Nessuno (Nemos Malmacca): presentazione e diario

Tutti i personaggi di una Tranquilla Locanda II
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Nessuno (Nemos Malmacca): presentazione e diario

Messaggiodi SeanMacMalcom » 12/04/2010, 11:24

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Ultima modifica di SeanMacMalcom il 25/05/2010, 13:50, modificato 17 volte in totale.
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Messaggiodi SeanMacMalcom » 12/04/2010, 16:26

Un tempo il suo nome era Nemos Malmacca, nato come drow del sottosuolo.
Devoto alla dea Eilistraee, la vergine oscura, ha lottato per anni come partigiano nella resistenza in contrasto al potere sovrano, ambendo il ritorno alla vita di superficie. Quando, però, il suo fato si è incrociato a quello di una giovane drow di nome Nora, di nobili origini, ha deciso di abbandonare ogni proposito di ribellione per riservarsi la possibilità di esserle vicino.
La madre di Nora, Lorean, matrona di un'influente casata, scoperta però, durante "la prova", l'infedeltà di Nemos alla dea Lolth, la regina ragno, ha sentenziato la sua trasformazione in drider, così come destino per tutti coloro incapaci di superare "la prova".
Nel tentativo di salvare l'uomo da lei comunque amato, nella notte prima dell'esecuzione della condanna, Nora ha cercato di liberare Nemos, pronta a fuggire con lui lontano dalla propria casa, dalla propria famiglia e dal proprio retaggio. La fuga, purtroppo, ha però avuto un drammatico esito e nonostante Nemos e Nora siano riusciti a conquistarsi la libertà bramata, Nora è morta poco dopo fra le sue braccia, in conseguenza di una ferita mortale tenuta, però, celata all'amato nella volontà di non essere per lui d'ostacolo.

Sconvolto per la perdita di Nora, Nemos ha rinnegato completamente la propria natura, invocato i poteri più oscuri, più devastanti, dei innominabili persino per i drow, invocando il loro soccorso, il loro aiuto, e stringendo con loro un terribile patto di sangue: se, entro la fine del settimo anno dalla propria fuga, Nemos fosse stato in grado di condurre loro cinquecentocinquantatre anime innocenti (settanta volte sette), loro avrebbero concesso a Nora una nuova occasione di vita; in caso contrario, avrebbero preteso la morte di Nemos qual giusto pegno per il suo insuccesso.
Nonostante tutto il proprio dolore, tutta la propria angoscia, di fronte alla prima sua potenziale vittima, Nemos non è riuscito a condurre a termine il proprio attacco, segnando, in tal modo, il proprio fato.
Sono ormai trascorsi quasi sette anni dal fuga e dal patto di sangue, e Nemos, dopo aver smesso di usare persino il proprio nome per cercare di far perdere le proprie tracce, vaga per il mondo presentando come Nessuno, alla ricerca di modo, di un espediente, per liberarsi dal letale contratto che lo vincola a un'orrenda morte e a una dannazione eterna.

Il suo aspetto è quello di un drow: alto, aggraziato, elegante come un elfo, mostra pelle color ebano e capelli d'avorio, a cornice di due grandi occhi rossi. Le sue mani e i suoi piedi sono perennemente ricoperti da strisce di cuoio scuro, strettamente fasciate nella volontà di non "lasciare impronte" di sé sul proprio cammino. Ai suoi polsi, nonostante tanti anni trascorsi dalla fuga, penzolano ancora le catene infrante con l'aiuto di Nora, unico segno rimasto a memoria di chi è stato un tempo e dell'amore di lei, tale da spingerla al sacrificio estremo per lui.
Suo abbigliamento consueto è costituito da pantaloni bianchi e un cappotto di pelle rossa.
Sua arma, invece, è una lunga falce, alla quale è stato legato, suo malgrado, dal patto di sangue, dove tale arma sarebbe dovuta essere utile a pretendere il tributo di cinquecentocinquantatre innocenti: a nulla sono valsi i numerosi tentativi, negli ultimi anni, per liberarsi di simile compagnia, dove essa, puntualmente, si è ripresentata sempre al suo fianco, a imporgli memoria della sua condanna.

