Il rapporto autore-lettore (estratto da La bambola di vetro)

Romanzi fantasy (e horror) di autori italiani (per ora) ancora poco conosciuti...

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La bambola di vetro

Messaggiodi Rox186 » 24/09/2010, 8:27

Riporto la mia esperienza personale, prescindendo dalla questione concreta.
Io non replico mai mai mai ai commenti dei lettori. E' ovvio che ad alcuni il libro piace e altri no; è ovvio che quando ci si "mette in gioco" pubblicando un libro si riceveranno delle critiche. Capita anche agli autori famosi, e per altro nel loro caso non si tratta solo di commenti su Anobii, ma di recensioni pessime sui quotidiani.
Le critiche danno dispiacere, lo so; ma bisogna prendere e portare a casa. Inoltre alcune sono costruttive e aiutano l'autore a capire dove ha sbagliato.
C'è un difetto nel mio libro che mi hanno fatto rilevare i lettori, un inceppamento nella trama che secondo me aveva un suo perché chiarissimo; evidentemente, però, se loro non hanno compreso questo perché allora sono stata io che non sono riuscita a espirmerlo, non loro che non capiscono niente.
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Re: Il rapporto autore-lettore (estratto da La bambola di vetro)

Messaggiodi gio » 24/09/2010, 8:58

Rox186 ha scritto: evidentemente, però, se loro non hanno compreso questo perché allora sono stata io che non sono riuscita a espirmerlo, non loro che non capiscono niente.


Grazie Rox, ecco io mi ritrovo molto in questa tua affermazione. Cioè, è il ragionamento che mi aspetto dagli autori. :ugeek:
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Re: Il rapporto autore-lettore (estratto da La bambola di vetro)

Messaggiodi koukla » 24/09/2010, 14:37

Per nostra fortuna (e con noi intendo i lettori, non solo noi viandanti della Locanda) ci sono ancora parecchi autori che la pensano così. Riporto, dietro autorizzazione logicamente, il pensiero di Mia, scrittrice esordiente di aNobii che ha messo in catena il suo libro nel gruppo Scritture di donne e che mi ha veramente commossa e fatta sentire importante:
Mia Parissi ha scritto: Approfitto per ringraziarvi tutte, chi ha letto "VA:LE", chi lo sta leggendo, chi lo leggerà.

Credevo che la sua traiettoria fosse esaurita (un romanzo del 2007 senza editore, senza un sacco di cose, insomma ...) e questa "seconda vita" che sta avendo mi da (voi mi date) una gran carica per la scrittura del nuovo romanzo. E non è questione solo della positività dei commenti (ma voi continuate a farmeli :-)) ... è proprio questione di sapere che VA:LE è in giro, nel bene e nel male, nella testa e tra le mani di qualcuno, anche se poi a qualche qualcuno non piace.
E' importante questo, importantissimo, per chi scrive ... che le parole stiano in movimento, che ciò che è stato scritto compia un percorso.
Un libro, un racconto, non è finito quando lo scrittore scrive la parola fine. Finisce ogni volta che un lettore l'ha letto e lo ha trasformato in qualcosa d'altro. Un libro, un racconto, è un lavoro che si fa in due, cinquanta e cinquanta, chi lo scrive e chi lo legge.

Insomma, grazie ragazze!
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Re: Il rapporto autore-lettore (estratto da La bambola di vetro)

Messaggiodi gio » 24/09/2010, 15:29

Che bello!

Un libro, un racconto, non è finito quando lo scrittore scrive la parola fine. Finisce ogni volta che un lettore l'ha letto e lo ha trasformato in qualcosa d'altro.


mi piace molto questo pensiero!
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Re: Il rapporto autore-lettore (estratto da La bambola di vetro)

Messaggiodi Ghidara » 22/01/2011, 6:31

E' un'emozione strana quella che nasce quando i manoscritti diventano libri, è simile a quella che si prova quando un figlio va per la prima volta a scuola e ci si accorge che avrà una sua vita indipendente da noi.
E come per un fglio, si scopre che il libro trova amici, ma trova anche qualcuno a cui non è simpatico. Il dramma è che bisogna imparare a non mettersi troppo in discussione, a non prendere ogni critica come una questione che va a minare il rapporto con la scrittura. E' più facile quando le critiche sono costruttive, è più difficile quando si trova qualcuno che senza troppi mezzi termini ti dice di appendere la penna al chiodo o, peggio, gioca con ironia prendendoti allegramente per i fondelli.
Ho avuto critiche che mi hanno aiutata tantissimo e mi hanno spronata a fare meglio, ne ho avute altre che mi hanno mandata profondamente in crisi. COme lettrice sono più clemente che come autocritica, forse perchè adesso conosco meglio le varie fasi che un libro attraversa: quello che maggiormente mi infastidisce sono i grossolani errori storici o quelle incongruenze macroscopiche che saltano agli occhi (tipo la protagonista bionda che si raccoglie i capelli tizianeschi... vale la pena di controllare se tizianesco è un sinonimo di biondo!).
Sui gusti non si discute: qualcosa piace, qualcosa no. Resta però una grande emozione scoprire che qualcuno, leggendo ciò che scrivi, entra con te nel tuo mondo privato e condivide il tuo cammino.
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Re: Il rapporto autore-lettore (estratto da La bambola di vetro)

Messaggiodi gio » 22/01/2011, 10:43

Ghidara ha scritto:E' un'emozione strana quella che nasce quando i manoscritti diventano libri, è simile a quella che si prova quando un figlio va per la prima volta a scuola e ci si accorge che avrà una sua vita indipendente da noi.
E come per un fglio, si scopre che il libro trova amici, ma trova anche qualcuno a cui non è simpatico. Il dramma è che bisogna imparare a non mettersi troppo in discussione, a non prendere ogni critica come una questione che va a minare il rapporto con la scrittura. .



Ghidara, che meraviglia questa riflessione.
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Re: Il rapporto autore-lettore (estratto da La bambola di vetro)

Messaggiodi Giordana » 22/01/2011, 17:34

Da neo e piccolissima scrittrice devo dire che prima della sua stampa, nel momento in cui mi sono messa a cercare un editore, sapevo bene che lo facevo perchè volevo dare alla storia una vita propria, che l'avrebbe inevitabilmente portata a scontrarsi con qualche nemico... trovarsi davanti a questa realtà, però, è completamente diverso. Inizialmente è spaventoso e demoralizzante, ma può diventare una bella palestra di crescita personale, e non solo per quanto concerne la scrittura.
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Re: Il rapporto autore-lettore (estratto da La bambola di vetro)

Messaggiodi Ghidara » 24/01/2011, 5:45

Il difficile all'inizio è capire che le critiche al libro non minano l'autore come persona. Diventa una scuola di vita e di umiltà... quando ero sui banchi avevo la stessa impressione: ogni brutto voto significava che ero sbagliata io, che ero io a essere messa in discussione. All'università ogni esame era un inferno. Poi le prime critiche negative ai romanzi mi davano la stessa sensazione. Alla fine si impara a distinguere quelle utili a migliorare e quelle che non servono a nulla, se non a chi le scrive.
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