TAVOLO ROTONDA

Viandanti, accorrete!!! A questo tavolo trovate gli scrittori della Locanda che questa sera sono a vostra disposizione per parlare con voi dei loro libri, dei loro personaggi, per raccontare qualcosa di sè e naturalmente... per rispondere ad ogni vostro dubbio o domanda.
Approfittatene!

Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi niji » 03/12/2009, 10:02

demon black ha scritto:
niji ha scritto:
gio ha scritto:a proposito della mancanza di editing nei testi a me dà fastidio. Sarò rompigliona ma lo noto e, come dice Niji, non aiutano l'astrazione... Mi si interrompe il volo se manca un apostrofo. I libri li vorrei sì di autori noti, poco noti, sconosciutissimi, però le case editrici - di qualunque dimensione siano - dovrebbero fare editing! Sarebbe un importante servizio per gli scrittori e un dovere nei riguardi del lettore che, tra l'altro, ha pagato per l'acquisto e ha diritto a qualcosa di ben rifinito (che poi l'editing non è che sia rifinitura, insomma...)


sono assolutamente d'accordo... che poi ci sono case editrici minuscole che lavorano seriamente, che sono? più fesse delle altre perché fanno un buon lavoro? penso sia giusto pretendere un lavoro ben fatto.


La paura è che diventino come tutte le altre una volta che non sono più delle case minori!!!!

mah, sto parlando solo di un minimo di decenza almeno a livello di correzione bozze... e rimanendo su case editrici piccole, i livelli sono molto diversi tra loro... nei miei primi impatti con la piccola editoria giudicavo "buono" se trovavo meno di un refuso per pagina... poi mi sono resa conto che fortunatamente c'è anche chi ci fa attenzione e di refusi, se ne trovi, ne lascia veramente pochi e fa cose fatte in maniera davvero professionale.
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Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi demon black » 03/12/2009, 10:30

niji ha scritto:mah, sto parlando solo di un minimo di decenza almeno a livello di correzione bozze... e rimanendo su case editrici piccole, i livelli sono molto diversi tra loro... nei miei primi impatti con la piccola editoria giudicavo "buono" se trovavo meno di un refuso per pagina... poi mi sono resa conto che fortunatamente c'è anche chi ci fa attenzione e di refusi, se ne trovi, ne lascia veramente pochi e fa cose fatte in maniera davvero professionale.


Su questo sono d'accordissimo con te...alle volte ho pensato che stavo diventando dislessica mentre leggevo la saga di Shadowhunters edita dalla Mondadori ma poi, per fortuna, ho scoperto che la dislessia aveva colpito tutti quelli che leggevano quella saga....allora mi sono rincuorata dicendomi che può arsi era dislessico quello che si è occupato del suo editing :lol: :lol: :lol: ...insomma, non c'è tanto da ridere perchè dopo aver speso quasi 60 euro per la triologia non mi andava proprio dover leggere e sentirmi dislessica!!!! 8-)
Nella triologia è un miracolo se non trovi più di 10 errori per PAGINA!!!!!!!! :evil: :evil: :evil: :evil:

...e sto parlando della Mondadori!!!!!!!
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Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi niji » 03/12/2009, 11:00

demon black ha scritto:Su questo sono d'accordissimo con te...alle volte ho pensato che stavo diventando dislessica mentre leggevo la saga di Shadowhunters edita dalla Mondadori ma poi, per fortuna, ho scoperto che la dislessia aveva colpito tutti quelli che leggevano quella saga....allora mi sono rincuorata dicendomi che può arsi era dislessico quello che si è occupato del suo editing :lol: :lol: :lol: ...insomma, non c'è tanto da ridere perchè dopo aver speso quasi 60 euro per la triologia non mi andava proprio dover leggere e sentirmi dislessica!!!! 8-)
Nella triologia è un miracolo se non trovi più di 10 errori per PAGINA!!!!!!!! :evil: :evil: :evil: :evil:

...e sto parlando della Mondadori!!!!!!!

