Fantasy: nostrano e straniero

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Fantasy: nostrano e straniero

Messaggiodi gio » 09/06/2010, 15:04

Lancio un argomento che spesso suscita aspre polemiche (ma che sono certa noi sapremo trattare con il consueto savuar fèr :ugeek: come si scrive?)

Spesso si dice che gli italiani soffrono di esterofilia, spesso si dice che gli italiani comprano più volentieri gli autori stranieri di quelli di 'casa nostra', lodano il fantasy altrui e denigrano quello italiano... Io non ne sono molto convinta, piuttosto ho l'impressione che si privilegi la lettura degli autori (e non) famosi...

Comunque, secondo voi davvero i fantautoritaliani sono penalizzati da atteggiamenti esterofili?
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Re: Fantasy: nostrano e straniero

Messaggiodi SeanMacMalcom » 09/06/2010, 17:03

Qualche giorno fa, al telegiornale, hanno presentato un film horror di prossima uscita di un giovane regista italiano: la giornalista, intervistando il regista, gli ha domandato le ragioni della sorprendente scelta di un simile film qual alternativa ai classici del cinema italiani, citando in tal senso film introspettivi e psicologici, relativi a problemi familiari et similia.
In quel momento mi sono sentito cadere le braccia. :roll: :roll:

Anche volendo far finta che il cinema italiano non sia costellato da grandissimi maestri dell'horror che tutto il mondo ci invidia e ci imita, quello che mi lascia attonito, se non addirittura demoralizzato, è il pensiero che il cinema italiano, ormai, non sembra poter prevedere qualsiasi alternativa a un film polentone o a un cinepanettone, con tutto il rispetto per chi li apprezza.
E' vero che ultimamente il cinema italiano non sta offrendo nulla esterno a tale schiera... ma è tanto assurdo pensare che possa farlo? Perché, se davvero è tanto assurdo, naturale diventa l'assunto che chiunque prova a impegnarsi in qualcosa di diverso da questo, oltre a essere "eccentrico", rischia di essere accusato di "copiare" i registi stranieri, quasi come se un film d'azione possa essere solo USA (mica vero, poi, visto che non mancano grandi film d'azione francesi, tedeschi, giapponesi, cinesi... persino russi!!!).

Cosa c'entra con il discorso?

Beh... cambiando l'ordine degli addendi, il risultato non cambia... e se al posto di cinema e regista, mettiamo libro e autore, lo scenario, sinceramente, non mi sembra troppo diverso.
Nel campo del fantasy, per esempio, ora è esplosa la "mania" del med-fantasy (o fantasy mediterraneo): gli autori italiani stanno venendo "psicologicamente" costretti a cercare di scoprire questo med-fantasy se non desiderano essere accusati di imitare Tolkien o chi per lui autore straniero, quasi come se citare in una storia un mito greco-romano piuttosto che un mostro scandinavo, possa offrire un senso diverso alla medesima.
Ma se un autore italiano vuole scrivere di elfi, folletti e draghi, perché non dovrebbe poterlo fare? Cosa dovrebbero scrivere gli autori italiani: solo libri d'amore adolescenziale come Moccia?! (con tutto il rispetto dovuto a chi piacciono questi libri)

Poi, la cosa più divertente, è come sempre la categorizzazione: quale senso può avere dividere fantasy "straniero" dal "med-fantasy", tanto per un lettore, ma ancora più per un autore? Un autore, davvero, scrivendo la sua opera sta attento se sta scrivendo "med-fantasy" o fantasy "straniero"? Un lettore, davvero, leggendo un racconto sta attento se sta leggendo "med-fantasy" o fantasy "straniero"?!
Esempio personale. Quando ho iniziato a scrivere Midda neppure sapevo dell'esistenza del "med-fantasy": come già tutti sapete, il mio riferimento, il mio Sommo Maestro e ispiratore, è Robert E. Howard, creatore incontrastato dello sword & sorcery (altra categorizzazione... lol!). E quanto ho iniziato a scrivere, nel scegliere di volta in volta contro quali creature Midda dovesse scontrarsi, ho scelto secondo l'ispirazione del momento, attingendo talvolta a mitologie straniere... altre a mitologie greco-romane: non è stata una scelta a tavolino, non è stata una presa di posizione in favore di uno o dell'altro. Ma... a questo punto... io come mi dovrei considerare? Med-fantasy?! No di certo, dove il mio ispiratore è uno scrittore U.S.A.. Eppure, però, tiro in ballo elementi "mediterranei"... :roll: :roll: :roll:

Non so... a mio avviso c'è troppo pregiudizio non semplicemente dal punto di vista del "cosa leggere", ma, addirittura, dal punto di vista del "cosa scrivere". Non diversamente dal fatto del "che cosa girare" per il cinema...
Cioè... è possibile che il prossimo ottobre uscirà il film americano di Dylan Dog (ovviamente stravolto rispetto al nostro personaggio)? Sarebbe stato tanto impensabile ipotizzare di girare un film del genere (sostanzialmente commedia-horror?!) in Italia?!
O, ancora... è possibile che dagli U.S.A. sono arrivati a girare a Cinecittà, con attori italiani, con risorse italiane, e, addirittura, con la storia del nostro stesso Paese, la serie televisiva "Rome" ("Roma")? Sarebbe stato tanto impensabile ipotizzare di fare noi qualcosa del genere, giusto per uscire dal solito giro di "Un posto al sole", "Cesaroni" e "La squadra"?!
Insomma... il principale limite che vedo è nelle nostre (di italiani) stesse teste... ancor prima che in ogni altro frangente. :roll: :roll: :roll:

Tutto a mio umile avviso, ovviamente.
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Re: Fantasy: nostrano e straniero

Messaggiodi nihal87 » 09/06/2010, 17:55

Mmm... prediligo autori fantasy stranieri, ma non per pregiudizio, ma perchè gli italiani non è molto che si cimentano in questo tema e ancora non sono molto ferrati a parer mio.
Da tolkien se ne è venuto fuori con il suo mattoncione/capolavoro/primogenito della stirpe fantasy gli anglosassoni sono sempre stati i più grandi scrittori di fantasy.
Ma è vero noi italiani non sappiamo valutarci... e non sanno valutarci nemmeno gli stranieri!!!
provate a chiedere ad un americano se sa da dove viene Pinocchio!!!!!!

comunque io ora mi cimento in autori nostrani con soddisfazione per quanto riguarda lalcuni con poca per quanto riguarda altra gente, ma non certo perchè sono italiani!!!!
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Re: Fantasy: nostrano e straniero

Messaggiodi Elli » 09/06/2010, 18:02

Insomma... il principale limite che vedo è nelle nostre (di italiani) stesse teste... ancor prima che in ogni altro frangente.

Quoto SeanMacMalcom tutta la vita! :) Non potrei concordare di più su ogni singola parola del suo intervento.
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Re: Fantasy: nostrano e straniero

Messaggiodi Il Prenna » 09/06/2010, 18:17

Sean anche io ti quoto... in ogni caso io ammetto di leggere di più libri stranieri per il semplice fatto che sono un po' pigro e quelli stranieri sono più facilmente recuperabili... ultimamente tra il fatto che la mia biblioteca ha iniziato a dividere i libri per nazionalità dell'autore sia il fatto che con internet tutti i libri hanno più visibilità il numero di libri italiani è aumentato, anche se devo dire che comunque la bilancia rimane storta dalla parte straniera...
In te c'è più di quanto tu non sappia, figlio dell'Occidente cortese. Coraggio e saggezza, in giusta misura mischiati. Se un maggior numero di noi stimasse cibo, allegria e canzoni al di sopra dei tesori d'oro, questo sarebbe un mondo più lieto.
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Re: Fantasy: nostrano e straniero

Messaggiodi ziadada » 09/06/2010, 19:10

Va bene, allora io per vivacizzare il dibattito mi schiero con gli esterofili!

