Benvenuti alla Locanda della Terra di Altrove

Occhèi, volevo discutere di quegli orrori, terrori ed ansie che costellano certe storie.
Non parlo dello splatter, né di quello a metà tra il fantasy e lo splatter. Parlo delle presenze. Parlo del timore di ciò che non esiste ma che potrebbe essere dietro l'angolo. Parlo del piacere del dolore e della pazzia derivata dal fatto che tutto è come dovrebbe essere.
Esemplificando, Poe. O Borges.
Insomma, che qualcuno ne parli. Solo questo.

Se questa discussione dovrebbe essere censurata, che qualcuno lo faccia. Ne ha bisogno.

mortalfilo tu sei proprio fuori troppo forte!

...francamente a me Poe non mi ha messo nè ansia e nè paura, anzi, l'ho sempre trovata una lettura piacevole
Mi è piaciuto ma....non l'ho trovato tutto questo granchè
Mentre Borges non l'ho mai letto

Le storie sui fantasmi mi hanno sempre impressionato

Vedo una grande differenza tra Poe e Borges.

Poe è il terrore del misconosciuto, l'oscurità appena oltre la luce della nostra personale coscienza di sé.

Borges, come l'Ende de La Prigione della Libertà, è più paradossale, focalizzato più sul : conosciamo poco e la realtà è illusione che sul terrificante.

In entrambi, non capisco il riferimento all'ermetismo

Se ho capito più o meno a cosa alludi Mortalfilo, questo è un genere che da qualche anno a questa parte mi affascina molto. Quel senso di non detto, di mistero oscuro, di inquietudine, una presenza che sembra onirica, effimera, che rende nervosi e inquieti, di cui non conosci la natura, situazioni dove il reale sfocia nell'irreale e nelle tenebre e il confine diventa insondabile, mai dichiarato, lasciano il lettore un senso di smarrimento che io personalmente trovo emozionante, ma a molti può risultare fastidioso. Certi libri di questo genere potresti chiuderli pensando: ma quindi che cosa voleva dire l'autore? Io generalmente invece, nel non detto e indefinito di tal genere mi immergo e penso: geniale!

Dafne ha scritto:Scusate mi accorgo solo ora che è una vecchia discussione, ma non potevo non aggiungere un commentino

hai fatto benissimo, "rinverdiamo" la discussione!

gio ha scritto:

Dafne ha scritto:Scusate mi accorgo solo ora che è una vecchia discussione, ma non potevo non aggiungere un commentino

hai fatto benissimo, "rinverdiamo" la discussione!

Ma sì, dai! Siamo solo in ritardo di un anno!!!

Dafne ha scritto:Se ho capito più o meno a cosa alludi Mortalfilo, questo è un genere che da qualche anno a questa parte mi affascina molto. Quel senso di non detto, di mistero oscuro, di inquietudine, una presenza che sembra onirica, effimera, che rende nervosi e inquieti, di cui non conosci la natura, situazioni dove il reale sfocia nell'irreale e nelle tenebre e il confine diventa insondabile, mai dichiarato, lasciano il lettore un senso di smarrimento che io personalmente trovo emozionante, ma a molti può risultare fastidioso. Certi libri di questo genere potresti chiuderli pensando: ma quindi che cosa voleva dire l'autore? Io generalmente invece, nel non detto e indefinito di tal genere mi immergo e penso: geniale!

Se si cerca terrore e mistero allo stato puro mi butterei su tutto ciò che riguarda Cthulhu più che altro........