ma stai scherzando? Quando li leggerò ci farò caso!!! °___°
adesso, non voglio fare quella che schifa la piccola editoria (spero che la mia libreria su anobii lo dimostri) ma per quanto un libro di grande editoria possa avere un editing mal fatto dal punto di vista della coerenza, di come scorrono le frasi, dei termini usati... tutte cose che la Angelinelli ti può listare come peccati mortali e di cui io non mi accorgo minimamente... ma, al mio livello di lettura, ho sempre trovato "parole scritte in maniera corretta". Non mi è mai capitato un libro di un grande editore in cui, con una lettura superficiale, ho trovato più di un paio di errori di digitazione. (mentre in piccola editoria mi trovo a dire "ma che bravo questo editore" se il libro non risulta fastidioso alla lettura... ed è triste, perché crea pregiudizi su tutta la piccola editoria quando ci sono alcuni editori che si smazzano tanto che compensano anche per gli altri)
Ovviamente questo non toglie che se da un piccolo editore ti aspetti tot, da un editore come Mondadori il fatto che ci siano dei refusi, anche pochi, non è giustificabile. :(
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Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi gio » 03/12/2009, 12:47

Parto da qui

Ovviamente questo non toglie che se da un piccolo editore ti aspetti tot, da un editore come Mondadori il fatto che ci siano dei refusi, anche pochi, non è giustificabile


Anche io l'ho detto e pensato spesso. Ma ora non sono più convinta che sia giusto.

In genere (mi pare) che sia comune ritenere accettabili dalle piccole case editrici una serie di refusi (spesso veri errori) che - poi si dice - non si potrebbe ad esempio accettare da Mondadori (prendo una caso, si intende grandi case editrici). Però io chiedo qual è la differenza? Nel senso ho capito che Mondadori ha tot editor e la casa editrice minuscola no, ma a me deve interessare? Cioè, potrei concepire la differenza se il libro di Mondadori mi costasse 20 euro (e lo voglio, lo pretendo, 'pulito' e corretto) e il libro della piccola editoria mi costasse 5 euro, per cui so che il prezzo vantaggioso mi costerà un po' di pazienza.
Ma al momento attuale la situazione è che: i libri delle case minuscole costano come gli altri (o poco meno o forse di più? con il fatto che hanno meno pagine?) ma non spesso prodotti scadenti (parlo di forma, non di contenuti)

Perchè si tende a ritenerlo accettabile?
Che differenza c'è tra case editrici e altre aziende? Se pago un prezzo pieno mi aspetto un servizio pieno non è che mi interessa se nell'officina che mi aggiusta l'auto ci sono dieci meccanici o uno solo part time...

em si capisce? :roll:
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Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi niji » 03/12/2009, 13:12

gio ha scritto:Parto da qui

Ovviamente questo non toglie che se da un piccolo editore ti aspetti tot, da un editore come Mondadori il fatto che ci siano dei refusi, anche pochi, non è giustificabile


Anche io l'ho detto e pensato spesso. Ma ora non sono più convinta che sia giusto.

In genere (mi pare) che sia comune ritenere accettabili dalle piccole case editrici una serie di refusi (spesso veri errori) che - poi si dice - non si potrebbe ad esempio accettare da Mondadori (prendo una caso, si intende grandi case editrici). Però io chiedo qual è la differenza? Nel senso ho capito che Mondadori ha tot editor e la casa editrice minuscola no, ma a me deve interessare? Cioè, potrei concepire la differenza se il libro di Mondadori mi costasse 20 euro (e lo voglio, lo pretendo, 'pulito' e corretto) e il libro della piccola editoria mi costasse 5 euro, per cui so che il prezzo vantaggioso mi costerà un po' di pazienza.
Ma al momento attuale la situazione è che: i libri delle case minuscole costano come gli altri (o poco meno o forse di più? con il fatto che hanno meno pagine?) ma non spesso prodotti scadenti (parlo di forma, non di contenuti)

Perchè si tende a ritenerlo accettabile?
Che differenza c'è tra case editrici e altre aziende? Se pago un prezzo pieno mi aspetto un servizio pieno non è che mi interessa se nell'officina che mi aggiusta l'auto ci sono dieci meccanici o uno solo part time...

