DAEVIRANSbatto le palpebre. Questa non è una fattoria. Non ho mai visto scaffali pieni di libri in una fattoria...
Sono a Farud
Ma come ho fatto ad entrarci?
"Bentornato, Principe Daeviasin!"
Mi giro, per nulla sorpreso, e per nulla sorpreso di non essere sorpreso.
"Principe?" dico di getto. "Io non sono un principe e il mio nome non è più-"
La Bibliotecaria capo mi guarda con un sorriso complice.
"Oh... già... avevo dimenticato. Ma... perché io?"
Perché? Perché sono stato richiamato ora? E perché proprio io ho incontrato la nuova erede di Fedra, grande maga? Che cosa potrei darle io di più, che qualunque altro degli antichi spiriti di Alba Verde non potrebbe?
Già, perché Alba Verde non esiste più. Sono ere che non esiste più, e io non sono che un eco del suo splendore, e neanche fra i migliori.
"Il motivo della scelta, come sai, non può esserti noto" dice la Bibliotecaria, che conosce i miei pensieri.
Io la guardo, stranamente (anche se ovviamente non c'è nulla di strano) non provo più dolore.
"Al..."
"Lei non è qui! Non è stata richiamata. Nessun'altro è stato richiamato, questa volta. Sei solo."
"Capisco."
Peccato. è sempre bello rivedere Alaviarin, la mia principessa, la donna che è stata l'amore e la disfatta della mia vita mortale.
"Che cosa devo fare?" chiedo, incrociando le braccia dietro la schiena.
"Rimani vicino all'erede" mi ordina la Bibliotecaria. "Avrà bisogno di te, nei tempi che verranno. Di più non so dire."
Alzo un sopracciglio. "Voi non amate i dettagli, non è vero?"
Lei mi guarda piatta.
"Quel peperino mi creerà un mucchio di grattacapi."
"Te la caverai" si limita a rispondere, forse è ancora offesa per la battuta di prima.
"D'accordo" dico mettendomi le mani sui fianchi. "Farò ciò che posso."
Lei sorride di nuovo. "Quello. E molto di più."