Nemos, all'epoca della guerriglia:
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Nora, l'amore perduto:
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Ultima modifica di SeanMacMalcom il 14/04/2010, 22:02, modificato 6 volte in totale.
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Re: Nessuno (Nemos Malmacca)

Messaggiodi gio » 12/04/2010, 17:07

ebbè ma allora ditelo, perchè sotto la firma dobbiamo vedere lo gnometto invece della prima immagine che c'è qui in galleria? :roll: :roll: :roll:

scherzi a parte, che super personaggio... molto interessante

[*]questo messaggio si autodistruggerà tra xy secondi
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Re: Nessuno (Nemos Malmacca)

Messaggiodi SeanMacMalcom » 12/04/2010, 17:50

gio ha scritto:ebbè ma allora ditelo, perchè sotto la firma dobbiamo vedere lo gnometto invece della prima immagine che c'è qui in galleria? :roll: :roll: :roll:


:lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
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Devo considerarlo quale un invito implicito e molto velato a cambiare l'immagine nella firma abbandonando le dolss e scegliendo le immagini classiche?! :-P :-P :-P :-P

scherzi a parte, che super personaggio... molto interessante


Grazie! :mrgreen: :mrgreen: Come ho accennato all'altro tavolo, è molto liberamente ispirato al mito di Robert Johnson! :mrgreen:
Anzi... quasi quasi presento alcune canzoni a tal riguardo... come "Cross Road Blues" e "Hellhound on my Trail"... :ugeek:
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Re: Nessuno (Nemos Malmacca)

Messaggiodi gio » 12/04/2010, 18:02

SeanMacMalcom ha scritto:Devo considerarlo quale un invito implicito e molto velato a cambiare l'immagine nella firma abbandonando le dolss e scegliendo le immagini classiche?! :-P :-P :-P :-P :



be', certo mooolto implicito :ugeek: non so come sei riuscito a cogliere la sfumatura intrinseca, celata nelle mie pacate parole... Diciamo che l'immagine classica in questo caso è em artisticamente superiore :roll: :mrgreen:
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Re: Nessuno (Nemos Malmacca)

Messaggiodi SeanMacMalcom » 12/04/2010, 18:16

gio ha scritto:
SeanMacMalcom ha scritto:Devo considerarlo quale un invito implicito e molto velato a cambiare l'immagine nella firma abbandonando le dolss e scegliendo le immagini classiche?! :-P :-P :-P :-P :


be', certo mooolto implicito :ugeek: non so come sei riuscito a cogliere la sfumatura intrinseca, celata nelle mie pacate parole... Diciamo che l'immagine classica in questo caso è em artisticamente superiore :roll: :mrgreen:


Ahhhh... se è per una questione d'arte, allora, nel mio amore per tutto ciò che è umanesimo, non posso che accogliere il tuo consiglio. :ugeek:
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Re: Nessuno (Nemos Malmacca)

Messaggiodi gio » 12/04/2010, 18:19

Ecco, vedi... L'umanesimo! Ci siamo proprio capiti al volo!!!!
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Re: Nessuno (Nemos Malmacca)

Messaggiodi SeanMacMalcom » 12/04/2010, 18:27

gio ha scritto:Ecco, vedi... L'umanesimo! Ci siamo proprio capiti al volo!!!!


... fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza...
:ugeek: :ugeek: :ugeek:
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Re: Nessuno (Nemos Malmacca)

Messaggiodi gio » 12/04/2010, 18:34

SeanMacMalcom ha scritto:
gio ha scritto:Ecco, vedi... L'umanesimo! Ci siamo proprio capiti al volo!!!!


... fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza...
:ugeek: :ugeek: :ugeek:


Sean MacMalcom hai una nuova discepola :ugeek:
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Retrospettiva n. 1

