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Altro giro, altro regalo...

Fine del mondo e fantasy: che rapporto esiste fra i due concetti?
Potrebbe essere giusto dire che, in senso lato, ogni fantasy inizia con la fine del mondo?

SeanMacMalcom ha scritto:Altro giro, altro regalo...

Fine del mondo e fantasy: che rapporto esiste fra i due concetti?
Potrebbe essere giusto dire che, in senso lato, ogni fantasy inizia con la fine del mondo?

Non solo ogni fantasy, direi che è un assioma valido per buona parte delle opere. Come ha giustamente scritto Andreas, lo scorrere del tempo provoca una continua alterazione, disgregazione e formazione di equilibri. La fine di ciascuno di essi, sia essa cosmica, planetaria, locale o personale, è una fine del mondo per chi la vive. Come recita l’Hagakure (più o meno letteralmente, vado a memoria): “Ogni volta che esci di casa, vai incontro al nemico. Ogni volta che varchi il cancello, entri nel regno dei morti”.

che belle domande, bravi!

torna ad ascoltare in silenzio...

SeanMacMalcom ha scritto:

In attesa della presentazione di And, una seconda domanda per tutti: a cosa pensate quando pensate alla fine del mondo?!

Un mio pensiero non posso rivelarlo, ma ne ho molti, di cui uno, che è quello che tengo di più è il salto generazionale.La fine del mondo per ogni persona c'è al salto generazionale, perché si vede il suo mondo distrutto, ristrutturato da questa nuova generazione. Mentre per globale, se si intende la fine dell'umanità, sarà data da noi stessi.

SeanMacMalcom ha scritto:

Altro giro, altro regalo...

Fine del mondo e fantasy: che rapporto esiste fra i due concetti?
Potrebbe essere giusto dire che, in senso lato, ogni fantasy inizia con la fine del mondo?

Direi proprio che inizia e finisce con la fine del mondo, perché il protagonista nasce e muore con noi.

LordYanvas ha scritto:

SeanMacMalcom ha scritto:Altro giro, altro regalo...

Fine del mondo e fantasy: che rapporto esiste fra i due concetti?
Potrebbe essere giusto dire che, in senso lato, ogni fantasy inizia con la fine del mondo?

Non solo ogni fantasy, direi che è un assioma valido per buona parte delle opere. Come ha giustamente scritto Andreas, lo scorrere del tempo provoca una continua alterazione, disgregazione e formazione di equilibri. La fine di ciascuno di essi, sia essa cosmica, planetaria, locale o personale, è una fine del mondo per chi la vive. Come recita l’Hagakure (più o meno letteralmente, vado a memoria): “Ogni volta che esci di casa, vai incontro al nemico. Ogni volta che varchi il cancello, entri nel regno dei morti”.

Ipse dixit
Poi va be', citare l'Hagakure fa schizzare lo score a livelli inarrivabili
Concordo in toto. Ogni storia parte dalla descrizione di un equilibrio che inevitabilmente si rompe. In un genere, come il fantasy, che spesso fa dell'azione il suo punto forte, questo cambiamento spesso non può che risultare "catastrofico" per il bene del pathos. Nel fantasy per YA, di cui al momento mi occupo e di cui sono un appassionato, l'apocalisse sta nel passaggio all'età adulta da parte dei giovani protagonisti: tutte le sicurezze e le false verità dell'infanzia vengono messe sotto un'altra luce, e il giovane eroe deve trovare nuove motivazioni in se stesso e nel mondo, per poter sopravvivere. Si veda Harry Potter, esempio non banale, perché in sette volumi descrive il processo in maniera impeccabile.

And ha scritto:Un mio pensiero non posso rivelarlo, ma ne ho molti, di cui uno, che è quello che tengo di più è il salto generazionale.La fine del mondo per ogni persona c'è al salto generazionale, perché si vede il suo mondo distrutto, ristrutturato da questa nuova generazione.

Bellissima riflessione questa, And. Condivido in pieno.

Le trame di molti fantasy vogliono impedire la fine del mondo.
Del loro mondo, sia esso, un isola, un regno, un continente o un intero pianeta.
Il fantastico si rifà all'eterna lotta tra bene e male che si contendono il predominio, ragione per la quale chi perde, perderà tutto e chi vincerà opererà quel cambiamento che così dettagliatamente ha descritto Andreas.
Di solito nel fantasy si tende a risolvere la situazione modificando lo stato delle cose, per cui alla fine delle storie narrate ciò che si trova non è mai il mondo con il quale era iniziata la narrazione.
In questo senso il fantastico opera ogni volta una fine di quel mondo ma sempre tenendo d'occhio questo, di mondo

Ciao belli!! non esiste che io scriva qualcosa di sensato! passavo a salutarvi!

Andreas ha scritto:

And ha scritto:Un mio pensiero non posso rivelarlo, ma ne ho molti, di cui uno, che è quello che tengo di più è il salto generazionale.La fine del mondo per ogni persona c'è al salto generazionale, perché si vede il suo mondo distrutto, ristrutturato da questa nuova generazione.

Bellissima riflessione questa, And. Condivido in pieno.

Grazie.
Cazzius, ma quanto scrivete in così poco tempo?
Sono esterrefatto. Io riesco a scrivere tre parole messe in croce, mentre voi scrivete vita morte e miracolo delle vostre idee

niji ha scritto:Ciao belli!! non esiste che io scriva qualcosa di sensato! passavo a salutarvi!

Ciao niji!
Un'eternità che non ci incrociamo, è un piacere

Alla luce delle vostre ultime risposte...

La fine del mondo e i VOSTRI fantasy: come vi siete rapportati, nelle vostre opere, con la fine del mondo?!

Io mi sono opposta strenuamente

SeanMacMalcom ha scritto:

Alla luce delle vostre ultime risposte...

La fine del mondo e i VOSTRI fantasy: come vi siete rapportati, nelle vostre opere, con la fine del mondo?!

Sta cominciando, sta accadendo, nessuno può farci nulla, nessuno può cambiare il sentiero.
Fa parte dell'equilibrio, nessuno può nulla contro l'equilibrio.