em si capisce? :roll:

si capisce si capisce... è un discorso condivisibile su cui io stessa sono combattuta.
Voglio dire, certo: io compro una cosa, spesso con più sbattimento e con un prezzo più caro per meno pagine di una che potrei comprare in libreria, ed è piena di refusi? no, non lo ritengo accettabile... anche perché se il mio prodotto è "di nicchia", quella nicchia me la devo tenere, la devo convincere di aver fatto un buon acquisto, non renderle più difficile anche la lettura.
Però, a livello di "qualche errore"... di quelli che ci possono scappare anche se ci sei stato attento... beh, in un piccolo editore "lo posso comprendere", un grande editore può investire in molto più personale e molto più tempo e se non fa un lavoro ben fatto sotto ogni punto di vista, come lettore mi sento vittima di un lavoro volutamente inaccurato.
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Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi FraAngel82 » 03/12/2009, 18:02

Come sapete, purtroppo ieri sera ero assente causa chiavetta per connessione esaurita. Cercherò di rimediare rispondendo a qualche domanda adesso:
Quando scrivete i vostri racconti fantasy, quante volte vi capita che a condurre la storia siano gli stessi personaggi? Quante volte, ognuno di loro, col proprio carattere e temperamento, fa deviare la vostra idea di partenza
Mmmmhhh, per quel che mi riguarda quasi mai, ma perché io faccio tanti schemi all’inzio e anche schede per i personaggi, per cui so già anche in che modo il carattere o la singola storia personale potranno influire sulla trama generale.

...dove scrivete di solito?!
Nella mia stanza, sul lettonzolo, che ho posizionato come un divano. Perché ho tutti i miei libri e perché posso starmene tranquilla e comoda.
E ringhio a chi cerca di entrare in stanza.

durante la stesura del libro, fate leggere a qualcuno i vostri progressi? Amate ricevere consigli o preferite che la storia venga letta solo quando l'avete terminata?
Una volta sì, quando ero giovane e insicura facevo leggere man mano che procedevo a delle amiche. Adesso no, non ne avrei nemmeno il tempo. Legge mia sorella, per aiutarmi nella correzione e basta.

DOMANDA: la domanda più bella e la domanda più scema che vi siano mai state rivolte da un vostro lettore-fans.
La domanda più bella… mah, non esiste, quando ci si confronta e si vede che il lettore ha gradito è sempre bello.
La più scema? In che senso? Quella che potevano evitare di farmi è stata una sulla morale nei miei romanzi °_° Se invece intendi la più simpatica, quella della Fra quando mi ha chiesto che coloro associo ai miei romanzi.

Le copertine da chi ve le fate fare? e secondo quale criterio?
Da quelle di Chariza mi dissocio, io non c’entro.
Quelle di Valaeria e di Werewolf sono di Francesca Resta, anche se non fatte apposta per i miei romanzi, ma ugualmente azzeccate per le storie narrate nei romanzi.
Mentre quella di Kum è opera di Sara Forlenza, illustratrice dell’editore Casini.
In genere le sceglie l’editore, quindi. Anche se in realtà io ho sempre una mezza idea di copertina.
E finalmente per la copertina dei Racconti io e la Fra riusciremo a mettere insieme qualcosa apposta. Banzai!

LA CRITICA PEGGIORE che vi sia stata rivolta a proposito delle vostre opere o del vostro stile narrativo?
Beh, a me han detto che non sapevo scrivere, che avevo problemi con la grammatica e la sintassi.
Eh, i miei editori… tutti pazzi sconsiderati!

King può dire quelle belle cose sognanti perché ha un metodo acquisito e forte con il quale ha conquistato il mondo. Sicuramente ha lavorato duro per apprendere la tecnica.
Nessuno di noi però è King. Per cui io mi tengo i manuali a portata di mano, studio, mi rimbocco le maniche e mi do da fare…

Avete mai partecipato a concorsi letterari?
Da quando ho deciso che doveva diventare una cosa seria!
E l’altro giorno ne ho anche vinto uno!!!!

che cosa provate quando scrivete?
Io mi diverto un sacco!!! Anche quando soffro coi miei personaggi, poi mi piace vederli rialzarsi. È meglio della realtà virtuale, meglio di un video game iper-realistico… insomma, è bello! Vivi un’avventura che tu stesso hai creato e speri di farlo bene, così che altri possano divertirsi e condividere la tua comunicazione.

Scusate l'ignoranza, ma sento spesso parlare di concorsi letterari e non mi è chiara una cosa: ma i premiati cosa vincono? Contratti con case edtrici???
Dipende. A volte sì, la pubblicazione. Altre, rare, soldi. A volte solo la gloria, ma è gloria che fa curriculum.