Messaggiodi SeanMacMalcom » 12/04/2010, 20:44

In una notte priva di luna e di stelle, quasi anche il firmamento si stesse impegnando a dimostrare la propria solidarietà, il proprio rammarico per il dolore intrinseco in quello che sarebbe potuto essere un giorno estremamente diverso se solo, più di sei anni prima, la sorte avesse arriso una giovane coppia di amanti, una figura solitaria, giunta con puntualità impeccabile al luogo del proprio triste appuntamento, smontò da cavallo, per proseguire a piedi il tratto finale.
I suoi capelli bianchi come l'avorio, la sua pelle nera come l'ebano, i suoi occhi rossi come la brace, avrebbero indicato in maniera incontestabile, chiara, evidente e definita l'esatta natura di quella figura maschile, non uomo, non nano, non folletto, non spettro, quanto più elfo, appartenente alla stirpe deviata che nella notte dei tempi aveva rinnegato il calore della luce del sole e la vita intrinseca nella verde Natura, per ricercare il proprio successo, la propria gloria, nella profondità della terra stessa, in quei meandri oscuri in cui qualsiasi creatura mortale avrebbe inevitabilmente ritrovato la propria perdizione. Il drow, qual tale era egli, camminando allora con passo solenne ma aggraziato, presentava nel propri aspetto, nell'evidenza della propria presenza, un'incredibile paradosso, una terribile incoerenza, nel contrapporre al carisma del proprio sguardo, alla fierezza del proprio portamento, alla forza espressa da ogni singolo gesto, l'immagine di catene spezzate pendenti dai suoi polsi, quasi egli non fosse sovrano, qual pur sarebbe potuto essere considerato, quanto più prigioniero, fuggiasco. E, invero, proprio qual evaso, qual ricercato, egli avrebbe dovuto esser considerato, scampato, ormai pià di sei anni prima, a un triste fato peggior anche della morte, in eventi forse lontani nel tempo ma che mai egli avrebbe voluto dimenticare, avrebbe voluto smarrire nella propria memoria, come quella perpetua presenza metallica ai suoi polsi avrebbe dovuto esser considerata utile a dimostrare. Troppo importante, infatti, sarebbe stato ricordare sempre le ragioni alla base del proprio dolore, della pena che, ancora una volta, come ogni anno, in quella notte lo aveva sospinto fino a quella particolare radura, persa fra i boschi, in prossimità di un'argenteo laghetto.

« A te offro il mio saluto e il mio rispetto, dolce Nora... » sussurrò, inginocchiandosi con capo chino innanzi alla propria silente interlocutrice, a colei che tanto aveva viaggiato per poter incontrare in quella stessa notte, in quella particolare radura « Spero di non averti fatto attendere troppo nel mio ritardo. »

Alcun ritardo, in verità, avrebbe potuto essergli allora addotto, imputato, là dove egli avrebbe preferito perdere la vita piuttosto che mancare a quell'appuntamento, pur tanto mesto, tanto doloroso. Ciò nonostante, simili parole di scuse non avrebbero potuto mai essere ovviate, nell'amore provato per lei, in quel sentimento che, nel confronto con il pensiero della propria amata, lo facevano sentire sempre in posizione di debito, di netta e palese inferiorità.

« Mi sei mancata, amor mio. Mi sei mancata tremendamente. » le confidò, mantenendo chino il proprio sguardo, non riuscendo, ancora, a concedersi possibilità di osservarla direttamente, nel ripetersi di quanto sarebbe potuto ormai esser considerato quasi un rito « E' stato un anno intenso... è stato un anno difficile, senza di te al mio fianco, senza la tua presenza a guidarmi, a illuminare le tenebre in cui la mia immortale esistenza è precipitata da quando siamo stati costretti a separarci. »
« Comprendo... comprendo quanto, come ogni anno, sarebbe ora tuo desiderio ascoltar dalla mia voce, dalle mie labbra, la lieta novella che ti annunzi la mia liberazione, il successo riportato nell'individuare un modo per sciogliere l'osceno patto di cui, stupidamente, mi sono reso protagonista quasi sette anni fa. Una notizia che, a così breve termine dalla scadenza del contratto, ora più che mai potrebbe farti gioire, nell'amore che tu mi hai sempre voluto dimostrare... »

Un momento di silenzio vide, allora, il drow quasi piombare al suolo, apparentemente ripiegato in avanti sotto il peso dell'ingombrante falce legata alla sua schiena ma, in realtà, neppure avvertito al confronto del pondo ben maggiore rappresentato dalle proprie emozioni, dai propri sentimenti sì tragici in quel momento.