La mia impressione è che il fantasy come lo intendo io ha radici più profonde nella cultura anglosassone, mentre il fantastico italiano è più forte (spesso straordinario) su corde diverse. Penso a Buzzati, Calvino, Benni...
Poi: ci sono più libri fantasy stranieri "stagionati", e più un libro è stagionato più le recensioni disponibili sono articolate, e quindi è più facile farsi un'idea più oggettiva prima di decidere se leggere un libro o meno.

Ciò detto, la settimana scorsa ho comperato "Alice nel paese della vaporità" spinta solo dal fascino istantaneo ed irresistibile sprigionato su di me alla prima occhiata dalla combinazione titolo/copertina :lol:
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Re: Fantasy: nostrano e straniero

Messaggiodi SeanMacMalcom » 09/06/2010, 19:14

Una postilla a quanto sopra, in riferimento alla qualità stranieri/italiani citata da Nihal.

Gli autori stranieri, e in particolare anglosassoni, che giungono sino a noi, usualmente, sono una minima parte di quegli autori che in patria hanno comunque avuto enorme successo. La maggior parte degli autori stranieri, a meno di non andare a cercarli in lingua originale, restano a noi del tutto sconosciuti... e non solo nelle schiere di "minori", ma anche in quelle di nomi più che apprezzati, applauditi, e compagnia dicendo, in patria.
In tutto questo, si può facilmente comprendere, come la qualità propria degli autori stranieri che giungono sino a noi, nella stragrande maggioranza dei casi, sia indubbia... o anche ove dubbia (cfr. Paolini), sia comunque sufficiente ad appassionare il pubblico.

E' improponibile, dal mio punto di vista, pertanto, il confronto Italia vs USA/UK, non solo in conseguenza di un profilo storico differente (all'estero il fantasy ha attecchito prima che da noi... e, soprattutto, è considerato un genere anche per adulti, e non solo per bambini), quanto piuttosto per l'assoluta disparità del bacino dal quale poter "pescare" gli autori in questione.
Anche considerando tutti gli esordienti italiani, sia con grandi editori che con editori minori e self-publishing, probabilmente non riusciremo mai a poter rivaleggiare il numero di autori presente all'interno del mercato anglosassone...
Questo escludendo l'ovvio limite rappresentato dalla lingua. Quanti nel mondo leggono l'italiano? Quanti, invece, leggono l'inglese (madrelingua o no)?

Insomma... sono due realtà assolutamente incomparabili sotto ogni punto di vista. E un eventuale confronto non può che volgere necessariamente a favore degli stranieri.
Io stesso credo di avere libri stranieri in un rapporto di 7 a 1 rispetto a quelli italiani. :)
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Re: Fantasy: nostrano e straniero

Messaggiodi nihal87 » 09/06/2010, 19:27

oltre a quello sopra detto sean che ovviamente è giusto (ricordo che lui è il saggio :geek: ) aggiungo anche una cosa...
mi sono convinta che per produrre un libro ci vogliano una barca di soldi, giusto?
ecco... quindi penso che quei libri stranieri che giungono a noi, per invogliare le case editrici nostre a investire, devono aver avuto un buon successo in patria! Quindi io sono incentivata a comprare perchè so che è più probabile che sia bello perchè già apprezzato in patria.

per me si riduce molto anche a questo... comprare con la certezza della qualità! non può essere assoluta, ma la voglio più alta possibile. perchè se avessi i soldi come bill gates comprerei valanghe di libri di ogni autore possibile e immaginabile, ma non ho i suoi soldi e con i miei devo massimizzare... quindi ottenere il più possibile da quei pochi che sono. Detto ciò, investo più volentieri in un autore ben rodato che ha sorvolato oceani per arrivare.
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