Re: Il rapporto autore-lettore (estratto da La bambola di vetro)

Per quotare Sean ci vorrebbero due Forum
Caspita... ora capisco come mai i tuoi libri sono così lunghi: non hai il dono della sintesi
(e questo è detto in tono bonario, prima che salti subito a conclusioni affrettate!)
Veramente ti risponde il libro stesso alla tua prima domanda. Il libro è stato stampato a mie spese. Questo cosa vuol dire? Che ragionevolmente non c'è dietro un lavoro di editing realizzato da un professionista di una grande Casa editrice, quindi che se ne intende. E questo cosa vuol dire? Se un editor avesse rivisto il testo, non l'avrebbe solo corretto, ma avrebbe appunto potuto dare un target a chi si rivolge. Ed eventualmente la dicitura fantasy filosofico
In quel caso ne sarei stata l'inventrice
Il mio libro non è per intellettuali filosofi. Almeno...
Ripeto, per non essere sprovveduta, l'ho fatto leggere da una persona molto colta e mi ha detto che le visioni oniriche gli ricordavano i fumetti di Corto Maltese, fumetti che non ho mai letto, e poi che c'erano felici richiami alla filosofia di S. Agostino. Ma non mi ha affatto detto che non si capiva e non aveva alcun interesse a non dirmelo.
Era un periodo che soffrivo molto (anche se comunque soffro sempre). Quando soffri sei portato (almeno io) a porti delle domande profonde prima di tutto sul dolore e, quindi, sull'esistenza umana. Il mio libro, la mia storia è una scusa per raccontare il dolore, la sofferenza umana di fronte all'ineluttabilità del destino. Infatti, ha un finale negativo.
Credevo che l'accentuato simbolismo presente poteva essere compreso da chi lo leggeva, ma a quanto pare mi sono davvero sbagliata. Comunque, anche leggendolo così come storiella alla fine la storia torna.
Ma... ti riporto la quarta di copertina (concedimi una battuta: spero la capirai!
), credo, almeno dal canto mio, che si intuisca che non è un libro "leggero":
In un'intervista rilasciata a La Repubblica delle Donne, lo scrittore olandese Karel Van Loon ha affermato: "Il fatto è che non sappiamo niente della persona che amiamo, ma tendiamo a ricordare le storie passate come le migliori della nostra vita".
Una buona chiave di lettura per questo romanzo fantasy.
Sembra di essere in un microcosmo delicato e sottile come una ragnatela. Dove i luoghi descritti sono ovattati in una irreale atmosfera.
Tutto ha inizio con un viaggio per cercare quel qualcosa che non si possiede. Un giovane ricerca avventure, ma diventa una pedina della scacchiera che farà muovere l'intrigato gioco della vita di un anziano scrittore.
I loro dialoghi nel presente sono una scusa per raccontare la storia del passato. E, di volta in volta, ramificazioni del passato di ciascun personaggio.
Un punto di non ritorno, verso cui tenere fisso lo sguardo per scoprire il dolore degli uomini di fronte ad eventi più grandi di loro...
Poi dimmi tu...


Veramente ti risponde il libro stesso alla tua prima domanda. Il libro è stato stampato a mie spese. Questo cosa vuol dire? Che ragionevolmente non c'è dietro un lavoro di editing realizzato da un professionista di una grande Casa editrice, quindi che se ne intende. E questo cosa vuol dire? Se un editor avesse rivisto il testo, non l'avrebbe solo corretto, ma avrebbe appunto potuto dare un target a chi si rivolge. Ed eventualmente la dicitura fantasy filosofico


Il mio libro non è per intellettuali filosofi. Almeno...

Era un periodo che soffrivo molto (anche se comunque soffro sempre). Quando soffri sei portato (almeno io) a porti delle domande profonde prima di tutto sul dolore e, quindi, sull'esistenza umana. Il mio libro, la mia storia è una scusa per raccontare il dolore, la sofferenza umana di fronte all'ineluttabilità del destino. Infatti, ha un finale negativo.
Credevo che l'accentuato simbolismo presente poteva essere compreso da chi lo leggeva, ma a quanto pare mi sono davvero sbagliata. Comunque, anche leggendolo così come storiella alla fine la storia torna.
Ma... ti riporto la quarta di copertina (concedimi una battuta: spero la capirai!



In un'intervista rilasciata a La Repubblica delle Donne, lo scrittore olandese Karel Van Loon ha affermato: "Il fatto è che non sappiamo niente della persona che amiamo, ma tendiamo a ricordare le storie passate come le migliori della nostra vita".
Una buona chiave di lettura per questo romanzo fantasy.
Sembra di essere in un microcosmo delicato e sottile come una ragnatela. Dove i luoghi descritti sono ovattati in una irreale atmosfera.
Tutto ha inizio con un viaggio per cercare quel qualcosa che non si possiede. Un giovane ricerca avventure, ma diventa una pedina della scacchiera che farà muovere l'intrigato gioco della vita di un anziano scrittore.
I loro dialoghi nel presente sono una scusa per raccontare la storia del passato. E, di volta in volta, ramificazioni del passato di ciascun personaggio.
Un punto di non ritorno, verso cui tenere fisso lo sguardo per scoprire il dolore degli uomini di fronte ad eventi più grandi di loro...
Poi dimmi tu...