« Purtroppo, mia dolce Nora, giungo a te, in questo giorno del tuo compleanno, privo di tal dono, privo della possibilità di sciogliere le funeste conseguenze della mia idiozia. »
« Io so... so che quello che hai fatto è stato solo in nome del nostro amore. So che, sino all'ultimo, il tuo pensiero era rivolto a me... e pur, il dolore, la pena, è stata troppo grande, eccessiva per me... e, per colpa del mio stupido egoismo, mi sono così macchiato della colpa più grave, del crimine peggiore. » ammise, deglutendo a fatica, nel mentre in cui i suoi occhi non riuscirono a evitare di colmarsi di lacrime « Io... ho reso vano ogni tuo gesto. Ho reso vano il dono di vita che il tuo amore mi ha voluto riconoscere. »

Nuovo silenzio, nuovo dolore, insostenibile, insopportabile, vide il cuore dell'elfo oscuro prossimo a esplodere, incapace i gestire emozioni tanto forti.

« Non ho mai meritato il tuo amore, mia dolce Nora. Non ho mai meritato il tuo sacrificio, mia dolce Nora. » sussurrò, quasi soffocato, nell'alzare ora il proprio sguardo verso di lei, conscio di doversi esporre, di non poter fuggire davanti al suo giudizio, che pur, mai, lo avrebbe condannato come egli avrebbe altresì gradito « E pur tu mi hai concesso entrambi... osservandomi, in silenzio, subito dopo, vanificare tutto ciò che tu hai fatto per me. »

Nessuno, con tal nome egli si faceva chiamare, si alzò, allora, dal suolo, ritrovando a fatica una posizione eretta, nonotante il peso del proprio dolore, delle proprie colpe, per cercare, in simile dimostrazione di forza, in tale rinnovato impegno di fronte a lei, quanto avrebbe lottato sino all'ultimo per rimediare a quanto compiuto, al disonore verso di lei rappresentato dal proprio egoismo.

« Mi resta ancora qualche mese, amor mio. Ancora qualche mese per riuscire a trovare una soluzione, per riuscire a infrangere il patto di sangue che ha rinnegato stupidamente il tuo gesto d'amore per me. » definì, storcendo le labbra verso il basso al punto da avvertire concreto dolore fisico ai muscoli del volto, così seriamente provati « E, in questo luogo, in questo giorno, io ti rinnovo la promessa che già per sei volte ti ho proposto. Io ti giuro, dolce Nora, che riuscirò a renderti fiera di me. Che riuscirò a onorare il tuo gesto e la tua memoria, così che tu possa guardare a me con orgoglio, oltre che con l'amore che so, immancabilmente, essermi offerto per quanto non meritato. »

E, piegandosi appena in avanti, Nessuno spinse il proprio viso, le proprie labbra, a deporre un delicato, leggero bacio di sincero amore su una grande pietra, una lapide posta a memoria della sua amata, nel luogo in cui, poco più di sei anni prima, era stata da lui stesso seppellita, dopo che ella aveva sacrificato la propria vita per lui, per offrirgli un'occasione di futuro.

« Ti amo, Nora. Ti amo e ti amerò per sempre. » scandì, versando calde lacrime su quella fredda e silente pietra « Buon compleanno, amor mio. »
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Re: Nessuno (Nemos Malmacca)

Messaggiodi Tremalnaik » 13/04/2010, 8:24

Più che aver postato un personaggio mi sembra che tu abbia iniziato un romanzo :!: Mi piace questo Nessuno e, da amante di lieti fini quale sono, spero proprio che sia in vista anche per lui una dolce sorpresa. Sei un bravo scrittore Sean e la fantasia non ti fà certo difetto (faccina invidiosa di che fantasia non ha)
Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per conoscere la differenza.
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Re: Nessuno (Nemos Malmacca)

Messaggiodi SeanMacMalcom » 13/04/2010, 8:34

Tremalnaik ha scritto:Più che aver postato un personaggio mi sembra che tu abbia iniziato un romanzo :!: Mi piace questo Nessuno e, da amante di lieti fini quale sono, spero proprio che sia in vista anche per lui una dolce sorpresa. Sei un bravo scrittore Sean e la fantasia non ti fà certo difetto (faccina invidiosa di che fantasia non ha)


Eheheheheh... grazie! :oops: :oops: :-P

Sto solo cercando di offrire uno spessore maggiore a Nessuno rispetto a Cam.
In fondo Cam era nato come risposta a un'esigenza di gioco precisa (ossia introdurre degli elfi delle selve quali interlocutori per il party)... mentre Nessuno sta nascendo dotato di una propria storia, di un proprio passato (e, speriamo, di un proprio futuro, per quanto gli restino solo pochi mesi di vita!). :mrgreen:

Sono già al lavoro su una seconda retrospettiva che servirà a condurlo alla città Murata! :geek: :geek: :mrgreen:
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Retrospettiva n. 2

Messaggiodi SeanMacMalcom » 13/04/2010, 9:51

Il mercante Maccabi e i suoi due figli, il maschio Joel e la femmina Tala, erano in viaggio ormai da qualche giorno nella direzione della città Murata.

