IL VAMPIRO di John William Polidori

Opere più e meno note che hanno per protagonisti vampiri, licantropi e streghe

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IL VAMPIRO di John William Polidori

Messaggiodi demon black » 13/12/2009, 23:10

Nel giugno del 1816 George Gordon Byron, Mary Wollstonecraft, Percy Bysshe Shelley e il dottor John William Polidori (1795-1821) si trovarono a soggiornare contemporaneamente sulle rive del lago di Ginevra. Costretti al chiuso della loro dimora di Campagne Chapuis da due settimane di piogge torrenziali Shelley e Mary, che nello stesso anno sarebbe diventata la sua seconda moglie, avevano invitato i loro due vicini a trascorrere in compagnia quei lunghi, tediosi giorni di inattività forzata. In quel frangente Byron aveva dapprima proposto di leggere le storie dell’orrore degli scrittori romantici tedeschi incluse nella raccolta Fantasmagoriana e poi, nel clima partecipe e stimolante che si era venuto a creare, aveva invitato gli amici a scriverne a loro volta uno ciascuno. Nacque così, più faticosamente ma anche con risultati decisamente superiori, il Frankenstein di Mary Wollstonecraft; Shelley si misurò in un’operetta meno impegnativa dal titolo The Assassin; Byron compose una storia alla quale da tempo pensava, The Burial (edita a suo tempo nel 1819 come A Fragment); mentre Polidori, ventunenne segretario e compagno di viaggio del Lord, anche se si sarebbero separati prima della fine dell’estate per incompatibilità di temperamento, scrisse The Vampyre, elaborando lo stesso spunto di Byron, come avrebbe del resto poi riconosciuto, e introducendovi elementi di Glenarvon (1816), romanzo autobiografico nel quale Caroline Lamb aveva fatto vestire a Byron i panni del crudele Ruthven Glenarvon, assassino delle sue amanti, infine portato via dal diavolo trasformato all’occorrenza in spettro delle vittime.
La novella di Polidori apparve per la prima volta nell’aprile del 1819 sul “New Monthly Magazine” e, per un errore del direttore della rivista, fu attribuita allo stesso Byron, nonostante le veementi proteste di questi, che scrisse al direttore dichiarando di non esserne affatto l’autore e di non averne mai inteso parlare prima. Particolare gustoso: Goethe, senza minimamente sospettare la falsa attribuzione, era addirittura arrivato a sostenere che si trattava del lavoro migliore del poeta inglese. Il racconto propone per la prima volta all’interno di un’opera letteraria la figura del vampiro, fino a quel momento retaggio esclusivo delle tradizioni popolari di alcuni paesi. La sua pubblicazione fece assai scalpore in Inghilterra e gettò lo scompiglio negli ambienti letterari della capitale, non solo perché la novella era stata inizialmente attribuita a Byron, come già accennato, ma anche per l’argomento trattato. L’opera avrebbe poi goduto di ampia fortuna anche fuori d’Inghilterra. Tradotta in francese nello stesso anno 1819, fra gli altri influenzò notevolemente Charles Nodier (1780-1844), che del vampiro fece il tema letterario predominante nel suo Infernaliana (1822), e con lo stesso titolo Le Vampire scrisse un adattamento teatrale, in collaborazione con Carmouche e Jouffroy, che fu rappresentato il 13 giugno 1820 ed ebbe una replica trionfale nel 1823.


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JOHN WILLIAM POLIDORI

Messaggiodi demon black » 13/12/2009, 23:11

Figlio maggiore di Gaetano Polidori, un immigrato politico italiano (segretario personale di Vittorio Alfieri), e Anna Maria Pierce, una governante, aveva tre fratelli e quattro sorelle.

Polidori era uno dei primi della sua classe all' Ampleforth College dopo aver iniziato gli studi nel 1804 presso i frati di Ampleforth. Nel 1810 si trasferì all'Università di Edimburgo dove scrisse una tesi sul sonnambulismo, laureandosi in medicina nel 1815 alla precoce età di diciannove anni. Nel 1816 entrò al servizio di Lord Byron come suo medico personale e lo accompagnò nei suoi viaggi attraverso l'Europa.

A Villa Diodati, la casa che Byron affittò presso il lago di Ginevra in Svizzera, i due incontrarono Mary Wollstonecraft, il futuro marito di Mary Percy Bysshe Shelley e la sorellastra di Mary (nonché amante di Byron) Claire Clairmont. Fu proprio in quella casa che, in una serata di giugno, lessero ad alta voce alcuni brani dall'antologia dell'orrore in tedesco Phantasmagoria. A causa di una tempesta i cinque scrittori furono costretti a rimanere in casa, così Byron suggerì di scrivere ciascuno una storia di fantasmi, per passare il tempo sino alla sera successiva: nacquero così Frankenstein, scritto dalla Shelley, e qualche anno dopo Il vampiro di Polidori, quest'ultimo ricalcato sulla figura dello stesso Byron.