Quanto di voi c'è nei vostri personaggi?
Garzie al cielo poco, perché se sarebbero terribilmente noiosi! Io dico sempre che i personaggi sono come figli, per cui è normale che abbiano qualcosa dell’autore che li ha creati, però poi devono essere verosimili, più perone possibile, per cui devono avere una loro identità, una loro vita, un loro passato e futuro. Per cui alla fine sono esseri indipendenti da me, di cui racconto solo parte della vita.

cosa fate se vi prende il famoso "blocco dello scrittore"? avete dei metodi per farvi tornare l'ispirazione o aspettate il ritorno della musa?
Considerando che sono contraria al concetto di “ispirazione” come musa che scende dal cielo, l’unico rimedio serio che ho trovato è: tanto caffè e affrontare la pagina bianca a muso duro finchè le parole non vengono come voglio io.

Domanda (scema andante al crudele): TRADIRESTE? Tradireste la libertà dei personaggi, la spontaneità della scrittura, la VOSTRA trama per una pubblicazione con una casa editrice con la C maiuscola? Per uscire con 8000 copie in libreria, vi adattareste alla logica commerciale che oggi impera anche nel mondo editoriale?
No, e lo dico con sicerità. A me della Mondadori, per dirne una, non me ne può fregare di meno. Quello che cercavo era un editore serio che credesse nel progetto, che mi aiutasse con la sua competenza e che mi desse sicurezza del lavoro che volevo portare avanti. Ho faticato tanto per arrivare a trovare l’editore giusto e ho fatto anche tanta gavetta, ma credo proprio che ormai ci siamo. Tutto il resto… è un di più. Io non scrivo per diventare famosa, scrivo per raccontare belle storie. La serenità è la cosa più preziosa che un editore può dare al suo autore. Crederci e crescere insieme. Anche se invece che 8000 copie se ne vendono di meno.

Domanda per tutti gli scrittori: secondo i pareri raccolti finora cosa ha spinto i vostri lettori all'acquisto del vostro libro?
Le minacce di Paola… ehm no… boh… non lo so. I miei libri sono arrivati, fino adesso, nelle mani dei lettori quasi sempre per caso o per sentito dire. Per cui non so… forse la curiosità, nel caso di Chariza.

DOMANDA: le critiche. Un po' avete già risposto, ma vi chiedo ancora perchè l'argomento mi interessa: nell'era di internet succede qualcosa di decisamente nuovo e inconsueto perchè gli scrittori si trovano lì belli e pronti centinaia di pareri positivi e negativi... A voi le critiche non fanno male? Sinceramente eh, se vi capitasse di leggere una stroncatura delle vostre opere su anobii ad esempio... Non trovate che a volte alcune recensioni siano quasi 'violente'? Leggo a volte delle stroncature (non sui presenti) che mi lasciano perplessa...
Guarda, il primissimo commento apparso in rete su Chariza fu di Gamberetta… e ho detto tutto. Superato quello, tutto il resto è acqua fresca. Per lo meno nei toni.
Poi, se le critiche sono costruttive ben vengano. Se sono negative per via di gusti personali… non ci si può fare molto. Anche a me non piace tutto quello che leggo, per fortuna.
Io credo che ci si dovrebbe dare una calmata nei modi. L’Inquisizione per fortuna è stata abolita e ricordarsi che quelli che si esprimono sono sempre e comunque pareri personali non sarebbe male.
Detto questo, io stessa quando critico ci resto sempre male. Lo dico spesso: la lettura è comunicazione e se la comunicazione non funziona non è tutta colpa né dell’autore né del lettore, è un bel 50 e 50 che può essere dovuto a tante cose. Spesso solo a gusti diversi. Ma niente di male, no?
Perciò, lo dico per Luca, chissene… tira dritto e fregatene! Mi pare d’avertelo già detto. Tu fai il tuo, al meglio, non potrai mai piacere a tutti. Ma non è mica un difetto! Se tutto piacesse a tutti saremmo amebe. Grazie al cielo abbiamo un cervello! Per cui… non ti curar di loro (di chi ti insulta).