Provenendo dal sud, dalla città del Lago e prima ancora dalle terre dei nani, in un lungo tragitto che pur, ogni anno, percorreva al pari di molti altri loro pari, che del commercio avevano fatto la sola fonte di guadagno, la sola possibilità di sussistenza, ponendo in ciò in gioco la propria stessa vita, il mercante Maccabi conduceva al proprio seguito molte ottime ragioni per attrarre l'interesse di predoni e briganti, non solo in termini di oro e di denaro, ma anche nella forma di pregiate merci. Una ragione per la quale, ovviamente, riservarsi sincero timore a ogni passo, a ogni miglio conquistato nella direzione della propria meta, paura comunque necessaria da accettare per poter essere meritevoli del guadagno che lo avrebbe poi atteso.
In verità, in quell'anno, il mercante Maccabi non avrebbe potuto evitare un maggiore nervosismo in conseguenza alla presenza dei suoi due figli, unica promessa di immortalità per lui, semplice uomo. In passato, infatti, né Joel, né Tala, avevano mai accompagnato il padre in quel tragitto. Purtroppo, però, Loisa, loro madre, era venuta meno nel corso del trascorso inverno e, in questo, dove ancora troppo giovani per sperare di riservarsi un proprio posto nel mondo in completa autonomia dalla figura genitoriale, Maccabi aveva dovuto donare il proprio miglior viso in risposta al pessimo giuoco del fato, accettando con sé quell'innocente, fragile presenza. Dopotutto, in tanti anni di onorata carriera, mai vi erano stati inconvenienti su quel cammino pur noto, ormai estremamente familiare, e, in questo, avrebbe potuto confidare che tutto si sarebbe comunque concluso al meglio, in un viaggio che, anzi, sarebbe potuto esser reso ancor più gradevole da quella dolce e affettuosa compagnia.

Come è noto, tuttavia, troppo spesso gli uomini cercano di proporre il miglior futuro possibile per sé e per i propri cari, venendo puntualmente contraddetti da quanto il destino avrebbe poi deciso di disporre per tutti loro.
E così, purtroppo, fu anche in quell'occasione...

« Altolà. » intimò una prima figura armata, sorgendo davanti al passo del loro carro.
« Fermi. » incalzò una seconda figura, spuntando, altresì, alle loro spalle.
« Chi siete?! Cosa volete?! » domandò il mercante Maccabi, in questioni che, purtroppo, avrebbero dovuto esser considerate quasi retoriche nell'evidenza della natura degli intenti di quelle sopraggiunte presenze.
« Non ti agitare, vecchio. » esclamò una terza presenza, comparendo, insieme a una quarta figura, sul fianco destro del carro.
« Sempre ammesso che tu abbia a cuore la sorte dei tuoi figli. » definì una quinta presenza, comparendo, insieme a una sesta figura, sul fianco sinistro del carro.

Una settima figura estranea, in verità, avrebbe dovuto essere considerata qual presente in scena, lontana dall'attenzione, dalla possibilità di effettiva rilevazione, tanto per le tre prede, quanto per i sei predatori, un'immagine oscura, celata nell'ombra, a osservare con curiosità quanto stava per succedere, gli sviluppi che avrebbe potuto riservare quella particolare situazione: tale presenza, se solo fosse stata osservata, se solo fosse stata colta dai presenti, avrebbe probabilmente gettato su tutti, prede e predatori, vittime e carnefici, un'incredibile senso di inquietudine, un naturale timore, per la rappresentazione di alta, slanciata, figura accompagnata da una lunga e nera falce, atavico simbolo di morte.

« Vi prego. Prendete ciò che desiderate... ma non fate del male ai miei figli. » esclamò Maccabi, levando le mani in segno di resa dinnanzi all'evidenza di quell'imboscata.
« Tutto dipende da te. » riprese voce il primo brigante ad aver parlato, ora avvicinandosi ai cavalli per afferrarne le redini e prevenire eventuali gesti di ribellione.

