demon black ha scritto:Wow!!!...sono senza parole Mac!!!
Ma davvero ti hanno insultato in quella maniera?!
Le due citazioni che ho riportato sopra, in verità, non erano rivolte direttamente al mio lavoro ma al metodo che ho scelto per presentarlo (quindi, indirettamente, anche al mio lavoro e a me... ma quelle due in particolare non esplicitamente a me). Ti posso dire che, comunque, frasi come quelle, pur "violente", sono quasi accettabili nel confronto con altri comportamenti formalmente più "asettici" ma, sostanzialmente, decisamente peggiori... comportamenti che, in talune occasioni, sono state rivolte in maniera anche molto diretta al sottoscritto, sempre per partito preso.
Il problema principale, e non solo italiano, è che l'autopubblicazione è vista non come una via alternativa all'editoria tradizionale, ma come il refugium peccatorum di tutti i falliti dell'editoria tradizionale. Per la serie "Ho tentato con Tizio, ho tentato con Caio... nessuno mi vuole ma io - ah ah - mi pubblico da solo.". Discorso che, in certi casi, può anche essere vero, ma che, come ogni generalizzazione, si propone estremamente sbagliata e discriminatoria alla radice (cfr. "gli italiani sono mafiosi"). In USA, molti autori di Lulu.com, stanno "lottando" per farsi riconoscere come "editoria indipendente" piuttosto che "autopubblicazione", dove il termine "indipendente", comunque, pur avendo lo stesso significato finale offre un suono diverso, un'accezione più sofisticata (basti pensare al "cinema indipendente").
Per il resto, è valida la nota di Luca: il limite di Lulu.com è dato dalla "solitudine" dell'autore, il quale da solo deve scrivere, deve correggere, deve impaginare, deve farsi pubblicità, e quasi andare a bussare di porta in porta a chiedere "lei vuole comprare il mio libro?". Una solitudine che potrebbe essere vista anche come sfida (da parte dell'autore) o come ragione di nobilitazione (da parte del pubblico), ma che spesso si traduce in frustrazione per l'autore (io che pur tanto difendo Lulu.com un sacco di volte gliene griderei, e gliene grido - tipo su Twitter o sul forum ufficiale - volentieri dietro, per l'indolenza nell'offrire le cose più stupide, quali i buoni sconto in Euro e non solo in Dollari) e sfiducia nel pubblico.
demon black ha scritto:Luca, capisco quello che tu vuoi dire, ma non mi sembra giusto e corretto nei confronti dei lettori! Se non sei capace di darmi un libro senza degli errori così madornali tanto da farmi pensare di essere diventata dislessica, chiudi baracca e burattini e te ne vai via dal mercato per lasciare il posto a qualcuno più serio di te!!!
Se non sei in grado di darmi il servizio per il quale ti pago, fattene via e fai largo a qualche d'un altro più serio e capace di te. Io ti pago per un servizio e tu mi devi dare e garantire quel servizio!!!
Non c'entra niente il discorso che tu sei grosso e devi corregere più libri, lui è piccolo e deve corregere meno libri....sono scuse inaccettabili!!!!
Quoto totalmente. Tanto come lettore quanto come pseudo-autore.
Se compro un cellulare dalla Vodafone e questo cellulare non funziona o non prende mai la linea, io ho il diritto di andare a lamentarmi dalla Vodafone se non, addirittura, chiedere il rimborso per il prodotto scadente.
Perché ciò non vale per le case editrici?
E non solo come libri... anche come fumetti.
Quando la Planeta DeAgostini ha acquistato i diritti di pubblicazione DC Comics in Italia, è uscita in un mese scarso con dozzine di serie... serie che sono state tradotte malamente da personale spagnolo (neppure italiano), che hanno colmato i volumi di errori al punto tale da renderli illeggibili. E non solo i fumetti da edicola, ma anche i cartonati deluxe da libreria da 30-40 euro! Provare per credere. Cercate in qualsiasi libreria il volume Planeta de "Il ritorno del cavaliere oscuro": aprite la prima pagina e guardate il titolo come è scritto dentro. Troverete "Il ritorno del cavalierO oscuro". Primo orrore di una lunga serie su un volume costosissimo.
Un'azione moralmente discutibile, dove lo scopo della Planeta, in quel caso, non era stato quello di vendere un prodotto serio... quanto semplicemente invadere il mercato con dozzine di testate per cercare di imporsi come nuovo colosso in Italia! Alla faccia del rispetto verso i lettori...
P.S. Poi, sia chiaro, per quanto mi schieri in contrasto al cattivo editing, non posso di certo mettere le mani sul fuoco che il mio stesso libro non contenga problemi... quindi non prendete il mio comportamento come ipocrita nel un tentativo di promozione personale.
Ciò che posso dire è che ogni mio volume cartaceo è stato corretto tre volte da solo e una in compagnia (quattro occhi sono meglio di due)... ma io non sono un professionista e, come anche CMT fa notare nel
suo commento su Anobii (che apprezzo tantissimo anche nelle critiche in quanto è comunque frutto di lettura e non di pregiudizio), il volume poteva comunque essere migliore...
Moralmente posso dire di aver comunque cercato di dare il massimo, anche perché, appunto, l'ho dato prima di tutto come rispetto verso me stesso, poi verso la mia opera e, infine, verso eventuali malcapitati... err... lettori!