Che cosa vi è mancato di più dopo la pubblicazione? Cioè...dopo che i vostri protagonisti non erano più solo vostri, come vi siete sentiti?
Normali. Era passato tanto tempo tra la stesura e la pubblicazione… i personaggi avevano già preso la loro strada.
Per Werewolf è stato diverso, ancora adesso cerco di capire anche io esattamente dove sono andata a parare e in questo i lettori aiutano tanto. Più che altro a volte mi accorgo che non so cosa dire, perché quello che volevo comunicare l’ho scritto e i miei personaggi sono lì a testimoniarlo. Per parlare dei miei libri ho bisogno di distacco.

Dicono che in Italia ci sono più scrittori che lettori... Secondo voi c'è ancora spazio? Per tutti i neoscrittori fantasy esordienti ed emergenti e già noti?
No, secondo me il mercato è saturo e la bolla esploderà. Specie se si continua a importare così tanto. Il problema non è quanti lettori o quanti autori, il problema è economico… gli editori hanno budget limitati e le librerie non possono tenere tutto. Se parte di quello che oggi è occupato dagli stranieri fosse destinato ai nostri esordienti ci sarebbe più respiro, più opportunità e più serietà da parte di tutti. Purtroppo invece la corda è tesa.

Ok, penso di aver risposto a tutti…
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Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi demon black » 06/12/2009, 1:34

wow, Francy!!! :shock:

Hai risposto a tutto!!!!!!
Bravissima!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


Ritornando all'editing....
Io sono una lettrice sia delle case piccole e sia dlle case grandi e PRETENDO la stessa accuratezza di editing da entrambi perchè i soldi miei che entrano nelle 2 case sono di uguale valore...cioè: non pago per un editing scadente con soldi scadenti o viceversa, quindi mi aspetto che entrambe le case facciano un lavoro migliore!!!!
Per quanto riguarda il caso sopracitato di Shadowhunters, oltre alle traduzioni incasinate fatte su quella triologia (ripeto il terzo c'è l'ho ma lo devo ancora leggere quindi mi esprimo solo per i volumi 1 e 2 ), l'editing è da dislessici!!!!
In specialmodo nel primo volume!!!!
Non accetto una cosa del genere da una casa della Mondadori come non l'accetto da una casa più piccola perchè i soldi che entrano a loro sono buoni e perciò, ripeto, io pretendo un buon lavoro!!!
Ma i computer non hanno anche la correzione automatica?! Solo il mio pc mi segna in rosso quello scrittto male?!
Premesso che sono ignorante in materia e non so come venga eseguito l'editing, non si potrebbe aggiungere una correzione automatica per aiutare l'editing nel suo lavoro?!
Capisco che siamo tutti degli esseri umani e che i svarioni come escono a me, escono anche agli altri (in fondo nessuno è divino e non sbaglia mai), ma allora non si potrebbe avere una maggiore attenzione nei programmi dei pc x aiutarli?!
Ma una volta che hanno finito di ripassarlo, o scriverlo (ora non so che procedura viene usata) al pc, non potrebbero avere l'accortezza di rileggere ciò che scrivono?!
Perchè, vi prego!!!!, non ditemi che quello che ha tradotto Shadowhunters ha riletto ciò che ha scritto perchè altrimenti che diamine è andato a fare a scuola?!
La corretta posizione e uso dei verbi si impara alle elementari!!!!!
...ora, anche se sembra, il mio non è un attacco solo a Shadowhunters, l'ho solo preso come esempio ;) , e mi spiace se sono sembrata solo polemica.... :?
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Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi FraAngel82 » 06/12/2009, 13:00

La correzione automatica non si sua 1 perchè si usano programmi diversi da word 2 perchè word a volte fa più danni che altro, specie sulle parole straniere. Ovviamente il lavoro dovrebbe, quindi, prevedere numerose riletture del testo.
Fa piacere però che hai notato che anche i grandi sbagliano... le case editrici piccole magari fanno male l'editing, perchè gli mancano i soldi e quindi di solito lo fa l'autore stesso (cosa che NON dovrebbe accadere) oppure viene fatto in modo un pò casalingo, ma in effetti quando le schifezze si trovano in romanzi da 18 euro di un gruppo megamiliardario... girano di brutto.
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Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi LucaCP » 06/12/2009, 22:49