Evitando il personaggio crudele e sanguinario delle tradizioni popolari, Polidori modellò il proprio vampiro sul modello byroniano dell'eroe tenebroso e maledetto, e lo chiamò "Lord Ruthven" come omaggio (il nome, infatti, era originariamente usato nel romanzo Glenarvon di Lady Caroline Lamb per un personaggio che era chiaramente l'alter-ego di Byron stesso). Lord Ruthven non fu solo il primo vampiro della letteratura inglese, ma anche il primo vampiro del tipo più in voga oggi: aristocratico, inserito nell'alta società e dotato di un perverso fascino nero. Il racconto venne pubblicato nel 1819 sul New Monthly Magazine erroneamente a nome dello stesso Byron, che successivamente pubblicò anche il frammento da cui Polidori aveva tratto ispirazione, senza riuscire a far giustamente attribuire all'amico il racconto compiuto.

Cessato il suo lavoro con Byron, Polidori tornò in Inghilterra e nel 1820 scrisse al priore di Ampleforth con l'intenzione di intraprendere la carriera ecclesiastica, ma il prelato gli rispose con sdegno rifiutandolo a causa della sua scandalosa attività letteraria. Nel 1821, dopo aver scritto l'ambizioso poema religioso The Fall of the Angels, Polidori cadde in depressione e morì, in circostanze misteriose, probabilmente suicida.

I diari di Polidori, contenenti numerosi aneddoti tratti dai suoi viaggi con Byron, vennero pubblicati collettivamente con il titolo The Diary of John Polidori a cura di William Michael Rossetti, che nel 1911 si appoggiò all'editore Elkin Mathews di Londra. Una ristampa di questo libro, con il titolo The diary of Dr. John William Polidori, 1816, relating to Byron, Shelley, etc venne ripubblicato dalle Folcroft Library Editions nel 1975 e successivamente nel 1978 per le Norwood Editions.
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Messaggiodi demon black » 13/12/2009, 23:12

Tre film hanno narrato la genesi delle storie di Frankenstein e de Il vampiro: Gothic di Ken Russell (1986), Haunted Summer di Ivan Passer (1988) e Remando al viento di Gonzalo Suárez (1988).
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Re: IL VAMPIRO di John William Polidori

Messaggiodi SeanMacMalcom » 13/12/2009, 23:14

A tal riguardo, mi permetto di consigliare, per gli amanti del genere, la lettura di una storia di Dampyr, divisa su due diversi albi e chiaro omaggio proprio al Polidori, che appare addirittura come personaggio protagonista (insieme agli altri amici di quella famosa vacanza, riproposta all'interno della storia stessa)...

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:ugeek:
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Re: IL VAMPIRO di John William Polidori

Messaggiodi demon black » 13/12/2009, 23:40

...mi sorge un dubbio :shock:
...devo mettere anche Dampyr nell'indice?! :?
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Re: IL VAMPIRO di John William Polidori

Messaggiodi SeanMacMalcom » 13/12/2009, 23:44

demon black ha scritto:...mi sorge un dubbio :shock:
...devo mettere anche Dampyr nell'indice?! :?


Tecnicamente è un fumetto. :?
Vedi tu! :?

Se lo fai sono anche disposto a recensirti ogni singolo albo... :roll: li considero tutti dei capolavori! 8-)
(E da dove pensate che abbia preso il nome Camael?! :ugeek: )
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Re: IL VAMPIRO di John William Polidori

Messaggiodi demon black » 13/12/2009, 23:48

SeanMacMalcom ha scritto:Tecnicamente è un fumetto. :?
Vedi tu! :?


Perfetto...Mac ti sei appena offerto volontario per andare alla sezione fumetti horror e metterlo lì :ugeek:

...visto che dovevo "vedere io", ho deciso così :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
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Re: IL VAMPIRO di John William Polidori

Messaggiodi Dubricius » 01/01/2010, 2:07

Appoggio l'inserimento del Dampyr. Li ho tutti ed i primi episodi sono veramente di fattura più che rara, sia nel disegno che nelle storie.
Ricordo l'episodio di cui parla Sean e ne ammiro in modo particolare il finale. E' vero Dampyr è un fumetto, ma non mi meraviglierei se ne prendessero spunto per un film, ne ha tutte le caratteristiche e di certo il tenebroso Draka ha ben più spessore di molti vampiri da film che si son visti negli ultimi tempi al cinema ed è molto più vicino al Dracula di Stocker o, da quanto mi è dato capire al Vampiro dello stesso Polidori. Un maestro della notte è pur sempre un maestro della notte e merita un minimo di dignità caspiterina!!!
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