Temendo per il fato che quel gruppo avrebbe potuto comunque riservare loro, malgrado ogni spirito di collaborazione, il mercante Maccabi decise, allora, di dimostrarsi degno della speranza di sopravvivere di fronte a simile avversità del destino, reagendo con ferma prontezza e riappropriandosi, rapido, delle redini per spronare al galoppo i cavalli, prima che essi potessero essere immobilizzati dal loro avversario.
Un gesto, quello dell'uomo, che, in una visione felice della vita, in uno sguardo ottimistico sull'intero Creato, avrebbe forse potuto riservargli l'occasione da lui ricercata ma che, al contrario, in quel momento lo vide miseramente fallire, pagando a caro prezzo il proprio desiderio di ribellione. Una morte, quella così appena occorsa, che sarebbe potuta essere facilmente evitata se solo la nera figura armata di falce, silente spettatrice di quella scena, fosse allora intervenuta, avesse preso una qualche posizione in quel confronto. Una morte che, impietosamente, avvenne invece nella sua più completa indifferenza, quasi tutto quello non lo potesse riguardare, non lo potesse interessare.

Assordanti si levarono le grida della giovane Tala nel seguire il corpo del padre ricadere morto a terra, in una giusta, necessaria, naturale disperazione per la quella perdita, ma ancor più, dove quasi non psicologicamente ancor compresa, ancor assimilata, per l'orrore di quella violenza, e della sorte a cui anche lei e suo fratello sarebbero potuti essere destinati.

« Stupido. E dire che eri anche stato avvertito... » commentò il suo assassino, ripulendo la lama della propria spada dal sangue del mercante.
« Tu... fai stare zitta tua sorella, prima che possa essere nostro interesse porla definitivamente a tacere. » ordinò un altro fra i briganti, rivolgendosi a Joel.

Tala, purtroppo, a umana reazione, non poté invece evitare di gridare con ancor maggiore enfasi, con ancor maggiore impegno, forse, istintivamente, comprendendo come, a prescindere dal proprio silenzio o no, il fato per lei e per suo fratello sarebbe inevitabilmente stato segnato.
A nulla valsero quindi i tentativi di Joel, altresì ammutolito di fronte a tanto orrore, per imporre sulla sorella il necessario silenzio. Ragione per cui, nuovamente, una spada si levò assetata di sangue, nel desiderio di tradurre in realtà la minaccia promessa. Ciò nonostante, tuttavia, in questa occasione al freddo metallo di quell'arma non fu concesso di raggiungere le forme proprie della giovane figlia del mercante Maccabi, ritrovandosi a essere, improvvisamente e incredibilmente, arrestata nel proprio pur semplice tragitto da una lunga presenza ricurva, la lama propria di una grande falce, che, nonostante precedentemente fosse rimasta inerme al primo sangue versato, questa volta decise di non assistere a ulteriore violenza, a ulteriore morte, prendendo una posizione e, in ciò, già segnando il fato di quei predoni.

« Ma cosa?! » esclamò l'uomo, sollevando lo sguardo a cercare di comprendere cosa avesse arrestato il movimento della propria spada... chi avesse bloccato la propria offensiva.

Il suo sguardo, in quel momento, si ritrovò a osservare l'alta e nera figura prima celata nelle ombre, e lì comparsa, in piedi sullo stesso carro in mezzo alla loro trappola, quasi per magia, tanto rapidi erano stati i suoi movimenti, tanto veloci erano state le sue azioni.
Fermo e fiero nella sua postura, impassibile nella sua espressione, il nuovo giunto osservò con terribili occhi rossi il proprio avversario, imponendo in quel silenzio un ordine di resa con maggiore vigore di quanto mai avrebbe potuto essere neppure se gridato con energica foga.

« Chi sei? » domandò, incerto, deglutendo dinnanzi a quello che poté riconoscere quale un drow, per quanto non avesse mai avuto occasione, nella sua intera esistenza, di ritrovarsi a confronto con una tale creatura.
« Nessuno. » rispose l'altro.

E prima che alcuno fra i sei potesse riservarsi ulteriore occasione di pensiero, di reazione in suo contrasto, la falce attraversò impietosa i loro corpo, quasi fossero steli di grano sotto l'azione del villano.
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