Scusate se mi intrometto, ma vorrei dire una cosetta. Secondo me il problema è più complicato di quanto si pensi. E' vero, leggere un romanzo Mondadori pieno di errori fa uno strano effetto, ma non dovrebbe sorprendere. Essere un grande editore non significa solo avere tanti soldi, ma anche avere migliaia di testi da rivedere e non solo un paio come i piccoli editori. Tra l'altro leggo molti romanzi della piccola e media editoria e raramente ho trovato refusi grossolani. Perché? Perché c'è passione, voglia di migliorare e di non puntare al guadagno facile. La Mondadori invece, sempre per mantenere l'esempio, possiede sì uno staff centinaia di volte superiore, ma al contempo centinaia di volte più impegnato in centinaia di testi diversi.
E proprio perché non si usa il correttore automatico di word, l'errore è umano. E' possibile che a tre diversi lettori di bozze sfugga lo stesso identico refuso. Su questo poi sono stati fatti degli studi: alcune lettere, se invertite in un certo modo, non vengono registrate dal cervello, che legge la parola correttamente. Semmai io pretendo correttezza dal piccolo editore che chiede ugualmente un prezzo alto e con la metà della metà dello staff, ma ha la metà della metà della metà della metà dei testi da controllare!
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Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi demon black » 07/12/2009, 0:05

...non sono poi tano d'accordo Luca.
Essere una casa editrice grande con migliaia di testi da correggere, non ti scusa!!!
Appunto perchè sei grande hai anche maggiori editing rispetto ad una media o piccola casa!!!!
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Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi LucaCP » 07/12/2009, 0:24

Sì ma il numero degli impiegati cresce in proporzione ai testi da correggere. Presso un grande editore lavorano in media due persone a testo; anche meno, se si considera che spesso l'editor si occupa di più testi allo stesso tempo. In una piccola casa editrice, che seleziona ancora di più le pubblicazioni, gli impiegati sono di meno, ma anche i testi. Non ha un catalogo con migliaia di romanzi, ma solo poche decine. Per questo la qualità dovrebbe essere superiore; la carenza di "denaro e mezzi" la giustifico solo nel rapporto qualità carta/impaginazione, che può richiede un costo eccessivo...
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Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi SeanMacMalcom » 07/12/2009, 1:22

I miei due centesimi sull'argomento.

Nella premessa che non mi interessa essere considerato o non considerato autore, scrittore o chissà cosa, dove come credo di aver adeguatamente espresso, scrivo innanzitutto per me stesso e non per dimostrare qualcosa a qualcuno, dal momento in cui mi sono rivolto a Lulu.com, ho iniziato a essere discriminato in maniera decisa in tantissimi contesti "del settore".
Il trattamento riservatomi qui, così come in pochi altri forum/community, ha da considerarsi qual eccezione, non regola.

In pratica, fino a quando mi limitavo a scrivere le Cronache soltanto online, ero considerato senza infamia e senza lode, uno fra i tanti che si dilettano a scrivere online.
Quando ho voluto prendere lo stesso materiale già presente online, rivederlo, correggerlo (e quindi sottoporlo a editing, nel limite delle mie capacita), formattandolo al meglio, cercando di renderlo il più professionale possibile nel rispetto dovuto a coloro che mai avrebbero deciso di comprarlo (come giustamente sottolineato in questo stesso thread da qualcuno), addirittura adoperandomi per arricchirlo il più possibile con l'aggiunta delle tavole illustrate e tutto il resto, la reazione che ho incontrato dai più è stata di violenta discriminazione ("L'autopubblicazione è fondamentalmente una minchiata dove chiunque potrà bullarsi di aver scritto e pubblicato un libro che nessuno leggerà.", "Io per un libro autoprodotto non ci spenderei un euro, se me lo vogliono far leggere gratis bene, altrimenti non è che sto a pagare per fare il correttore di bozze.", tanto per citare letteralmente un paio di pensieri, fra tanti, che mi sono stati gentilmente offerto poco tempo fa a tal riguardo).
E questa reazione, a ragione o a torto, deriva dal pensiero estremamente comune (non solo in Italia, ma nel mondo intero) che il self publishing, nell'assenza di un editore, sia privo sia di un controllo sui contenuti che di uno sulla forma, tale da permettere anche a "merda" di essere pubblicata.

Io non so se quello che scrivo potrebbe essere realmente meritevole di attenzione o di pubblicazione. Non so se sia "merda" o se sia paragonabile a una normale narrativa di intrattenimento, senza pretese di sorta. Non sta a me giudicarlo, e, sincermente, allo stato attuale delle cose non mi interessa nemmeno particolarmente.

