"In una caverna sotto terra viveva uno hobbit. Non era una caverna brutta, sporca, umida, piena di vermi e di trasudo fetido, e neanche una caverna arida, spoglia, sabbiosa, con dentro niente per sedersi o da mangiare: era una caverna hobbit, cioè comodissima."
Così inizia lo hobbit, e queste parole sono talmente famose che nel 1980 sono entrate di diritto nel Barlett's Family Quotations... non male per una storia per bambini tra i 5 e i 9 anni, come era stata pensata in origine, ma ancora più stupendo è il fatto che da questa storia per bambini il genio di Tolkien ha fatto sorgere un racconto epico e stupendo che ancora oggi viene considerato uno dei mattoni fondamentali del fantasy, ossia il Signore degli Anelli.
Ma non andiamo fuori tema e parliamo di questo libro. Una delle prime recensioni che si possono trovare allo Hobbit (non ancora nella sua versione definitiva) è stata fatta dal figlio 10enne dell'editore di Tolkien ed è molto schietta, corta e centra il punto:
« Bilbo Baggins era un Hobbit che viveva in una caverna Hobbit e non aveva mai avventure, un giorno lo stregone Gandalf lo persuade a partire. Ha delle eccitanti avventure con orchi e mannari. Alla fine arrivano alla Montagna Solitaria; Smaug, il drago che vi abita è ucciso e dopo una terrificante battaglia ritorna a casa - ricco!!
Questo libro con l'aiuto di mappe, non richiede nessuna illustrazione è buono e può interessare bambini dai 5 ai 9 anni»
Questo è il succo della storia, ma Tolkien è in grado di dare vita a questa storia con le sue parole, dipingendo paesaggi stupendi, immaginando dialoghi spettacolari tra i personaggi e facendoci vivere spettacolari avventure.
Uno dei momenti più belli a mio parere (ma sono io che ho un debole per queste cose) è la gara di indovinelli tra Bilbo e Gollum, gara in cui la posta in gioco è altissima: Bilbo ha bisogno di una guida per scappare dagli orchetti, Gollum ha semplicemente fame e vede in Bilbo un buon pranzetto da condividere con il suo tessorro. I nove indovinelli sono qualcosa di spettacolare, e a volte gli uso anche io quando per intrattenere i ragazzi di catechismo do il via a una gara di indovinelli con premio finale. La decima proposta invece è la conclusione un po' indegna di questa gara, in cui Bilbo a corto di idee, si rifugia in corner salvandosi per pura fortuna, infatti ha in tasca il tessoro di Gollum e quest'ultimo, credendolo al sicuro sull'isolotto non ci sarebbe mai arrivato.
Giusto per la cronaca riporto uno di questi indovinelli, il migliore secondo me è un'altro, ma questo rende lo stesso:
Alive without breath.
As cold as Death.
All in mail, never clinking.
Never thirsty, always drinking.
Vive senza respirare.
Freddo come Morte pare.
Beve, ma non è assetato.
Non tintinna corazzato.
Tutto il testo è permeato da una sorta di ironia verso la serietà che di solito è collegata alle storie fantasy (e che spesso sarà collegata in futuro). Infatti Lo Hobbit non è proprio l'incarnazione del coraggio, e più di una volta prova in ogni modo a scappare, ma le circostanza giocano contro di lui. In più ci sono tante piccole frecciatine allo standard del mondo, per esempio quando Bilbo arriva a Gran Burrone che annusando l'aria pensa: "Mmmmmm! Sento odore di elfi!"...
Nel 1980 uscì la versione annottata dello Hobbit, con tante informazioni che aiutano il lettore a legare tutte le opere di Tolkien insieme. In particolare nell'appendice A di questa opera, intitolata: "La cerca di Erebor" viene raccontato un dialogo tra Gandalf e la compagnia dell'anello dopo che la guerra è finita, nel quale lo stregone racconta i fatti che hanno preceduto lo hobbit e fa entrare questa stupenda avventura in un progetto più ampio per fermare l'avanzata di Sauron nelle terre libere!!
In te c'è più di quanto tu non sappia, figlio dell'Occidente cortese. Coraggio e saggezza, in giusta misura mischiati. Se un maggior numero di noi stimasse cibo, allegria e canzoni al di sopra dei tesori d'oro, questo sarebbe un mondo più lieto.