomi, sono creature del Nemico, potenti poco meno di lui"

[gio]

(da Pilù)

Dopo una notte trascorsa in una locanda al confine meridionale della Città Murata, mi risveglio completamente rinfrancato. Il pensiero di quei tre sciocchi umani, spediti al Nord mi mette di buon umore. Ma il ricordo di quel gruppetto di disperati, quell'accozzaglia di elfi, druidi e saggi che ieri ci ha messo i bastoni tra le ruote rischia di guastarlo irreparabilmente questo buon umore... Accidenti.
Oggi dobbiamo mettere le mani sulla moglie del Governatore e imprigionarla con i suoi sostenitori. Il Saggio e i due elfi invece... quelli sono da schiacciare, da fastidiosi insetti qual sono...

[Ayram]

Per l'ennesima volta sospiro e abbasso il capo. Resto immobile per un attimo, gli occhi fissi a terra. MA quando mi raddrizzo nel mio sguardo sento trabordare una nuova determinazione. mi alzo in piedi e punto le mani sui fianchi, mentre mi sento esclamare con voce sicura <Ebbene questo Nemico troverà del filo da torcere. Non ho intenzione di rimanere qui ferma un minuto di più. Gec dobbiamo radunare quanti possono permettersi di viaggiare e andare a fermare una volta per tutte il Male che ci minaccia. Non posso più tollerare questa situazione> Devo vendicare la scomparsa dei miei genitori, ma sopratutto assicurare un futuro migliore alle future generazioni. Quanti buoni propositi per una giovane elfa. Devo assolutamente ritrovare Mephion. Il Saggio spirito della Natura vive in lui e ora mi serve davvero anche il suo appoggio. Lupo dove sei?

[gio]

(da NEDVED)

Spalanco la porta di botto e appena varco la soglia della camera dove ha riposato Gec: mi accolgono gli sguardi sorpresi di Gec e Ayram. «Buongiorno!» esplodo con un sorriso.
Stamattina mi sento colmo di ottimismo!
«Allora?» chiedo guardando entrambe.
Negli occhi di Gec intravedo il lampo di un sorriso, mentre Ayram mi guarda accigliata.
Quando mi chiedono cosa intendo con il mio "allora", traseloco. Possibile che non sentano il profumo delle incredibili ciambelle di gnoma Mirta?
«La colazione!» esclamo, indicando la cucina.

[teo_bella]

busso alla porta stando attento che nessuno mi segua..al mio fianco c'e cora la mia fedele lupa..e questo lupo sconosciuto che superata la paura iniziale ormai ci segue da giorni..

[gio]

Quando sento i colpi alla porta il mio cuore sussulta.

Poi riconosco il segnale. é un amico.

Ma quasi cado dal letto quando sento gnoma Mirta pronunciare il suo nome...

Teo! Incredibile! Saranno almeno due giri di lune che non torna alla Città Murata!

Ayram mi guarda sorpresa mentre balzo giù dal letto. Faccio appena in tempo a rivolgerle un sorriso rassicurante, poi mi precipito fuori dalla stanza per dare il benvenuto a questo giovane amico!

[gio]

(da NEDVED)

Gec corre fuori dalla stanza e io la seguo a ruota.
"Cora!" Troppo forte, al fianco di Teo c'è la sua magnifica lupa!

Santo Cielo sembra ancora più grande.
E quello? Mi avvicino cauto, perchè al fianco di Teo c'è anche un altro lupo, più scuro di Cora che già si sta lanciando dentro la casetta degli gnomi e sta facendo festa a Gec.

[Ayram]

Seguo gli altri in cucina, curiosa di vedere perchè fan tanta festa ad uno sconsocituto...i miei pensieri si congelano in un istante, mentre i miei occhi incontrano quelli d'un grosso lupo nero accanto a quello che Gec chiama Teo. Esito, incredula ma poi...<Mephion!> gli corro incontro e lo abbraccio. lui fa altrettanto, colmando la breve distanza che ci separa e facendosi strapazzare come si conviene. Il dialogo mentale scatta subito "Mephion son stata così in pensiero! ma che è successo" ,"E' una storia lunga, amica mia" ,"Non importa, ora riposati, sembri davvero esausto!" Non posso fare a meno di commuovermi. Eh sì, capita anche agli elfi più duri di versare qualche lacrima al ritrovamento d'un perziosissimo amico. Rialzandomi, tenendo la mano destra sul dorso di Mephion mi rivolgo agli altri, che mi guardano incuriositi <Questo è Mephion!> sento il mio sorriso sbocciare ed esplodere come un raggio di sole. Rischio quasi di avventarmi su questo Teo ed abbracciarlo, per ringraziarlo. ma riesco a dominarmi e attendo che lui e Gec finiscano di discutere di cose importanti, prima di chiedergli cosa ci faceva con il mio bel Lupone. Nell'attesa afferro una ciambella e l'addento in men che non si dica.