Ciò che mi fa, però, rabbia, è sentir parlare di libri pubblicati da case editrici, grandi o piccole che siano, che sono considerati degni di attenzione in quanto pubblicati da una casa editrice ma che, in ciò, si dimostrano evidentemente privi di un più o meno completo editing. Ossia privi di quel controllo "di qualità" del quale io vengo accusato di essere.
Mi fa rabbia e mi verrebbe da credere, forse peccando di arroganza, che se i miei libri venissero presi così come sono ora su Lulu.com e venissero stampati da una casa editrice, piccola, media o grande che essa sia, molta gente che ora non mi considera neanche degno di avere le dita per battere i tasti sulla tastiera, magari, cambierebbe di netto idea, nel decadimento di ogni pregiudizio negativo prima esistente e, peggio ancora, spronati da un pregiudizio positivo che associa alla casa editrice un'aura di illuminismo che, forse, non le dovrebbe essere tale.

Quindi, in virtù della mia personale esperienza, ribadendo il concetto già espresso durante la serata della tavola rotonda nel merito dell'editing innanzitutto necessario da parte dell'autore, quale forma di rispetto (1) verso se stesso, (2) verso la propria opera, (3) verso i propri ipotetici lettori, sottolineo come, a mio modesto parere, se un libro è pubblicato dall'editoria tradizionale, grande o piccola che sia, quel libro DEVE assolutamente tendere all'impeccabilità, sia nella forma sia nei contenuti, ove, in caso contrario, tutti gli insulti con i quali, ogni giorno, mi ritrovo a fare i conti, non da parte di chi ha letto i miei scritti, ma da parte di chi mi pregiudica in quanto non "scelto" da un editore, non hanno ragione d'essere.

P.S. sia chiaro che io non rifiuto l'idea che qualcuno mi dica "scrivi di merda".
Ma che questa frase sia conseguenza di una lettura della mia opera (nella forma grezza presente online o nella forma riveduta e corretta del cartaceo)... e non quale semplice pregiudizio perché, sotto la mia copertina, non appare il nome di un editore.
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Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi LucaCP » 07/12/2009, 1:41

SeanMacMalcom ha scritto:I miei due centesimi sull'argomento.

Nella premessa che non mi interessa essere considerato o non considerato autore, scrittore o chissà cosa, dove come credo di aver adeguatamente espresso, scrivo innanzitutto per me stesso e non per dimostrare qualcosa a qualcuno, dal momento in cui mi sono rivolto a Lulu.com, ho iniziato a essere discriminato in maniera decisa in tantissimi contesti "del settore".
Il trattamento riservatomi qui, così come in pochi altri forum/community, ha da considerarsi qual eccezione, non regola.

In pratica, fino a quando mi limitavo a scrivere le Cronache soltanto online, ero considerato senza infamia e senza lode, uno fra i tanti che si dilettano a scrivere online.
Quando ho voluto prendere lo stesso materiale già presente online, rivederlo, correggerlo (e quindi sottoporlo a editing, nel limite delle mie capacita), formattandolo al meglio, cercando di renderlo il più professionale possibile nel rispetto dovuto a coloro che mai avrebbero deciso di comprarlo (come giustamente sottolineato in questo stesso thread da qualcuno), addirittura adoperandomi per arricchirlo il più possibile con l'aggiunta delle tavole illustrate e tutto il resto, la reazione che ho incontrato dai più è stata di violenta discriminazione ("L'autopubblicazione è fondamentalmente una minchiata dove chiunque potrà bullarsi di aver scritto e pubblicato un libro che nessuno leggerà.", "Io per un libro autoprodotto non ci spenderei un euro, se me lo vogliono far leggere gratis bene, altrimenti non è che sto a pagare per fare il correttore di bozze.", tanto per citare letteralmente un paio di pensieri, fra tanti, che mi sono stati gentilmente offerto poco tempo fa a tal riguardo).
E questa reazione, a ragione o a torto, deriva dal pensiero estremamente comune (non solo in Italia, ma nel mondo intero) che il self publishing, nell'assenza di un editore, sia privo sia di un controllo sui contenuti che di uno sulla forma, tale da permettere anche a "merda" di essere pubblicata.

Io non so se quello che scrivo potrebbe essere realmente meritevole di attenzione o di pubblicazione. Non so se sia "merda" o se sia paragonabile a una normale narrativa di intrattenimento, senza pretese di sorta. Non sta a me giudicarlo, e, sincermente, allo stato attuale delle cose non mi interessa nemmeno particolarmente.

Ciò che mi fa, però, rabbia, è sentir parlare di libri pubblicati da case editrici, grandi o piccole che siano, che sono considerati degni di attenzione in quanto pubblicati da una casa editrice ma che, in ciò, si dimostrano evidentemente privi di un più o meno completo editing. Ossia privi di quel controllo "di qualità" del quale io vengo accusato di essere.
Mi fa rabbia e mi verrebbe da credere, forse peccando di arroganza, che se i miei libri venissero presi così come sono ora su Lulu.com e venissero stampati da una casa editrice, piccola, media o grande che essa sia, molta gente che ora non mi considera neanche degno di avere le dita per battere i tasti sulla tastiera, magari, cambierebbe di netto idea, nel decadimento di ogni pregiudizio negativo prima esistente e, peggio ancora, spronati da un pregiudizio positivo che associa alla casa editrice un'aura di illuminismo che, forse, non le dovrebbe essere tale.

Quindi, in virtù della mia personale esperienza, ribadendo il concetto già espresso durante la serata della tavola rotonda nel merito dell'editing innanzitutto necessario da parte dell'autore, quale forma di rispetto (1) verso se stesso, (2) verso la propria opera, (3) verso i propri ipotetici lettori, sottolineo come, a mio modesto parere, se un libro è pubblicato dall'editoria tradizionale, grande o piccola che sia, quel libro DEVE assolutamente tendere all'impeccabilità, sia nella forma sia nei contenuti, ove, in caso contrario, tutti gli insulti con i quali, ogni giorno, mi ritrovo a fare i conti, non da parte di chi ha letto i miei scritti, ma da parte di chi mi pregiudica in quanto non "scelto" da un editore, non hanno ragione d'essere.

P.S. sia chiaro che io non rifiuto l'idea che qualcuno mi dica "scrivi di merda".
Ma che questa frase sia conseguenza di una lettura della mia opera (nella forma grezza presente online o nella forma riveduta e corretta del cartaceo)... e non quale semplice pregiudizio perché, sotto la mia copertina, non appare il nome di un editore.


Guarda, sono d'accordo, ma solamente in parte. Sono d'accordo quando parli dei pregiudizi ad esempio, ma non sul resto. Mi spiego meglio. Secondo me ogni casa editrice seria (grande, piccola o media che sia) ha un limite e un pregio: il limite è quello di dover scegliere il 70% dei manoscritti in base alla moda, il 20% in base al valore e il 10% in base ad altre motivazioni personali; il pregio invece è quello di poter lavorare, sul 100% dei manoscritti, con esperti nel settore. L'editing non è semplice correzione del testo, controllo dei refusi e via dicendo. Quello è il lavoro dei correttori di bozze. Un editor ha il compito di "aggiustare" ciò che non va, di cercare una nuova chiave di lettura se il lavoro ha potenziale, di tagliare tutto e dare imput allo scrittore. Io queste cose le ho imparate per esperienza personale, ma può anche essere che altrove capiti in modo diverso! ^^ Nel mio piccolo ho avuto accanto persone che mi hanno dato molto, persone che non hanno riscritto nulla, ma che hanno preteso che aggiustassi il mio lavoro in base alle loro indicazioni. Ho avuto la fortuna di far parte di quel 20% di cui sopra, di avere un manoscritto con tante potenzialità ma con altrettanti limiti. E per due anni ho lavorato con l'editore, per rifinire un qualcosa di grezzo che, ad oggi, non è neppure perfetto!

E' questo il limite di Lulu secondo me. Uno scrittore non sarà mai buon giudice dei propri lavori. Non avrà mai il distacco necessario per dire "questo va bene e questo invece no". Io poi non parlo del semplice "aggiungi questo elemento che va di moda!" ma del lavoro vero; quello di persone capaci che fanno di tutto per dare risalto a un romanzo.

PS: Ovviamente non è solo un limite di Lulu, ma anche di quelle piccole case editrici che non spendono un euro in editing, lasciando onore/onere all'autore.
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